Gent.mo direttore, mi permetto di fare una segnalazione che ritengo molto importante per la bella città nella quale sono nata e risiedo. Solo 3 anni fa prima della pandemia andai a visitare il magnifico Teatro Olimpico. Fu un viaggio bellissimo, ci fu consegnato un tablet che permetteva di visitare virtualmente anche gli angoli nascosti del teatro; c’era un maxi schermo dove lo scrittore, e non solo, Alessandro Baricco raccontava la storia e le meraviglie del teatro con i suoi aneddoti, accompagnato da splendide musiche di sottofondo assolutamente ricercate e suggestive e da un’illuminazione che descriveva una giornata dall’alba al tramonto, compreso un bellissimo temporale improvvisato con luci e tuoni.
Teatro Olimpico, la delusione di una vicentina che è tornata a visitarlo con degli amici: “mi piacerebbe avere una risposta”
Sembrava di vivere una meravigliosa magia che durò 45 minuti. E’ stato un viaggio così gratificante che ho subito pensato di volerlo condividere con i miei più cari amici, non importava il prezzo del biglietto, ne valeva comunque la pena.
Pochi giorni fa ho voluto riviverlo accompagnando alcuni miei amici.
Entrati ci hanno detto che i tablet per motivi di sicurezza pandemica non si potevano usare e va bene, ma non c’era una guida che spiegasse qualcosa né lo schermo dove il già citato Baricco ci illustrasse l’evolversi della riuscita di tale meraviglia.
Una musica assordante e assolutamente inadatta alla poesia del teatro Olimpico e sprazzi di una illuminazione buttata lì a caso; non c’era l’alba che si intuiva nell’altra mia visita né lo trascorrere del giorno né il tramonto né la suggestione del temporale; nessuna magia, anzi, dopo dieci minuti la visita si è conclusa con una grande amarezza e delusione da parte mia e un grande imbarazzo per le persone alle quali avevo tanto osannato sia il teatro che la visita che la mia città proponeva.
Nove euro per gli abitanti, undici euro per i non abitanti, mai così mal spesi.
Ritengo vergognoso che il comune di Vicenza che vanta un teatro di così rara bellezza, che tutto il mondo ci invidia, proponga una visita di così tanta leggerezza e cattivo gusto ai cittadini ed agli stranieri che con tanto entusiasmo vengono a celebrare la meraviglia del decantato teatro Olimpico, visita che solo tre anni fa era una vera e propria magia.
Ritengo che la pandemia, che tanto ha distrutto, non possa distruggere certo la magnificenza del teatro Olimpico.
Sarei grata di avere una risposta.
Una cittadina
Gladia Geremia
Gent.ma Giada, siccome tutti condividiamo il suo amore per il Teatro Olimpico, giriamo volentieri le sue tristi osservazioni all’assessore alla Cultura di Vicenza, Simona Siotto, e al direttore dei musei civici di Vicenza, Mauro Passarin, che non sono secondi a noi e a lei per l’amore per il gioiello di Vicenza che lei vorrebbe rivivere come anni fa.
Sarà di sicuro loro cura non solo risponderle ma anche, magari, illutrare cosa c’è in cantiere per ricreare el atmosfere da lei vissute.
Il direttore