“Terrestri 2019-20”, la nuova stagione del contemporaneo al Teatro Astra

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Da sinistra: Meggiolan, Zanotelli, Siotto, Cecchini

È al tempo stesso qualcosa che nasconde e rivela; da sempre simbolo del teatro, secondo alcuni il suo nome antico era “persona” – dal latino per, “attraverso”, e sonare, “risuonare”: è la maschera, che l’attore indossava per nascondere il volto e amplificare la voce. E per poter, così, dire la verità. Oggi le antiche maschere non vengono più usate, ma il teatro non ha smesso di dire la verità. E continua a farlo attraverso quelle maschere contemporanee che sono le storie portate sulla scena. È proprio una maschera contemporanea, a metà tra uomo e animale, l’immagine simbolo di “Terrestri 19/20”, la nuova stagione del contemporaneo del Teatro Astra. Una maschera che racconta una storia in bilico tra natura e tecnica, ragione e violenza, arcaicità e fantascienza, paura e speranza. Forse la storia di un moderno Minotauro, simbolo di qualcosa che è dentro ognuno di noi e che, dal labirinto in cui l’abbiamo imprigionato, ci chiede di essere riconosciuto. Di sicuro, una storia su di noi. Una storia raccontata in 9 spettacoli per vedere, attraverso la maschera, noi stessi.

Il progetto è curato dal Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia per il Comune di Vicenza con il sostegno di Ministero dei Beni e le Attività culturali e Regione Veneto.

Terrestri 2019/20” è stato presentato oggi in sala Stucchi dall’assessore alla cultura Simona Siotto e, per La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale, il direttore Pierluigi Cecchin e i curatori della stagione Nina Zanotelli e Sergio Meggiolan.

“Come sempre Piccionaia propone un programma corposo costruito in modo intelligente investendo sulle relazioni, creando sinergie con altre realtà culturali della città in modo da ottenere ogni anno risultati migliori – ha dichiarato l’assessore alla cultura Simona Siotto -. Ritengo sia proprio questo il modo giusto di procedere per in ambito culturale, perchè la cultura deve vivere di stimoli diversi e sempre nuovi. Fondamentale è inoltre che la cultura si apra alla città con proposte nuove e differenti in modo che i cittadini possano godere di un’ampia offerta”.

“Oggi presentiamo una stagione teatrale che ci vede felicemente collocati nel sistema culturale della città – ha dichiarato Pierluigi Cecchin – e, per questo, il nostro ringraziamento va all’Amministrazione Comunale e, in particolare all’Assessorato alla Cultura. Ricordiamo anche il sostegno costante della Regione e del Ministero, che ci consente di realizzare complessivamente tutta l’attività della nostra struttura”.

Il cartellone andrà dal 15 novembre al 3 aprile e avrà per protagonisti grandi nomi della scena nazionale come Emma Dante, Giuliana Musso e Mario Perrotta che presenteranno i loro ultimi lavori, ospiti internazionali come Agrupación Señor Serrano e Nassim Soleimanpour, esponenti di spicco della nuova drammaturgia come Frosini/Timpano, Carrozzeria Orfeo e Babilonia Teatri e giovani talenti come la compagnia-rivelazione Kepler 452. Dal teatro partecipato alla performance, dalla narrazione ai linguaggi visivi, fisici e di danza, dalla tradizione alle nuove tecnologie. Uno sguardo sul teatro che lavora sull’innovazione dei linguaggi e sfida lo spettatore e l’artista con interpretazioni sempre originali.

“Questa stagione – ha dichiarato Nina Zanotelli – nasce dall’impegno su quattro obiettivi a cui teniamo molto: l’attenzione per l’innovazione dei linguaggi e dei processi artistici, l’ospitalità di artisti di significato a livello nazionale e internazionale, la proposta di spettacoli che parlano del presente come strumento di riflessione, rielaborazione personale e dialogo, e infine lo sviluppo di una progettualità artistica complessiva, che si articola durante tutto l’anno, non solo con spettacoli ma anche con esperienze innovative di partecipazione in cui lo spettatore è protagonista”.

