Tecnologia 5G a Vicenza, l’opposizione: “serve principio di precauzione”

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Se al momento non esistono studi sufficienti – è scritto in una interpellanza dei consiglieri d’opposizione – per determinare con ragionevole certezza i pericoli per la salute, connessi alle caratteristiche della tecnologia 5G, vi sono tuttavia alcune evidenze che già oggi destano preoccupazione e che ci impongono di assumere comportamenti consoni, improntati alla massima precauzione possibile.

Il 5G andrà a sommarsi ad una miriade di radioemissioni e di campi elettromagnetici già presenti, come quelli generati dal Wi-Fi e dalle tecnologie 2G, 3G, 4G che non verranno smantellati. In Italia, abbiamo oggi oltre 60.000 antenne Srb e circa 24.000 hotspot di Wi-Fi pubblici. Se a questo si aggiunge che il 5G ha una scarsa capacità di penetrazione degli immobili e che abbisogna di una densità assai maggiore di stazioni radiobase, capiamo bene che ci troveremo immersi in un “continuum” di fasci altamente focalizzati che aumenteranno di molto la potenza irradiata.

Oltre a ciò va considerato che nei Paesi più avanzati vi è una crescita sempre più accelerata di individui “elettrosensibili”, coincidente con il boom della telefonia mobile, i quali sono sottoposti ad una serie di patologie invalidanti: cefalea cronica, nausea, vertigini, disturbi del sonno, palpitazioni, difficoltà nell’elaborare il pensiero, ecc.

Nel 2011 l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro classificò l’elettrosmog da radiofrequenze in classe 2B (possibile cancerogeno per l’Uomo), ma trascorsero ben 6 anni di battaglie legali, disinformazioni e delegittimazioni varie – da parte delle grandi multinazionali della telefonia – prima che l’OMS riconoscesse la veridicità di quella classificazione. Questo per dire che i cittadini sono scarsamente informati sui rischi e la pericolosità di tali tecnologie, e che spetta alla politica adottare tutte le misure necessarie per prevenire e ridurre al minimo i possibili danni per la salute.

L’assessore Lunardi ha opportunamente sollecitato un parere all’Arpav chiedendo che si individuino delle strategie comuni per la minimizzazione del rischio. Pur tuttavia, è alquanto improbabile che Arpav possa assumere determinazioni autonome e più restrittive rispetto ai limiti già fissati dalla normativa nazionale. In questa fase, caratterizzata da estrema incertezza, bisognerebbe adottare delle procedure anche innovative, come ad esempio il consenso preventivo della popolazione, uno strumento legislativo introdotto di recente in Francia per evitare che i cittadini siano sottoposti, loro malgrado, ad esperimenti elettromagnetici di massa.

Pertanto, sull’esempio di quanto già avvenuto in altri Comuni italiani (tra cui Longare), si CHIEDE al Sindaco – in veste di Ufficiale di Governo e autorità sanitaria locale – di emanare un’Ordinanza in cui:

• Si vieta la sperimentazione o l’installazione del 5G sul territorio del Comune di Vicenza, sino al 31.12.2021, in attesa della nuova classificazione sulla cancerogenesi annunciata dall’IARC.

*Ciro ASPROSO
Isabella SALA
Gianni ROLANDO
Cristiano SPILLER
Ennio TOSETTO
Raffaele COLOMBARA
Alessandra MAROBIN
Alessandro MARCHETTI

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