“2015. Sembravano vent’anni fa… Sono arrivati in fila indiana, salutandomi uno per uno con lo sguardo basso, in silenzio. Erano una ventina al primo incontro, seduti in cerchio sul palco del teatro di Messina in un assolato pomeriggio di settembre… – Guardate, non sono qui per chiedervi chi siete, da dove venite o se scappate da una guerra. Tutto quello che vorrei sapere da voi è: che libri avete letto, che musica ascoltate e quali film vi piacciono”. “Stay hungry” Indagine di un affamato è lo spettacolo del giovane talento Angelo Campolo, vincitore del premio nazionale In-Box 2020: rete di sostegno del teatro emergente italiano, in scena, con la sua compagnia Daf, venerdì 21 gennaio alle 21 al Teatro Astra di Vicenza.
La proposta della rassegna Terrestri 2021-2022, la stagione del contemporaneo curata dal Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia per il Comune di Vicenza con il sostegno del Ministero della cultura e della Regione del Veneto, è un racconto aperto al pubblico dell’avventura dell’attore e regista messinese stesso, diviso tra Milano e Messina, impegnato in un percorso di ricerca teatrale nei centri di accoglienza in riva allo stretto: “«Idriss, scusa, se vuoi in scena puoi metterti i pantaloni lunghi invece dei pantaloncini corti…» «Perché?» «Perché magari hai quella ferita che si vede che la gamba è un po’…» «Bruciata! Me l’ha fatta motoscafo in mare» «Eh, lo so, mi dispiace…» «No, perché? Questa mi ha fatto immortale» «Immortale? Come?» «Sì, immortale! Mi ricorda che se non sono morto quella volta, basta, io non muoio più»”.
Il monito di Steve Jobs, “Stay Hungry”, risuona in chiave beffarda nel caleidoscopio di storie umane, da Nord a Sud, che attraversano i ricordi di questa autobiografia, in cui vittime e carnefici si confondono, bene e male sono divisi da confini incerti e tutti i personaggi sono segnati, ciascuno a suo modo, da una “fame” di amore e conoscenza, in un tempo di vuoti che diventano voragini: “Perché ci ostiniamo a credere che il teatro sia una cosa buona, in grado di aiutare gli altri…?”. La risposta di Angelo Campolo, fondatore e ideatore della compagnia Daf formatosi alla scuola del “Piccolo Teatro” di Milano, finalista del premio Ubu 2016 come “miglior attore under 35” e vincitore di numerosi riconoscimenti nazionali (tra i quali il premio “Scintille” ad Asti Teatro Festival, il premio “Giovani realtà del teatro italiano” del CS di Udine e il premio “Sillumina – Nuove opere” indetto da Siae e Mibact), è condurci nei suoi laboratori dove, attraverso il suo approccio creativo, l’incontro con un gruppo di giovani migranti segna l’inizio di un’avventura resa speciale anche dall’ideazione scenica curata da Giulia Drogo: sul fondo un’area di ricerca (tavolo, computer, microfoni, schermo sul quale proiettare il materiale richiesto dal bando che scandisce i capitoli della narrazione) e davanti, in proscenio, a contatto con gli spettatori, lo spazio/laboratorio dedicato al racconto.
Tre anni di vita, tra il 2015 e il 2018, diventano la storia di un’Italia che schizofrenicamente ha aperto e poi richiuso le porte dell’accoglienza, lasciando per strada storie, sogni, progetti, relazioni umane avviate al grido (eccessivamente entusiastico) di Integrazione. Proprio per la sua attualità e potenza, l’opera era stata selezionata, nel maggio 2020, dal gruppo di spettatori del Teatro Astra partecipanti ad “Astranauti”, il progetto di accompagnamento alla visione critica curato da La Piccionaia, tra i sei lavori finalisti di In-Box, la più grande rete nazionale per la circuitazione del teatro emergente.
Una serata, quella di venerdì, all’insegna della centralità di chi partecipa alle attività del Teatro Astra di Vicenza anche grazie all’iniziativa “Paradiso ritrovato Racconto mobile di immagini analogiche istantanee”: “Un piccolo dono offerto dal Teatro Astra ad un gruppo dei suoi spettatori, spiega Stefano Questorio, artista cha ha curato il laboratorio omonimo in teatro. Sono stato invitato a creare per loro un breve percorso che unisse le mie competenze in ambito coreografico e fotografico, e che ha preso forma attraverso una ri-abitazione del luogo teatrale, della sua sacralità, del suo essere contenitore di corpi, di storie e di visioni. Durante i cinque incontri i partecipanti sono stati invitati a affrontare alcune pratiche coreografiche da me proposte per poi creare una piccola testimonianza attraverso la fotografia istantanea, una piccola drammaturgia che creasse dei racconti attraverso le polaroid”. Il racconto mobile rimarrà installato nel foyer del teatro fino al termine della stagione.
Il primo appuntamento del 2022 di “Terrestri”, infine, è una nuova occasione di confronto e riflessione per gli spettatori curiosi di Astraclub, che di volta in volta affrontano un viaggio guidato tra gli argomenti trattati dagli spettacoli in cartellone. Un’attività per mantenere un contatto costante con il pubblico, in un dialogo aperto e continuo, elemento centrale nelle attività promosse da La Piccionaia.
I biglietti sono in vendita al costo di 15 euro per l’intero, 12 euro per il ridotto e 10 euro per i gruppi con minimo dieci persone.
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Fonti: “Terrestri”, al Teatro Astra “Stay Hungry” di Angelo Campolo , Comune di Vicenza