La telenovela Tercas ha una nuova puntata. Il 19 marzo la Corte di Giustizia Ue aveva stabilito che il salvataggio da parte di Popolare di Bari – sponsorizzato da Banca d’Italia e realizzato anche con i soldi del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) – non fu viziato da “aiuti di Stato” illegali contrariamente a quanto sosteneva la Commissione europea.
Una sentenza devastante perché quella posizione della Dg Competition della commissaria Vestager su Tercas ha influenzato tutte le vicende bancarie italiane di questi ultimi anni a partire dal mezzo bail in di Popolare Etruria e delle altre tre “banchette”.
Ieri si è saputo, però, che la Commissione ha deciso di fare appello alla Corte di Giustizia perché continua a sostenere che i soldi del Fitd, pur essendo di banche private italiane, vanno considerati pubblici perché il loro utilizzo è regolato per legge. Un’impostazione già bocciata dalla sentenza di marzo.
Popolare di Bari, dal canto suo, fa sapere che il ricorso “non sospende l’efficacia della sentenza di primo grado” e dunque si andrà avanti con la richiesta di risarcimento a Bruxelles che è “in via di quantificazione”.