In programma anche una serie di appuntamenti fuori abbonamento, nati da progettualità dedicate alle giovani generazioni: a partire dall’anteprima di domenica 6 ottobre (ore 21) con la mise-en-espace “Terrestri”, creata appositamente per il Teatro Astra da Tindaro Granata con un gruppo di attori under35 nell’ambito di un progetto di emersione della creatività under35 curato da La Piccionaia con il sostegno di Fondazione Cariverona. Passando per “Simposio del silenzio” (sabato 18 aprile), progetto di esordio autorale di Lucrezia Maimone – vincitore del Premio CollaborAction KIDS 2018 di Anticorpi XL – Network Giovane Danza d’Autore di cui la Piccionaia è partner e sostenitore – che verrà ospitato dal Teatro Astra nell’ambito del Festival Danza In Rete Off della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. E poi, ancora, i progetti per lo spettatore protagonista “Astraclub” e “Astranauti”, il progetto “Astralab” (workshop con Tindaro Granata, DOYOUDaDA e Agrupación Señor Serrano, per attori e appassionati dei linguaggi artistici), il laboratorio teatrale permanente “Fabbricateatro” e il progetto “Back to school” per l’avvicinamento dei giovani all’arte teatrale, in collaborazione con le scuole superiori della città, fanno di “Terrestri 2019-20” molto più che una semplice rassegna di spettacoli: un luogo di elaborazione culturale, di partecipazione, di sviluppo di comunità e di sostegno alla crescita della persona.

Inaugura il cartellone, venerdì 15 novembre, una tra le compagnie più innovative della scena internazionale, Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2015: dopo “A house in Asia”, all’Astra nel 2017, tornano sul palcoscenico vicentino i catalani Agrupación Señor Serrano con la unica regionale di “Bride”, vincitore del Premio dei Critici di Barcellona 2016 come Miglior spettacolo di nuove tendenze e del Premio Butaca 2017Premi di Teatro di Catalogna, Nuove drammaturgie. Uno spettacolo sperimentale e multimediale popolato di live-video, di oggetti, degli uccelli di Hitchcock, di 2000 animali in miniatura, e poi di guerre, contrabbandieri, una migrazione di massa e tre attori, per una riflessione su una società a due velocità, in cui un divario incolmabile separa mondi confinanti.

Arriva invece dall’Iran Nassim Soleimanpour, giovane e pluripremiato autore per la prima volta ospite all’Astra venerdì 29 novembre con il suo “White rabbit red rabbit”: un testo scritto nel 2010 quando Nassim, all’epoca 29enne, fu privato del passaporto per avere rifiutato di prestare il servizio militare e gli fu così impedito per tre anni di uscire dal Paese. Uno spettacolo rappresentato in tutto il mondo e in più di 20 lingue, interpretato ogni volta da un attore o un’attrice diversi, senza prove e senza conoscere il testo, che viene estratto da una busta sigillata una volta in scena. Per questo, agli spettatori e alla stampa si chiede discrezione e rinuncia al racconto contenutistico. Giovanni Franzoni, già all’Astra come interprete di “Caro George” diretto da Antonio Latella, ha accettato questa sfida per il palcoscenico vicentino. Uno spettacolo che è un esperimento sociale, un gioco, contro ogni censura e ogni distanza geografica e culturale.

Si torna in Italia, venerdì 13 dicembre con l’anteprima nazionale del nuovo lavoro di Mario Perrotta, che sarà in residenza all’Astra durante la settimana precedente con una sessione di prove aperte, dedicate in particolare ai ragazzi delle scuole superiori. Lo spettacolo è prodotto da La Piccionaia e Teatro Stabile di Bolzano e il suo debutto è atteso al Piccolo di Milano nel gennaio 2020: “un’operazione importante – spiega Nina Zanotelli – che mette in rete la nostra città con due tra i più importanti teatri italiani”. “Della madre”– questo il titolo dello spettacolo – è il secondo capitolo della trilogia “In nome del padre, della madre, dei figli” dell’attore, drammaturgo e regista pugliese tre volte Premio Ubu e, con la consulenza drammaturgica di Massimo Recalcati, indaga le trasformazioni storiche e insieme l’essenza della figura materna, divisa tra i retaggi della cultura patriarcale e il narcisismo contemporaneo.

