“Sull’avvio della tecnologia 5G in Italia il Governo continua a fare orecchie da mercante, nonostante da più parti si sia messo in risalto che non se possa affermare la non pericolosità. Se a ciò aggiungiamo da un lato la sentenza d’appello del 3 dicembre 2019 di Torino, in cui si afferma l’esistenza di un nesso di causa tra esposizione a telefoni mobili e neurinoma acustico e dall’altro i <no> espressi da un numero sempre maggiori di amministrazioni comunali, appare evidente che la sperimentazione vada sospesa”. Questo il pensiero delle Deputate del Gruppo Misto Silvia Benedetti e Sara Cunial e della Consigliera delle Regione Veneto Patrizia Bartelle (Italia in Comune), che continuano: “Ribadiamo che non siamo contrarie a priori alle nuove tecnologie, ma non può essere trascurato l’impatto del 5G sulla salute dei cittadini e dell’ambiente, la cui tutela per noi rimane prioritaria. Al contrario, il Governo e le multinazionali della telefonia sembrano porre in primo piano il mero interesse economico, non considerando che una volta aperto il vaso di Pandora del 5G non sarà più possibile tornare indietro, se non sopportando enormi costi economici e non. Quanto successo con l’energia nucleare e, su scala minore, con l’Eternit evidentemente non ha insegnato nulla”, continuano le tre portavoci, “per questo ci schieriamo con chi scenderà in piazza il 25 gennaio per chiedere una moratoria alla sperimentazione in virtù del principio di precauzione ed al contempo di approfondire gli studi su una tecnologia a tutti gli effetti ancora sconosciuta”.
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