“Il rapporto ISTISAN afferma chiaramente che il 5G è una tecnologia differente dalle precedenti e che aprirà nuovi scenari complessi: per questo rilanciamo la nostra richiesta, a tutela della popolazione”. È ciò che dichiarano i Consiglieri Guarda (CpV), Bartelle (IiC) e Ruzzante (LeU) del Coordinamento Veneto 2020 intervenuti su i temi dell’elettromagnetismo, nuove tecnologie, rischi sanitari e prevenzione.
“Lo studio rileva come l’intermittenza e la direzionabilità dei segnali 5G, al contrario della trasmissione continua della tecnologia precedente, falserebbe i risultati delle rilevazioni ai fini della valutazione dell’esposizione umana. – spiegano i tre consiglieri di Coordinamento veneto 2020 – Il funzionamento differente della nuova tecnologia, che orienta le onde brevi e intense senza disperderle come accade oggi, non evidenzia più segnali elettromagnetici costanti: ciò però non è garanzia di sicurezza sanitaria ed il rapporto fa emergere proprio questa criticità”. “Tutto ciò conferma l’urgenza di una presa di posizione politica chiara e per questo ribadiamo la nostra posizione: si deve agire in via precauzionale e quindi serve lo stop prima dell’installazione sperimentale, affinché ARPA nazionale adotti un nuovo metodo statistico o recepisca metodologie di analisi adeguate, come la proposta della Commissione Elettrotecnica Internazionale (IEC), appena pubblicata, primo ente che tiene conto del particolare funzionamento del 5G.”
“La nostra Regione non sia scenario quindi di sperimentazioni: possiamo permetterci di sottoporre la popolazione a rischi non preventivamente valutati? Molte sono le associazioni del territorio che non vogliono essere cavie della tecnologia. La protezione sanitaria e ambientale deve essere in primo piano e, per evitare che venga fagocitata dall’evoluzione tecnologica, tutti i politici dovrebbero onorare la propria missione di tutela della comunità che rappresentano.”
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