TAV. La “farfalla di scavalco” finisce al Governo. Zoppello: la soluzione è interrare la linea Alta Velocità

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TAV-TAC, farfalla di scavalco
TAV-TAC, farfalla di scavalco

Il “caso farfalla” ovvero il maxi viadotto a scavalco dei binari Tav a Settecà è ormai diventato una tribuna mediatica in cui la fanno da protagonisti un po’ tutti, dalla Giunta alle minoranze, dai partiti che sostengono Rucco alle civiche in essere o in fieri, dai cittadini (che sarebbero quelli più titolati) fino al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Sì, perchè perfino il segretario della Lega e neo ministro nel Governo presieduto da Giorgia Meloni ne ha parlato, ancorchè solo con un accenno, ieri dalle parti del Ponte di Rialto a Venezia dov’era in visita ufficiale per l’inaugurazione delle paratoie in vetro che proteggono la Basilica di San Marco dall’acqua alta.

TAV-TAC, Confronto interramento Scavalco Vicenza Est
TAV-TAC, Confronto interramento Scavalco Vicenza Est

Rispondendo, infatti, alla stampa Salvini ha dichiarato: “non esiste che un’opera pubblica venga lanciata senta interpellare il sindaco. Noi faremo il contrario: prima senti Zaia, prima senti i sindaci, poi, dopo averli sentiti, decidi dove piazzi il viadotto”. Domanda: ma nel Governo Draghi la Lega per Salvini Premier non era presente con tre ministri, un viceministro e otto sottosegretari, uno dei quali (Giancarlo Cancelleri) proprio alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibile? Dov’era tutto questo schieramento di forze leghista finchè in CdM si parlava di Infrastrutture?

TAV-TAC Planimetria Interramento Vicenza Est

Comunque è evidente che è stata proficua la trasferta a Roma, un paio di giorni prima, del sindaco Rucco per perorare la causa vicentina sia a Villa Patrizi, dove ha sede il ministero, che in via Marsala 75, indirizzo della Direzione Operativa Infrastrutture Territoriale di RFI Rete Ferroviaria Italiana SpA, la società nata il 1° luglio 2001 per gestire la rete e controllata al 100% dalle Ferrovie dello Stato.

Colpito dal fuoco incrociato delle minoranze, del gruppo misto consiliare, della associazione (e futura civica) Rigeneriamo Vicenza Insieme, che  lo hanno accusato di essersi fatto trovare impreparato sull’arretramento nel territorio comunale del viadotto alto fino a venti metri e lungo quasi due chilometri che serve per spostare la nuova linea Alta Velocità da sud a nord di quella storica e inizialmente previsto nei comuni di Grumolo o Torri di Quartesolo, Rucco ha fondato le sue difese eccependo che non esiste alcun progetto a nessun livello (preliminare, definitivo, esecutivo) di RFI-Italferr sul 3° lotto funzionale della linea Alta Velocità Alta Capacità ma solo alcune slide fornite dalla committenza dell’opera (e viste anche dai componenti della Commissione Territorio), da cui si evince la collocazione dell’opera in località Settecà, porta est del capoluogo.

“Di che parliamo – ha concluso Rucco – se non abbiamo nemmeno un progetto?”, provvedendo, però, a chiedere la convocazione di un Consiglio comunale monotematico e urgente (richiesto contemporaneamente anche da minoranze e Gruppo Misto) e fiondandosi nella Capitale per confrontarsi vis à vis con il commissario dell’Alta Velocità Vincenzo Macello. “Poteva farlo prima – obbiettano dai banchi dell’opposizione – e non aspettare che fosse imminente l’arrivo del progetto definitivo.” Altra domanda: dov’erano i componenti della Commissione Territorio appartenenti alle minoranze (Cristina Balbi del PD, Alessandra Marobin di Per una Grande Vicenza, Giovanni Selmo di Da adesso in poi – Civici per Vicenza, Ennio Tosetto di Vinova e Alessandra Lolli del Gruppo Misto) il 3 maggio quando erano state presentate le due ipotesi progettuali relative allo sviluppo ad est della nuova linea ferroviaria Av/Ac? Se Rucco e la Giunta hanno dormito, anche le opposizioni…

Il merito di aver portato sotto gli occhi non solo dei politici ma anche dei cittadini la angosciosa possibilità di vedere la mastodontica infrastruttura insediata all’uscita del cosiddetto “nodo Camisano” è dell’ingegner Lucio Zoppello, ex assessore al Territorio sostituito dal sindaco Rucco nel rimpasto a metà del 2019, che il 7 novembre, in una conferenza stampa convocata con Andrea Berengo, consigliere comunale del Gruppo Misto, e con Nico Rossi, presidente dell’associazione politico-culturale Rigeneriamo Vicenza Insieme, aveva denunciato il rischio che la “farfalla” finisse a Settecà dopo che i comuni contermini di Grumolo e Torri avevano tempestivamente detto no a Rfi.

Da quell’incontro con i media è scaturita una serie caotica di contrapposizioni fra le parti, di iniziative politiche, di accuse e difese e dell’improvvisa apertura di un percorso di informazione e confronto dell’amministrazione con i cittadini che avrà il suo primo step nell’assemblea pubblica del 24 novembre.

In una nuova conferenza stampa, convocata ancora dagli stessi soggetti (Zoppello, Berengo e Rossi) che avevano promosso quella del 7 novembre, è stata rilanciata la soluzione dell’interramento della linea AV/AC all’uscita est di Vicenza quale migliore se non unica soluzione per scongiurare il pericolo del maxi viadotto.

Zoppello, portavoce dei promotori e redattore delle proposte tecniche del gruppo, si è rifatto a un emendamento che aveva presentato al consiglio comunale nel 2015 (all’epoca era consigliere di minoranza) in occasione dell’approvazione dello studio di fattibilità, in cui lo scavalco era ancora posizionato nel territorio di Grumolo. “Il mio progetto – ha ricordato Zoppello – prevede l’interramento in trincea o galleria della linea per circa tre chilometri partendo all’altezza del quartiere di S. Pio X e fino a Settecà. Questa soluzione impedisce la costruzione della “farfalla di scavalco” a Vicenza est, perchè è incompatibile con questa opzione.”

“L’interramento a Vicenza Est di entrambe le linee Storica e AV-AC – ha aggiunto Zoppello – comporta la necessità di trovare un’altra collocazione fuori Vicenza, da qui la proposta di fare la “farfalla di scavalco” non più aerea, come ipotizzata da Rfi, ma interrata con la linea AV-AC che corre in superficie e quella Storica che la incrocia passandole sotto interrata. Per questo lo scavalco aereo risulta, in questa ipotesi, non attuabile con conseguente necessità di trovargli altra collocazione.”

Zoppello ha, infine, spiegato che questa alternativa “non  sposta il problema fuori del territorio del Comune e punta a dare una soluzione diversa per lo scavalco, invertendo l’incrocio, interrando la linea storica e facendo passare in superficie l’Alta Velocità. L’amministrazione comunale dovrebbe confrontarsi con i Comuni coinvolti e valutare insieme il minor impatto dell’infrastruttura.”

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Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.