Tav veneta, l’esperto di Confindustria Veneto Franco Miller: “non prima del 2027, serve commissario straordinario”

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Tav, treni veloci
Tav, treni veloci

Sono 78 i mesi previsti per la realizzazione della tratta dell’Alta Velocità/Alta Capacità fra Verona e Vicenza

di Alessandro Zuin sul Corriere del Veneto

Lungo la tratta dell’Alta Velocità verso Nordest – che, a dispetto del nome, ha proceduto sinora con passo di lumaca – è tornata la grande stagione delle Prime Pietre. Lunedì prossimo a Lonato, più o meno a metà strada fra Brescia e Verona, il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli e Rfi inaugurano ufficialmente i lavori (ripartiti in realtà da qualche mese, con lo scavo della famosa galleria, il cui appalto ha rallentato l’iter di un bel po’) che porteranno una buona volta i binari della Tav verso il Veneto. Per l’occasione, ci sarà anche il rieletto governatore Luca Zaia: «La Tav Brescia-Verona è un’incompiuta che non deve rimanere tale. Fare la Tav – ha sottolineato Zaia – è una priorità per il Paese, significa essere o non essere in Europa. Ora tocca a questo tratto, poi andrà realizzato quello tra Verona e Padova. Se ci sono i soldi si fa, qui in Veneto non c’è opposizione all’infrastruttura, non abbiamo problemi come in Val di Susa».

I tempi di realizzazione dell’opera
Il punto, come sempre, è come si fa. E in quali tempi. Domenica, sul Corriere del Veneto, ha parlato Nicola Meistro, amministratore delegato del consorzio Iricav Due (il general contractor della tratta fra Verona e Padova) e ha detto con grande chiarezza un paio di cose. La prima: applicando alla Tav veneta il modello utilizzato per ricostruire il viadotto sul Polcevera, a Genova, i tempi di esecuzione possono essere notevolmente ridotti. La seconda: un colpo di acceleratore sarebbe particolarmente necessario sul lotto tra Vicenza e Padova, il più arretrato della tratta, che manca ancora di una progettazione preliminare completa e approvata. Mentre per l’attraversamento di Vicenza – uno dei nodi che fin qui hanno strozzato l’avanzamento dell’opera – il progetto preliminare ha ottenuto l’ok della Regione a fine agosto e ora dovrà passare al Cipe, dove si attribuiscono i soldi veri (finora sono coperti soltanto 105 milioni sugli 805 necessari).

I finanziamenti
In tema di soldi, che in parte sono già stanziati e in parte no, si staglia all’orizzonte la massiccia sagoma del Recovery Fund, che stazza per l’Italia 209 miliardi. Un’occasione gigantesca, verrebbe da dire. L’Ad Meistro di Iricav Due l’ha suggerito in modo esplicito: «Con il Recovery Fund in arrivo, penso ci si dovrebbe indirizzare su progetti che possono partire subito, come la Tav veneta». E anche il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, interpellato in proposito, ha dichiarato di attendersi che la priorità del Veneto per l’utilizzo del Recovery vada, per l’appunto, al completamento dell’Alta velocità/Alta capacità da Brescia a Padova e, di qui, fino a Venezia.

L’analisi di Franco Miller
Franco Miller, l’uomo delle infrastrutture e della Tav nella squadra del leader regionale di Confindustria, Enrico Carraro, sottoscrive l’analisi di Meistro ma intravvede un ostacolo non di poco conto sulla strada dei prossimi cantieri: «Il fatto è – spiega – che i general contractor hanno le mani legate: il Codice degli appalti, infatti, li obbliga a subappaltare il 70% dei lavori ad aziende esterne. Questa imposizione limita moltissimo l’operatività, poiché di imprese capaci di approntare cantieri complessi come quelli dell’Alta velocità e che, al tempo stesso, siano finanziariamente solide, ce ne sono sempre meno».

La nomina di un commissario straordinario
Potrebbe servire, in quest’ottica, la nomina di un commissario straordinario, com’è avvenuto per il ponte di Genova o, prima, per il Passante di Mestre? Miller risponde così: «Per realizzare un’infrastruttura come la Tav in tempi ragionevoli, c’è assolutamente bisogno di una figura che garantisca un coordinamento tra il general contractor, Rfi e i vari enti pubblici interessati. In questo senso, l’esempio migliore che mi viene in mente è quello di Silvano Vernizzi, il commissario per il Passante: serve una figura competente, capace e che conosca il territorio e i suoi amministratori, per affrontare efficacemente i problemi che si dovessero man mano presentare».

La scommessa
In definitiva, se ci dovessimo scommettere una cifra, quando potremmo vedere la Tav completata fino a Padova o, meglio ancora, fino a Venezia? «Se veramente lo volessero – sostiene Miller – si potrebbe portarla a casa per le Olimpiadi invernali di Cortina del 2026, il che sarebbe perfetto anche per tutta la logistica della manifestazione sportiva. Ma, realisticamente, credo che non ce la faremo prima del 2027».