Gentile direttore, quasi con accenti “cattolici” la sinistra italiana prende posizione, ovviamente contro le formazioni che non le sono affini, in merito al razzismo, la non accoglienza, la mancanza di tolleranza, l’incapacità di governo perché non è il suo , ecc. Come mai dopo tanti anni in cui essa ha avuto la governance della scuola italiana, dove tutto era politicizzato perfino la designazione del Presidente del Consiglio d’Istituto, un organismo inutile e pletorico e dove la intellighenzia, sempre di sinistra, ha impartito lezioni di vita, cultura, di società.
Questo organp avrebbe dovuto formare non i “servi dei padroni”, come denunciava la vicentina Luisa Muraro con il suo piccolo saggio “La scimmia pedagogica”, ma coloro che sarebbero stati capaci alfine di determinare i veri destini di una società, abolendo, in modi ora tutti possibili perfino quelli violenti, la Repubblica Italiana, rea di essere solo il frutto di un compromesso di stampo quasi borghese (ricordarsi di Aldo Moro) e avviare la stessa ad un nuovo mondo a cieli e terre nuove, dove il classico latte e miele sarebbero scorsi perfino nel sistema circolatorio umano degli Italiani.
A questo progetto aderirono e aderiscono ancora oggi soprattutto i docenti che si professano intellettuali e operano con accortezza sui contenuti dei programmi. Di fatto escludendo tutto ciò che non è funzionale al loro pensiero che esprimono senza ritegno alcuno, mascherandosi dietro “la libertà di insegnamento” che però non è ignoranza o manipolazione dei contenuti. Solo in parte si sono salvate le discipline scientifiche le quali però sono state esse stesse considerate dal punto di vista “corretto”, ossia se si parla di fisica, prima di tutto di deve parlare del pacifismo di alcuni scienziati, se si parla di chimica o di zoologia, ecco l’ecologia fare capolino. Le materia tecniche, meno assoggettabili, sono però funzionali al capitalismo, quindi attenzione, vigilate.
Insomma dalla scuola italiana sarebbero dovuti uscire studenti e uomini/donne capaci di critica, di saper aprirsi al mondo nuovo, capaci di pace, tolleranza, apertura agli sfruttati, ai perseguitati e ad ogni genere di umanità sofferente. La politica l’arma decisiva per una buona educazione al sociale.
Come mai invece oggi si constata che ciò non è avvenuto? La colpa per la sinistra, è un must, va attribuita a coloro che non sono appunto di sinistra, i cattivi leghisti, i cattivi M5S, i ben noti fascisti, nazifascisti, ecc. Possibile che mai si abbia almeno la vaghezza di una sensazione che la sinistra attribuisca a se stessa una qualche colpa? Eppure l’autocritica è di sinistra, ma di quella maoista del famoso gruppo “Servire il popolo”. i compagni sono esenti dal considerarsi colpevoli di qualche cosa, hanno sempre pensato e agito al meglio: deus ex machina della vita italiana. Che ne dite, cari compagni, di fermarsi a pensare alle sorti del nostro Paese, come lo chiamate, con vera apertura, vera tolleranza, dove potrebbe avere ragione chi la pensa diversamente da me. Ma non accadrà. L’Unione Sovietica crollò senza quasi rendersene conto e non rimangono che i nostalgici, pure in Italia. Se si vogliono orizzonti nuovi, forse bisogna fare un reset degli ideologismi e delle posizioni assunte e mai discusse, talora nemmeno conosciute nei fondamenti professati.
Coltivo però dubbi di ogni sorta e aspetto smentite, ma so che non arriveranno, perché mettersi in discussione è molto, troppo difficile. Significa abbandonare le sicurezza che magari si sono costruite nel ” ’68 ” e mai più veramente aggiornate se non nella facciata.
Ma mi piace illudermi che il mondo culturale, scolastico italiano possa cambiare…in meglio
Prof. Italo Francesco Baldo