Tav-Tac a Vicenza, PSI: “dubbi su viadotto Gogna e abbattimenti edifici, rischio di perdere riconoscimento Unesco”

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Tav, treni veloci
Tav, treni veloci

“Sulla realizzazione della TAV-TAC a Vicenza noi socialisti sosteniamo che si tratta di un’ occasione unica sia per avere un servizio di treni locali, regionali, interregionali funzionali ai collegamenti con l’auspicata SFMR (metropolitana di superficie), da paese civile. Per ciò che riguarda il progetto illustrato dal commissario straordinario Macello ai sindaci interessati dal tracciato, esprimiamo però alcune riserve”. Lo afferma in un comunicato il direttivo del PSI della provincia di Vicenza.

Riserve sul viadotto da Gogna alla stazione e sulle barriere fonoassorbenti antirumore h. 10 metri. Si tratta infatti di interventi che per l’UNESCO potrebbero configurare il rischio per Vicenza di perdere il riconoscimento di “Patrimonio dell’umanità”.

Riserve anche sulla possibilità di ritardare la soluzione proposta per la zona est (stazione di Vicenza – Lerino), che prevede l’abbattimento di 80 edifici e condomini: significherebbe prendere tempo per poi procedere comunque agli abbattimenti. Mentre esiste uno studio di fattibilità, adottato e sostenuto dai comitati di quartiere interessati, che prevede semplicemente il passaggio in galleria profonda per l’alta velocità con fermata a Vicenza in superficie o meglio in profondità con scale mobili dalla stazione centrale e stazioni a sotterranea tipo Metropolitana. Si tratterebbe di una soluzione definitiva, che ridurrebbe i tempi di percorrenza alta velocità, determinerebbe un minor numero di cantieri in superficie e sarebbe in armonia con i suggerimenti dell’UNESCO.

Il rischio maggiore resta comunque che nella zona est di Vicenza si possa arrecare alla popolazione un notevole danno. Con la legge attuale infatti, i compensi per l’abbattimento di un edificio saranno valutati secondo il valore venale dello stesso. Ciò significa che i cittadini residenti potranno essere ristorati in base agli anni trascorsi dalla costruzione ed alle finiture presenti. Noi socialisti crediamo sia quindi improbabile che tutti gli espropriati possano rifarsi una casa con i soldi ricevuti da RFI.