Mercoledì 27 settembre alle ore 13.30 la Commissione Cultura del Senato italiano avvierà l’esame del disegno di legge, presentato dal parlamentare vicentino Pierantonio Zanettin di Forza Italia, per dichiarare il Teatro Olimpico di Vicenza monumento nazionale.
“L’iniziativa – spiega Zanettin – trae origine dalla constatazione dello straordinario valore storico architettonico dell’opera palladiana e dalla considerazione che la dichiarazione di monumento nazionale rappresenterebbe una ulteriore attrazione turistica a favore della bella città di Vicenza”.
Il Teatro Olimpico di Vicenza, il primo e più antico teatro stabile coperto dell’epoca moderna, fu progettato nel 1580 dall’architetto rinascimentale Andrea Palladio, su commissione dell’Accademia Olimpica, sodalizio di importanti personalità vicentine nell’ambito delle lettere, scienze e arti, di cui lo stesso Palladio era socio. Il progetto si ispirava al modello di teatro ‘all’antica’, sulla scia della riscoperta rinascimentale degli studi di Vitruvio, e nel contempo fungeva da luogo autocelebrativo per l’aristocrazia vicentina, ispirandosi agli stessi ideali classici sostenuti dai componenti dell’Accademia.
Storia del Teatro Olimpico
Il Teatro Olimpico, primo teatro stabile coperto del Rinascimento, miracolosamente conservatosi nella sua originaria fisionomia e integrità, deve la sua costruzione agli Accademici Olimpici, gruppo nobiliare privato con finalità culturali che ne patrocinò la realizzazione su progetto di Andrea Palladio tra il 1580 e il 1585.
L’Accademia Olimpica, tuttora esistente e largamente attiva, si costituisce nel 1555 ad opera di ventuno soci fondatori, tra cui lo stesso Palladio; si distingue al suo esordio, oltre che per le finalità culturali, per la composizione sociale aperta e democratica, che annovera anche esponenti del mondo delle professioni e delle arti. Accanto alle scienze esatte e naturali, gli Olimpici dichiarano fin da subito un appassionato interesse per il teatro, tanto da voler realizzare un teatro stabile per le proprie rappresentazioni. Il 15 febbraio 1580 presentano alla Magnifica Comunità di Vicenza richiesta per ottenere una sede adatta allo scopo. Il 25 febbraio la supplica viene accolta dal Consiglio dei Cento. L’area prescelta, già adibita a carcere comunale, rientra nel perimetro dell’antico Castello di San Pietro, più tardi detto del Territorio, un organismo fortificato eretto nel secolo XIII nel settore orientale della città, a controllo del vicino ponte sul Bacchiglione e della via per Padova.
I lavori del nuovo teatro vengono affidati dagli Olimpici al «concademico Palladio» all’epoca settantaduenne e all’apice della carriera e della fama, che aveva già realizzato allestimenti effimeri per spettacoli e rappresentazioni. Lo schema del teatro, ispirato a quelli del mondo classico, è frutto di una riflessione meditata lungo l’arco di quarant’anni, a partire dal primo viaggio dell’architetto a Roma nel 1541. Dal confronto tra il modello classico e i condizionamenti dell’area a disposizione scaturisce la fabbrica assolutamente originale dell’Olimpico, un teatro “all’antica”, ma moderno, che compiva l’aspirazione umanistica di realizzare un teatro stabile ispirato alle grandi strutture teatrali dell’antichità e che proprio nella sua capacità di adattamento denuncia la natura di geniale invenzione.
Della fase di ideazione del teatro sopravvive un’unica testimonianza grafica, il disegno conservato presso il Royal Institute of British Architects di Londra.
Ma l’inizio spedito dei lavori subisce un arresto per la morte di Palladio, che sopraggiunge improvvisa il 19 agosto 1580, a meno di sei mesi di distanza dall’inizio dell’impresa, trasformando così quest’esperienza in una sorta di testamento culturale dell’architetto.
Venuta meno in cantiere la direzione di Palladio, solo la solidità e organicità dell’idea progettuale sapranno garantire la realizzazione sostanzialmente fedele del progetto originario, nonostante gli interventi e gli inevitabili adattamenti intervenuti dopo la sua scomparsa.
Il 3 marzo 1585, il primo teatro stabile della storia moderna viene solennemente inaugurato con la rappresentazione dell’Edipo tiranno di Sofocle, evento che lasciò largo eco nelle cronache dell’epoca.
Nel secolo XVII, accanto all’originaria vocazione teatrale, l’Olimpico da luogo di rappresentazione si trasforma in luogo di rappresentanza.
Il 19 gennaio 1813 l’Accademia cede all’Amministrazione Comunale di Vicenza il teatro, riservandosi però la prerogativa di continuare a tenere al suo interno le proprie tornate accademiche e di allestirvi annualmente cicli di spettacoli classici.
Testo liberamente tratto da: Elisa Avagnina, Il Teatro Olimpico Vicenza, Marsilio, Venezia 2011.