Teatro Olimpico. Sedici statue del giardino restaurate da Engim Veneto con il contributo del Lions Host

209
I giovani studenti di Engim Veneto che restaureranno le statue del giardino dell'Olimpico (foto di Gianni Poggi)
I giovani studenti di Engim Veneto che restaureranno le statue del giardino dell'Olimpico (foto di Gianni Poggi)

Le sedici statue in pietra di Vicenza che abbelliscono le aiuole del giardino del Teatro Olimpico saranno restaurate dai giovani studenti di Engim Veneto, fondazione che si occupa di orientamento e formazione professionale e che ha sede a Vicenza.

Saranno i quattordici allievi del secondo anno del Corso Tecnico del restauro di beni culturali, seguiti da un team di professionisti e formatori, a occuparsi dell’intervento di manutenzione e ripristino. Dopo una prima fase di documentazione e rilievo dei manufatti è prevista una fase diagnostica seguita dall’intervento di restauro seguito dai restauratori e formatori Elena Gironda e Piero Ciampi con la supervisione della Soprintendenza.

L’annuncio è stato dato in una conferenza stampa convocata nel giardino del teatro palladiano ed a cui hanno preso parte il vicesindaco Matteo Celebron, l’assessore alla Cultura Simona Siotto e il direttore dei Musei civici Mauro Passarin. Engim era rappresentato da Ugo Pasquale, componente del comitato direzionale, da Barbara D’Incau, responsabile della sede vicentina, e da una dozzina di studenti. All’incontro ha partecipato anche Grazia Giordani Cielo, presidente del Lions Club Vicenza Host, che sovvenziona il lavoro.

Le statue hanno una origine molto varia. Ci sono quelle del Quattrocento, un rosone che probabilmente viene dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli, che sorgeva lungo il Bacchiglione all’imbocco di Largo Goethe e che è stata demolita nell’Ottocento. Le sculture di figure in piedi che scandiscono il viale interno erano decorazioni del Teatro Verdi, dalla cui distruzione bellica sono state recuperate. La statua accosciata proviene da Palazzo Repeta in piazza San Lorenzo.

Non si conoscono con precisione gli autori di gran parte delle opere. Il fauno con le zampe caprine e il cerbero con le tre teste di cane e il corpo umano risalgono al XVI secolo e sono da attribuire alla cerchia di Camillo Mariani. Quattro busti, due figure distese e una acefala sono state scolpite nel XVIII secolo e appartengono alla cerchia dei Marinali. Sette statue scolpite tra il 1920 e il 1924 dagli scultori vicentini Pozza, Morseletto e Caldana (quelle che si trovavano sulla balaustra superiore del Teatro Verdi) sono del secolo scorso  e sono attribuite a Giuseppe Giordani.

Fra quelle che saranno restaurate, non ci sono opere di grande valore ma fanno parte a buon titolo del patrimonio artistico comunale e contribuisco ad abbellire e arredare il piccolo parco retrostante il teatro.

Maria Elisa Avagnina, storica dell’arte, già direttrice dei Musei civici e segretaria dell’Accademia Olimpica ha sottolineato la necessità e l’urgenza di provvedere al recupero e al restauro delle statue che, essendo collocate all’aperto e scolpite in pietra di Vicenza e quindi in un materiale facile da lavorare ma molto delicato e poco duraturo e resistente, presentano segni di degrado e hanno le superfici ingrigite.

“Il restauro – ha spiegato Avagnina – sarà l’occasione per vedere quando e come è nato questo progetto di riuso antiquario all’aperto, che ha reso il giardino del Teatro Olimpico un luogo di raccolta delle sculture erratiche. E, come ogni buon restauro dovrà essere anche l’occasione per un risarcimento non solo materiale delle opere ma anche critico. Non è facile questa ricerca, avevamo già cercato in passato, ma bisognerà tornare negli archivi, approfondire e vedere.”

——
Fonte: Teatro Olimpico. Sedici statue del giardino restaurate da Engim Veneto con il contributo del Lions Host , L’altra Vicenza

Articolo precedenteAnniversario Guerra Ucraina, l’accoglienza a Vicenza per 3.385 sfollati
Articolo successivoIsabella Rauti: il sottosegretario alla Difesa come Joe Formaggio. A fiera delle armi imbraccia un mitra
Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.