Tav Vicenza, RFI: “Prima la realizzazione dei sottopassi a Ponte Alto, poi l’abbattimento del viadotto”

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Ponte Alto Vicenza tav

RFI ha comunicato di recente che nell’ambito dei lavori Tav a Vicenza sarà garantita la viabilità nella zona Ovest. A Comune, Provincia e Confcommercio di Vicenza è stato scritto in una lettera che il viadotto Ponte Alto sarà abbattuto, come da progetto, ma non prima che siano realizzati tre sottopassi ferroviari nella zona industriale, in via dell’Oreficeria, via Olmo e via Arsenale.

Federico Murzio scrive oggi su Il Corriere del Veneto: “L’altro elemento che è destinato a riformulare le strategie a partita iniziata è il cronoprogramma, modificato solo sui lavori in via dell’Oreficeria in zona industriale, comunicato (per conoscenza) in Provincia e in Comune a fine maggio.

In questo cronoprogramma si prevede di aprire il sottopasso di via dell’Oreficeria al 42esimo mese dall’inizio complessivo dei lavori. Il che rappresenta un cambio di rotta rispetto a quanto affermato da Rfi ad aprile nell’ambito dello studio su Ponte Alto, in cui si prevedeva di aprire tutto al trentaseiesimo mese.

Finora i due scenari su Ponte Alto (quello del Progetto definitivo approvato e la successiva proposta della Provincia (leggi ViAbilità) poi «ingegnerizzata» da IricavDue hanno previsto l’inizio degli interventi nello stesso momento, al mese 36. Questo a causa, nel primo caso, della necessità di aprire i tre varchi prima di procedere con l’abbattimento e la ricostruzione del Ponte. E nel secondo scenario, a causa dei presunti tempi autorizzativi della variante

Così con il nuovo cronoprogramma di via dell’Oreficeria lo scenario del progetto definitivo acquisisce un ritardo di sei mesi legati all’attesa di aprire i tre sottopassi (via dell’Oreficeria, via Olmo e via Arsenale). Questo «ritardo», messo di fatto per iscritto da Rfi, comporta a cascata che il progetto di ViAbilità si trovi paradossalmente avanti di sei mesi rispetto al Progetto definitivo perché non richiede appunto la demolizione del viadotto di viale degli Scaligeri per cominciare con i lavori. Un altro modo di vedere le cose è questo: se fosse accettata l’alternativa di ViAbilità quest’ultima anticiperebbe di sei mesi la riapertura del viadotto, che rimarrebbe così chiuso solo dieci mesi”.

Fonte: Il Corriere del Veneto