Spazio a giovani talenti, venerdì 17 gennaio con Kepler-452 e il suo “Il giardino dei ciliegi. Trent’anni di felicità in comodato d’uso”, vincitore del Premio Rete Critica 2018. Lo spettacolo mescola l’opera di Cechov con la storia vera di una famiglia di sgomberati di Bologna, per interrogarsi su che cosa significhi perdere un luogo dell’anima per ragioni economiche. Sul palco, anche Annalisa Lenzi e Giuliano Bianchi, i veri protagonisti della storia: fondatori di un’associazione per la cura degli animali, per trent’anni hanno accolto in casa babbuini e boa constrictor, ma anche carcerati e una famiglia rom, in un giardino dei ciliegi contemporaneo fatto di animali, relazioni e felicità. A seguire, torna all’Astra una delle più grandi soliste della scena nazionale, Giuliana Musso, che venerdì 31 gennaio e sabato 1° febbraio presenterà in doppia replica il suo nuovo lavoro dal titolo “La scimmia”: una potente riscrittura del racconto di Franz Kafka del 1917 “Una relazione per un’Accademia”, che ha per protagonista un essere metà scimmia e metà uomo che parla, canta e balla. Un personaggio che, attraverso il corpo e la voce di Giuliana Musso, diventa metafora dell’adattamento dell’individuo al sistema patriarcale – violento e pericoloso – che gerarchizza tutti gli esseri viventi e impone la rinuncia all’intelligenza del corpo, al sapere dell’esperienza e dell’emozione: una rinuncia drammatica, che priva l’individuo di quella voce interiore, integra e autentica, che sola è in grado di esprimere l’intelligenza empatica così indispensabile alla sopravvivenza. Un altro ritorno, attesissimo dopo il successo della scorsa stagione con “Acqua di colonia”, quello di Elvira Frosini e Daniele Timpano, che venerdì 14 febbraio presenteranno in unica regionale “Gli sposi. Romanian tragedy”, dal testo del drammaturgo francese David Lescot. Dopo l’indagine tragicomica sul colonialismo italiano, un’altra controversa pagina collettiva cade sotto gli strumenti affilati di questi due autentici mattatori del palcoscenico, capaci di aprire crepe sottili nella narrazione dell’occidente capitalista, democratico e trionfante di cui facciamo parte: la dittatura di Nicolae Ceausescu ed Elena Petrescu, moderni Macbeth e Lady Macbeth dei Balcani, tiranni sanguinari e capricciosi ma anche una coppia di sposi ordinaria, mediocre e grottesca. E dopo “La scortecata” torna anche Emma Dante, regista siciliana che – radicata nella lingua e nell’universo emotivo della sua terra per raccontare e restituire la voce a creature che, nella società e nella storia, non ne hanno – è una tra gli esponenti più importanti del teatro italiano nel mondo. “Misericordia”, in programma in unica regionale venerdì 28 e sabato 29 febbraio, racconta la storia di tre donne, Anna, Nuzza e Bettina, che vivono in un tugurio fatiscente con Arturo, un ragazzo orfano e menomato. Una favola comica e commovente, che esplora l’inferno di un degrado terribile, tra povertà, analfabetismo e provincialismo, sempre più ignorato dalla società, e che racconta la fragilità, la sconfinata solitudine, la disperata vitalità e tenacia delle donne. Sarà invece una prima volta per l’Astra quella di Carrozzeria Orfeo, una delle realtà più interessanti della nuova scena, fondata nel 2007 e vincitrice, tra gli altri, del Premio Nazionale della Critica 2012, del Premio Hystrio-Castel dei mondi 2015 e del Premio Hystrio Twister 2016. Popolari e profondi, divertenti e irriverenti, crudi e fortemente poetici, il loro è un teatro che fotografa un’umanità instabile, carica di nevrosi e debolezze, penetrando nella contemporaneità attraverso un occhio lucido, divertito e innamorato dei suoi personaggi. L’appuntamento è per venerdì 20 marzo con “Cous cous klan” che, ambientato in un mondo in cui l’acqua è stata totalmente privatizzata e il divario tra ricchi e poveri è sempre più estremo, racconta la storia di una piccola, disfunzionale e buffa comunità di sopravvissuti. Chiude il cartellone, venerdì 3 aprile, Babilonia Teatri con “Padre nostro”, ultimo capitolo della ricerca tempo pop e sovversiva della compagnia veronese Leone d’Argento per l’innovazione teatrale alla Biennale di Venezia 2016. In scena, un padre con i suoi due figli adolescenti – padre e figli anche nella vita – accompagnati da ciò che li unisce e ciò che li allontana e impegnati in una resa dei conti che non ammette fine. Un ritratto di famiglia dove niente è al suo posto, nel quale il gioco linguistico apre una serie di riflessioni sulla parola “padre” e sulla battaglia che oggi si sta combattendo su di essa.

