Teoria gender sì e anche no, il “cittadino qualunque” Franco Barbieri chiarisce il suo pensiero a Michele Lucivero: è gara tra pensieri unici?

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Maschio o femmina o gender X
Maschio o femmina o gender X

Abbiamo nei giorni scorsi pubblicato per un sereno anche se acceso confronto una lettera al direttore col titolo “Talebani teoria Gender e misure UE contro Ungheria di Orban: il “cittadino qualunque” Franco Barbieri “provoca”. Attendiamo repliche… diverse” e, poi, “Non esiste alcuna “teoria gender”: facciamo un po’ di chiarezza. “Agorà. La Filosofia in Piazza”: risposta al lettore di ViPiù Franco Barbieri” del nostro Michele Lucivero.

Tralasciando una premessa in cui il “cittadino qualunque”, che ospitiamo spesso su questo mezzo, condividendone o meno le sue opinioni fedeli al nostro stile di apertura a tutti, fa delle affermazioni non tanto lesive del nostro opinionista, prof. Michele Lucivero, e del sottoscritto che lo ha “scelto” ma della credibilità dello stesso Franco Barbieri che nella parte iniziale della sua replica dà l’impressione di essere portatore di quel “pensiero unico” e della “partigianeria” di cui accusa Lucivero, vi sottoponiamo “democraticamente” le sue contro osservazioni, aprendoci al dibattito non solo con Michele Lucivero ma anche con altri che volessero intervenire.

Il direttore

Egregio direttore, innanzitutto (nella mia lettera, ndr) non ho fatto alcun accenno al DDL ZAN (di cui, per vero, aveva parlato con una certa “simpatia” qui, ndr), su cui è già stato detto di tutto ed il contrario di tutto. In merito mi limito solo a ricordare che è osteggiato e considerato liberticida  persino da una parte di chi, in teoria, dovrebbe trarre vantaggi da questo decreto. Così come non ho mai detto di non rispettare o di voler discriminare quelle persone che chiedono di essere accettate e riconosciute per come sono in tutte le varianti sessuali. Il sig. Lucivero usa inoltre un altro dei soliti trucchi  di una certa parte politica. Si  estremizzano e si ingigantiscono delle posizioni (vedi ad es. Jus Soli) che riguardano delle minoranze esigue magari già  difese dalla legge attuale, per non affrontare problemi di ben più ampia portata che investono l’ intera società. Si enfatizzano falsi obbiettivi per due motivi. Il primo sia per nascondere i propri errori passati che hanno creato problemi ben più vasti e seri a tutti sia per nascondere la propria  totale inadeguatezza nell’affrontarli, come ad esempio nel caso dei migranti: accogliamoli tutti , ma poi… nessuno sa cosa rispondere, nessuno si assume la responsabilità delle proprie decisioni.  Il secondo trucco, più subdolo, per introdurre con tanti bei giri di parole quella spersonalizzazione dell’individuo e con essa dell’intera società cui avevo ampiamente dato risalto nella mia lettera ma che, guarda caso, non è stata nemmeno affrontato da chi pretenderebbe di contestarmi, da chi dunque pretenderebbe di trattarci tutti come marionette soggiogate al pensiero unico facendo l’interesse di pochi. Ciò mi autorizza a pensare, anche perché appare ormai sempre più evidente, che certa parte politica sia, più o meno malcelatamente o magari senza nemmeno accorgersene, ormai già prostrata a fare gli interessi  di pochi.

Il problema è che affrontare certi argomenti nelle scuole, già di per sé poco se non per nulla formative, con persone giovanissime, non ancora mature, non  sufficientemente istruite e prive ancora di un maturo senso critico, per far assorbire loro certe teorie è da Talebani del pensiero unico. Basterebbe insegnare loro quel che ci insegnavano i nostri padri ed i nostri nonni: il rispetto. E’ sufficiente leggere le cronache sui reati, anche non di genere,  da parte di giovani e giovanissimi  per capire che il rispetto delle persone, delle leggi e della libertà è un concetto ormai dimenticato dall’insieme educativo scuola/famiglia/mass media, addirittura trascurato se non ignorato dal lassismo politico/giudiziario e da certo permissivismo intelletualoide.  Così poi magari succede quel che è già accaduto in alcune cliniche inglesi, specializzate nel cambio di sesso, che hanno proceduto, con autentica leggerezza ma senz’altro con lauti guadagni, su giovanissimi anche dodicenni, che poi si sono pentiti di aver cambiato sesso, il tutto con terapie che ne hanno minato anche l’integrità fisica a livello osseo.

Poiché  ho imparato ormai anche a leggere tra le righe faccio notare un paio di “chicche” da parte di chi vorrebbe rispondere alle mie “provocazioni”. Il Lucivero dice: ”Pur convenendo col nostro lettore che nella realtà che viviamo non vi sono certezze assolute…”. Come dire che, per il momento, nella realtà che viviamo non vi sono certezze assolute ma un domani chissà? Quanto a tutti sarà imposto il pensiero unico ci sarà un’unica certezza, quella imposta! La seconda chicca è la negazione di una teoria gender. Eppure questa teoria è stata inventata per la prima volta da una filosofa americana, Judith Butler, ai primi anni novanta con la pretesa di mettere in discussione  la naturalità dell’identità di genere mirando a destrutturare lo stesso concetto di maschio e femmina. Trattasi comunque pur sempre di una teoria, discutibile e discussa fin da subito, tanto che, a causa anche del suo linguaggio oscuro, che dà la sensazione di avventurarsi in una verità superiore, la sua visione è stata  considerata una ossessione narcisistica  dell’autopresentazione personale.  I Gay  Pride, insieme a certe ostentazioni di pessimo gusto, ne sono un fulgido esempio.

Affermare poi che l’ utilizzo di parole di genere maschile e femminile sia ”un linguaggio pregiudicato… appannaggio di una determinata posizione politica che ha a che fare con i diritti delle persone…”  è pura follia, una crociata iconoclasta talebana spinta talmente all’eccesso da sfociare nel ridicolo. Tanto che lancio una sfida al mio interlocutore. Replichi pure a questa mia, senza però inventarsi nulla stavolta, senza mettermi in bocca cose che non ho detto, ma senza usare articoli o desinenze di genere con un messaggio non  solo scritto ma anche vocale e vediamo cosa ne esce.

Non era mia intenzione, egr. direttore,  creare polemiche, ma non posso non rispondere a certe “provocazioni”.

Distinti saluti,

Franco Barbieri