Nella splendida cornice della Masseria Stella, realtà rurale già presente sul territorio dal 1500 e oggi adibita all’ospitalità perlopiù internazionale, c’è stata qualche giorno fa la presentazione dei vini nuovi di zecca delle Tenute Bradascio. Ci troviamo, precisamente, sulle colline dell’Alta Murgia, nei pressi dell’antica Peucetia di Monte Sannace, quella fetta di territorio pugliese che, tra muretti a secco e vegetazione autoctona, viene chiamata Valle d’Itria.
Per l’occasione solenne, la Wine Specialists Council è stata invitata a presenziare all’evento insieme all’avv. Giovanni Mastrangelo, sindaco di Gioia del Colle, al presidente del consorzio dei vini di Gioia del Colle DOC Vito Donato Giuliani e degli enologi della Vinifare Group Teodosio D’Apolito e Ivan Loparco.
Le Tenute Bradascio hanno presentato tre vini, di cui solo due in degustazione, giacché il terzo è attualmente in affinamento: si tratta di un Onnè, Puglia IGT Rosato Primitivo 2022, un Puglia IGT Rosso Primitivo 2022, mentre il terzo è un Primitivo atto a DOC 2022 in affinamento.
La Wine Specialists Council, rappresentata dalla sommelier Maddalena Nuzzi, insieme a oltre settanta tra addetti al settore e winelovers, ha potuto degustare un sogno in bottiglia, il sogno di Tommaso Bradascio, patron della Masseria Stella e delle Tenute Bradascio.
I vini sono, in realtà, tre declinazioni dello stesso vitigno, il Primitivo, simbolo della Puglia meridionale, infatti nell’agro di Gioia del Colle e della Valle d’Itria si esprime al meglio con eleganza e carattere, ma, in fondo, è così poliedrico e versatile da riuscire ad adattarsi a tanti e diversi territori.
Le Tenute Bradascio si estendono per un totale di sei ettari di vigneto. Il rosso IGT e il rosso in affinamento sono il risultato della vinificazione di uve provenienti dallo stesso appezzamento, ma con raccolta in epoche differenti. Solo due sono i trattamenti che i viticultori effettuano in vigna e la raccolta nelle prime ore del mattino insieme alla soffice la pressatura sono gli accorgimenti con i quali i produttori riescono a salvaguardare l’acidità e il ph che ritroveremo nel sorso.
Onnè è il nome del Primitivo rosato IGT 2022. Nella sua retroetichetta si legge: «Onnè, la maschera cede il passo al sentimento». Il suo nome, infatti, riprende il concetto filosofico giapponese che racchiude il desiderio di essere se stessi in contrasto con quello che la società si aspetta, circostanza che testimonia la cura e la profondità che si intende raggiungere attraverso la produzione e la degustazione di questo vino dal colore rosato con riflessi corallo. Al naso si presenta con un fruttato di ciliegia e rosa canina, sentori che ritroviamo in bocca con buona componente acida e buona sapidità in coerenza con i terreni calcarei del territorio. Lungo nel finale, un vino trasversale ideale sia come aperitivo sia con primi di mare e ortaggi, ma anche con secondi sia di pesce sia di carne bianca.
Amasis è il nome del Primitivo rosso IGT 2022, un rosso vivace con unghia porpora che denota tutta la sua gioventù. Al naso il Primitivo regala emozioni fruttate molto fresche di fragola, ciliegia e prugna, sentori che si confermano anche al sorso. Non facendo affinamento non ci sono aromi terziari, mentre i tannini, che sono certamente presenti, sono ben addomesticati.
Con il terzo assaggio siamo in presenza di un campione di vino che non ha ancora il vestito, infatti questo primitivo atto a DOC ancora in affinamento si presenta con un rosso rubino intenso ottenuto da grappoli disidratati, persistente e lungo in bocca. La curiosità del prodotto finito è tanta, per cui non ci resta che aspettare la bottiglia tra qualche anno…il tempo farà il suo lavoro!
di Maddalena Nuzzi e Michele Lucivero.