Telegram, media: “Mandato d’arresto in Francia anche per fratello di Durov”

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(Adnkronos) – Le autorità francesi hanno disposto un mandato d'arresto non solo per il ceo di Telegram, Pavel Durov, ma anche per il fratello nonché co-fondatore dell'app, Nikolai. Lo rivela un documento amministrativo visionato in esclusiva da Politico, che dimostra come l'indagine su Telegram sia ampia e abbia avuto inizio mesi prima di quanto si sapesse. Il caso ruota attorno al rifiuto dell'app di messaggistica di collaborare a un'inchiesta della polizia francese su abusi sessuali su minori. Secondo il sito di notizie specializzato, i mandati per Pavel e suo fratello Nikolai risalgono al 25 marzo per reati tra cui "complicità nel possesso, distribuzione, offerta o messa a disposizione di immagini pedopornografiche in un gruppo organizzato". I media francesi avevano precedentemente riferito che l'indagine era stata aperta a luglio. I mandati di arresto, precisa ancora Politico, sono stati emessi dopo che la piattaforma non ha dato "alcuna risposta" a una richiesta delle autorità di identificare un utente di Telegram. Il documento sottolinea anche la "cooperazione quasi inesistente di Telegram" con le autorità francesi ed europee in altri casi. Nel 2018 ci sarebbe stato un pranzo tra Emmanuel Macron e Pavel Durov in cui il presidente francese avrebbe invitato il fondatore di Telegram, di origini russe, fermato sabato scorso al suo arrivo a Parigi, a 'trasferire' proprio nella capitale francese la sede della sua 'creatura'. Lo rivela il Wall Street Journal, che cita fonti informate secondo cui all'epoca Durov rifiutò. E, stando ancora alle fonti del giornale, l'anno precedente l'iPhone di Durov sarebbe finito nel mirino di agenti francesi nel quadro di un'operazione congiunta con gli Emirati Arabi Uniti , nome in codice 'Purple Music'. Sarebbe stato hackerato il suo telefono. Il timore della sicurezza francese era l'uso di Telegram da parte del sedicente Stato Islamico per reclutare jihadisti e pianificare attacchi. Nel 2021 Francia ed Emirati hanno poi concesso la cittadinanza a Durov. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)