A questo punto per l’Lr Vicenza è il caso di pensare solo a come salvarsi. Finitela con i processi, le accuse, le dichiarazioni a vanvera e le bischerate tecnico-tattiche, non servono a niente. Focalizzatevi su un progetto che abbia un obbiettivo minimo e semplicissimo: restare in Serie B. Non si sa cosa potrebbe succedere in caso di retrocessione, sono ipotizzabili perfino le conseguenze più estreme.
La sconfitta dell’LR Vicenza a Terni dev’essere un punto di partenza per arrivare da quota tre (quanti sono i punti in classifica dei biancorossi dopo le prime nove giornate) ai quarantacinque presumibilmente necessari per mantenere la categoria alla trentottesima. Ne servono quindi quarantadue nelle prossime ventinove giornate, se ne sono già persi ventiquattro e ne restano a disposizione ancora ottantasette. Bisogna, di questi, ottenerne circa la metà, e quindi ci si può permettere al massimo altre quindici sconfitte, ammesso però di vincere tutte le altre quattordici gare, il che sembra oggi piuttosto difficile.
L’impresa salvezza non è impossibile, almeno secondo la matematica, ma senz’altro non sarà una passeggiata. C’è poco da fare, tutte le componenti in gioco devono responsabilizzarsi e cambiare immediatamente marcia.
La squadra, ormai è chiaro e checchè ne pensi il presidente, non è un “buon team”. È stata assemblata male mettendo insieme giocatori anziani, giovani non ancora pronti, prestiti e svincolati. Su quelli rimasti dallo scorso campionato forse si è sbagliata la valutazione perché, in questo primo scorcio, non hanno dimostrato di essersi meritati la conferma. Gli acquisti importanti, Proia e Diaw, non hanno assicurato il salto di qualità che ci si poteva aspettare, anzi hanno a loro volta deluso. Gli altri nuovi arrivati in sede di mercato estiva hanno addirittura fatto rimpiangere i colleghi che hanno sostituito. C’è stato infine il clamoroso errore tecnico di aver lanciato un portiere diciannovenne senza esperienza di categoria accantonandolo dopo un paio di partite e rispolverando il titolare del campionato precedente. Un’evidente ammissione di errore.
Su questo gruppo bisogna lavorare duro per portarlo a un livello di rendimento accettabile. Sarebbe sbagliato aspettarsi un colpo di bacchetta magica che trasformi da oggi a domani una squadra mediocre in una che viaggia a ritmi di media classifica. C’è una marea di problemi da risolvere: tecnici, tattici, atletici, psicologici e, forse, anche in spogliatoio. Non si può pretendere che Brocchi, arrivato da meno di un mese, riesca a trasformare subito e radicalmente una squadra che ha ereditato già bell’e fatta.
La sessione invernale del calcio mercato comincia il 3 gennaio e si conclude il 31 dello stesso mese e il calendario della Serie B prevede una sosta dal 29 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022. Questo significa che gli acquisti potranno scendere in campo solo a partire dalla ventunesima giornata (seconda di Ritorno). Ci sono quindi ancora dieci turni da giocare con la rosa oggi a disposizione dell’Lr Vicenza e diciotto avvalendosi di eventuali rinforzi arrivati nel frattempo. Sbagliato, quindi, anche pensare di risolvere tutto con il mercato, che è una tappa ancora lontana e spesso dimostratasi illusoria. Il presidente, con una recente dichiarazione, ha per di più lasciato poche speranze in proposito e non è il caso di aspettarsi investimenti faraonici a gennaio da parte della proprietà. Se anche, invece, ci fossero, non è così semplice trovare a metà stagione i giocatori che servono (che sono tanti). E di maghi del mercato in società non ce ne sono.
Brocchi ha fallito l’esperimento della difesa a tre e del centrocampo basato su due mediani, due esterni e un trequartista. Sono otto i gol incassati nelle tre partite in cui la squadra è scesa in campo con questo modulo e altrettante sono quelle in cui i biancorossi non hanno segnato. Non è il caso di dar troppo peso a quella con il Pordenone, che è stata atipica e eccezionale e in cui, comunque, i “ramarri” hanno segnato due reti e colpito un palo. Il neoallenatore del Vicenza passi ora a un modulo iperdifensivo per assicurare l’obbiettivo minimo e imprescindibile di non perdere, che passa inevitabilmente per una blindatura della difesa (la seconda più battuta del girone). Quanto al centrocampo, visto che ha un regista di ruolo a disposizione, lo faccia giocare come conviene, assistito da due mediani che siano due mastini e da una coppia di esterni che corrano dall’inizio alla fine. Una punta è più che sufficiente e Diaw ha le caratteristiche per reggere il ruolo.
Cerchi anche, Brocchi, di capire perché i suoi giocatori siano così bravi in allenamento e così scarsi in partita. La stessa contraddizione l’aveva messa a fuoco anche Di Carlo ma non aveva trovato soluzione. Questo è un problema tecnico e va risolto con il supporto magari di un team manager e di uno psicologo. Se si continua così, ci si fa solo ridere dietro.
La società ha perso la fiducia dei tifosi e sta facendo poco per riacquistare credibilità. L’epoca della eterna riconoscenza e della impropria omologazione con i centodiciotto anni del vero calcio vicentino è finita e, per pretendere di essere gli eredi dell’ACV, del Lanerossi Vicenza e del Vicenza Calcio, bisogna meritarselo. Sennò la gente torna a ricordarsi che sei l’ex Bassano, che dobbiamo scrivere con l’apostrofo prima di Lr perché ti chiami Ellerre Vicenza (e quindi scriviamo, che brutto!, l’Lr Vicenza) e che non hai mai vinto la Coppa Italia, non sei mai arrivato secondo in Serie A e che nemmeno ci sei rimasto per venti campionati consecutivi come la Nobile Provinciale.
Ci si aspetta quindi una mossa forte e immediata dei Rosso, basta giocare in difesa e sottotono. La tifoseria dell’Lr Vicenza ha bisogno di parole chiare (magari non in inglese), di certezze, di affidabilità.