“Quello che ci proponiamo è di realizzare un progetto culturale che non sia effimero, ma che abbia una ricaduta sulla città – hanno continuato Nina Zanotelli e Sergio Meggiolan -. Per questo, gli artisti che ospiteremo abiteranno la città per alcuni giorni, incontrando gli spettatori e altri artisti del territorio; e così anche saranno a Vicenza in residenza creativa gli attori under35 – provenienti da tutta Italia e selezionati da La Piccionaia attraverso una call che ha raccolto più di 100 candidature – che saranno diretti da Tindaro Granata nella mise-en-espace che non a caso porta il nome della stagione. Lo spettacolo di Lucrezia Maimone, poi, è un esempio virtuoso di come la sinergia tra due strutture cittadine fortemente competenti – La Piccionaia e il Teatro Comunale in questo caso – possano contribuire alla nascita di progetti autorali importanti. E ancora, i laboratori: quello in collaborazione con il Dipartimento di Musica Elettronica del Conservatorio di Vicenza, che vedrà Giulio Boato e Juliette Fabre lavorare con gli studenti sul tema della distopia, e quello con Agrupación Señor Serrano sul multimediale, per cui apriremo una call pubblica. Con il progetto ‘Back to school’ entreremo poi nel Liceo Artistico Boscardin dove proveremo a gettare dei semi tra quelli che saranno gli artisti di domani, e con le masterclass di Fabbricateatro porteremo a Vicenza artisti di livello nazionale e oltre, come Matteo Cremon (lavoro d’attore), Lorenzo Maragoni (drammaturgia), Giuseppina Casarin (canto popolare), Francesca Foscarini (movimento) e Abdherraim El Hadiri (narrazione). Infine, il dialogo con forme d’arte diverse dal teatro. Dopo il percorso quadriennale sulla fotografia, quest’anno il progetto di costruzione dell’immagine della stagione ha coinvolto un giovane artista visivo, Simone Del Pizzol, che lavora con la pittura, l’incisione e il collage. Abbiamo scelto sua opera intitolata ‘Maschera di bue’ (vernice molle, acquaforte e bulino su lastra sagomata), un’opera stratificata ed evocativa, che abbiamo sentito risuonare con significati che ha per noi il teatro”.

Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21. Gli abbonamenti saranno disponibili dal 2 ottobre, in due diverse formule: il completo all’intera rassegna (intero euro 90, ridotto euro 80) e il carnet a 5 spettacoli a scelta (intero euro 65, ridotto euro 55). Per gli studenti delle scuole superiori, disponibile l’Astra Card per 5 ingressi, utilizzabile anche da più persone per lo stesso spettacolo, al costo di euro 25.

Abbonamenti, carnet e Astra Card saranno acquistabili presso l’Ufficio del Teatro Astra (contra’ Barche 55) con i seguenti orari: dal mercoledì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17.45, e fino al 9 novembre anche il martedì e il sabato dalle 10 alle 13 e il mercoledì fino alle 19. Saranno a acquistabili anche on-line sul sito del Teatro Astra.

I biglietti per i singoli spettacoli saranno in vendita dal 9 novembre, al costo di euro 15 l’intero, euro 12 il ridotto, euro 10 per gruppi di minimo 10 persone e euro 8,50 per i corsisti delle scuole di teatro e danza della città.

Informazioni per il pubblico: Ufficio Teatro Astra, contra’ Barche 55 – Vicenza; telefono 0444 323725, info@teatroastra.it, www.teatroastra.it

A disposizione del pubblico il parcheggio del Circolo Tennis Palladio 98. Il parcheggio ha capienza limitata: si consiglia di arrivare in anticipo. Per altri parcheggi limitrofi, consultare il sito http://www.aimmobilita.it/it/mobilita/auto. Anche quest’anno, prima e dopo lo spettacolo sarà attivo l’angolo Equobar con i suoi prodotti di caffetteria, pasticceria e snack equosolidali, biologici e a km zero.