Nel corso dei millenni vediamo che gli animali hanno ricoperto numerosi ruoli, passando per l’incarnazione terrena di supreme divinità dell’antico impero d’Egitto fino alle creature da ospitare nel salotto di qualche importante boss della malavita italiana.
Un manto di tigre, piuttosto che una tigre viva e vegeta rinchiusa in una gabbia nel giardino della propria villa, è qualcosa che non di rado si rinviene fra lo sfarzo dei più grandi delinquenti. Ma senza essere dei criminali di lungo corso, la continua crescita dei servizi di lusso fa aumentare coloro che amano pagare per cacciare i “big five” in riserve create ad hoc in certe parti d’Africa. La disponibilità di abbondante denaro incrementa anche le uccisioni di animali per le discutibili proprietà medicamentose, tipiche di alcune culture asiatiche.
Ma ora concentriamoci su quello che prevede la legge in merito alla detenzione di animali esotici in casa.
La possibilità di detenere animali esotici è regolata da un accordo sul commercio internazionale di specie a rischio di estinzione (CITES), altrimenti detta Convenzione di Washington. Uno degli oltre 120 Stati del mondo che applicano questo disposto è proprio l’Italia, dal 1980 e nel 1992 si è dato vita alla legge 150/92.
In seguito la UE ha provveduto ad incrementare l’elenco delle specie protette, andando ad oltrepassare le 36.000.
La Convenzione citata vieta l’importazione, la riesportazione, il trasporto, la vendita, l’esposizione e la detenzione degli animali protetti. Tra questi, pappagalli, scimmie, rettili, felini e animali selvatici (daini, cinghiali, volpi ecc…) oltre ad animali impagliati, pellicce feline oppure gusci di tartarughe rare.
Bisogna fare attenzione al fatto che non si parla solo di animali in vita, ma anche già morti: questo vale per i numerosi collezionisti di animali imbalsamati, conservati sotto cloroformio oppure per chi ama contornarsi delle loro pellicce.
Chi volesse mettere in piedi un business di animali esotici a tutti i costi, deve rivolgersi alla divisione dei Carabinieri dedicata al patrimonio forestale (le ex Guardie Forestali) o al Ministero dello Sviluppo Economico per consultare la documentazione relativa alla CITES, sapere quale “bestiola” adottare e chiedere la dovuta autorizzazione. Sappiate che chi acquista sul mercato nero un animale esotico tutelato da qualche Convenzione internazionale e/o regolamentazione comunitaria rischia grosso: sanzioni pecuniarie molto elevate, la confisca dell’animale e, in caso di recidiva, la carcerazione.
Chi, invece, volesse solo tenere in casa animali esotici per scopi personali deve richiederne l’autorizzazione al possesso alla propria ASL territoriale, perché la normativa varia a seconda della Regione di appartenenza.
Solo una volta ottenuto il rilascio delle specifiche autorizzazioni, che significa non trattarsi di specie assolutamente proibite, si potrà detenere l’animale. Fra i più diffusi possiamo citare il pappagallo, adorato per i suoi sgargianti colori e (in alcuni casi) la capacità di imitare certi suoni, oppure le iguane da mantenere in un apposito terrario ad ambiente controllato.
Per gli amanti degli animali più audaci rispetto alla media c’è un rilevante mercato di serpenti, talvolta velenosi, corposi ragni pelosi ed insetti temuti come scorpioni e svariate sottospecie di coleotteri di ogni forgia e dimensione.
Oltre alle indicazioni CITES se, per esempio, avete dei dubbi sulla affidabilità del rivenditore di animali più vicino a voi o state per recarvi all’estero ed avete in mente di ritornare con un “souvenir vivo”, non tralasciate la consultazione dell’ultimo aggiornamento all’elenco delle specie protette contenuto nel Regolamento (UE) 160 del 2017 attualmente in vigore.
Ben venga la presenza delle guardie zoofile a tutela della fauna, anche per il fatto che molti proprietari incoscienti di animali esotici pericolosi rilasciano (più o meno consapevolmente) in libertà esemplari che possono mettere in pericolo sia l’uomo che le specie autoctone.Per ulteriori approfondimenti ecco il testo integrale della Convenzione CITES.