Il 29 ottobre di due anni fa Veneto, Trentino e Friuli venivano colpiti dalla tempesta Vaia, chiamata così, casualmente, dal nome di una manager tedesca. Si è trattato di un fenomeno metereologico estremo, peggiore, secondo l’unità di crisi del Veneto, dell’alluvione del ’66. Nel Triveneto la tempesta distrusse 14 milioni di alberi, il vento di scirocco soffiò per ore ad una velocità dai 100 ai 200km/h provocando quasi 3 miliardi di euro di danni e 8 morti. Ad oggi, secondo quanto riporta il presidente del Veneto Luca Zaia, sono stati assegnati e totalmente impegnati circa 682 milioni di euro, con 931 cantieri ultimati o in corso per l’annualità 2019, e con altri 480 cantieri per l’annualità 2020, pari a 240,5 milioni di importo.
Per il 2019 ci sono 426 cantieri con i lavori in corso. Per il 2020 464 nuovi contratti per un importo di circa 240 milioni e ci sono 7 lavori ultimati per 303 mila euro e 9 lavori in corso per 885 mila euro. Circa l’85% del legname è stato venduto e di questo il 50% portato via fisicamente. Per il resto ci saranno bisogno di almeno 50 milioni di spesa per recuperare il legname che non ha mercato e non è vendibile senza costi.