Tasse comunali, Maroso (Siamo Veneto): “il presidente di Confindustria Vescovi ha ragione”

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L’appello del presidente di Confindustria Vescoviscrive Andrea Maroso Coordinatore Siamo Veneto Filò di Vicenza – è assolutamente condivisibile. In un momento in cui le aziende sono usate dallo stato romano come un vero e proprio bancomat, con una pressione fiscale ben oltre il 60% (ed entro l’anno entrerà in vigore a gamba tesa la nuova normativa sull’IVA per chi lavora con la pubblica amministrazione, con le aziende costrette a versarla due volte subito per recuperarla in comode rate a data da destinarsi!), in un frangente in cui si abusa della parola autonomia come panacea di tutti i mali (quando qualsiasi eletto della Lega ha chiarito più e più volte che non ci sarà alcun beneficio economico per il Veneto, da Zaia a Fontana al ministro Stefani), il presidente di Confindustria si rivolge ai primi cittadini con un appello giusto, vista anche l’ultima campagna elettorale a Vicenza dove tutti i candidati (compreso il sottoscritto) hanno promesso sgravi per le attività commerciali ormai in ginocchio.

Passando la palla agli amministratori, a loro volta in grave difficoltà, la nostra proposta già sottolineata nella scorsa primavera è duplice: da un lato hanno la possibilità di far loro l’italico ingranaggio ben rodato per cui opere e servizi a carico del comune non devono mancare ai cittadini, e se il comune accumula debiti ci penserà Roma matrigna a sistemare le cose (Catania, Benevento, Potenza … sono più di 200 i comuni in dissesto finanziario secondo la disciplina ex art. 25 DL 66/1989).

Ma a noi Veneti non piace fare i furbi, preferiamo passare da mona. Dall’altro lato i primi cittadini potrebbero raccogliere l’appello di Vescovi, prendere atto che di autonomia FISCALE non se ne vedrà mai da queste parti, e semplicemente autogestirsi il gettito fiscale creando un canale di pagamento (conto corrente separato) per le aziende che in questa maniera avranno certificato il pagamento delle loro tasse e poi ogni amministrazione potrà trattenere il residuo fiscale secondo tabelle del ministero dell’economia (circa 30% in Veneto).

In caso contrario si può sempre vivacchiare di multe ed elemosine romane, come ha fatto Variati per 10 anni e come sembra sarà il destino dei ogni sindaco eletto.