Chi è il terrorista? Dalla base Usa di Vicenza alla sudditanza di Salvini, non possiamo essere complici

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chi è il terrorista?
chi è il terrorista?

Quello che risulta (o che vogliono far risultare) è che gli USA hanno “fatto fuori” un pericoloso terrorista. In definitiva un’azione “meritevole”. I fatti e gli antefatti, però, sono ben diversi. Proviamo a riassumerli in alcuni punti.

Gli USA hanno scatenato una guerra in Iraq basata su prove false, su armi di sterminio di massa inesistenti e, quindi, mai trovate, hanno ucciso centinaia di migliaia di cittadini iracheni. Francia, Gran Bretagna e USA hanno bombardato la Libia e ucciso il colonnello Gheddafi scatenando il caos in quel paese.

Gli USA (come si evince da varie fonti) hanno finanziato, addestrato, fornito di armi e mezzi i terroristi dell’Isis (direttamente o tramite paesi arabi amici) allo scopo di destabilizzare l’intero scacchiere medio-orientale e in particolare la Siria di Assad e l’Iran. La guerra in Siria è iniziata sotto il marchio di “primavera araba” facendo credere al mondo che il popolo siriano si sollevava chiedendo “democrazia”. I massacri e le devastazioni che si sono avute in tutti questi anni di guerra in Siria sono, quindi, frutto della volontà occidentale di distruggere il legittimo governo di Assad. E di appropriarsi delle risorse di quel paese.

La Russia è intervenuta in difesa di Assad e ha permesso di sconfiggere l’Isis. Questo è avvenuto anche grazie all’intervento dell’Iran che da subito si è opposto alla crescita dell’Isis.

Gli USA, in Siria, hanno prima utilizzato il popolo kurdo, da sempre discriminato, in funzione anti Assad, poi lo hanno abbandonato al suo destino che ha significato il massacro perpetuato dalla Turchia di Erdogan. Turchia che in questi giorni ha comunicato di voler intervenire in Libia con “soldati” provenienti dalle fila del terrorismo islamico sconfitto in Siria (gruppi associati ad Al Qaeda).

Nel frattempo l’Arabia Saudita ha continuato a bombardare lo Yemen grazie al consenso e alla collaborazione di USA e NATO (e dell’Italia che ha fornito materiale bellico) provocando migliaia di vittime (uomini, donne, bambini) in una guerra volutamente “dimenticata” dai media occidentali.

Nel fattempo Israele (principale alleato degli Stati Uniti) ha continuato con la sua politica di violenta discriminazione nei confronti dei palestinesi e ha condotto innumerevoli azioni militari in territorio siriano colpendo basi governative.

È cosa nota che in tutti questi conflitti è intervenuto direttamente o indirettamente l’Iran. Il generale Soleimani era il capo delle missioni iraniane all’estero e ha contribuito in maniera determinante a sconfiggere il terrorismo di Al Qaeda e Isis liberando i territori da questi controllati.

Soleimani è stato assassinato da un attacco USA comandato direttamente da Trump.

Sarebbe giusto porsi alcune domande. Chi è il terrorista? Chi il “macellaio”? E chi mette realmente in pericolo la pace del mondo? Non è, forse, l’impero statunitense (soprattutto con i presidenti Bush, Obama e Trump, nessuno escluso) ad aver scatenato il caos e a iniziare guerre che hanno prodotto milioni di vittime?

Proviamo a rispondere a queste domande, senza tenere conto delle informazioni che ci ripetono i media asserviti al potere. A qualcuno potrà essere indigesto che la parte “giusta” o, per lo meno, “meno peggiore” in tutte questi conflitti sanguinosi sia stata interpretata dall’Iran ma i fatti dimostrano che è così. I principali assassini sono quelli che, dicendo di combattere il terrorismo, lo hanno foraggiato e hanno provocato incendi che non sono ancora stati spenti. Anzi che continuano ad essere alimentati da loro stessi. Incuranti delle vittime e dei massacri scatenati.

Adesso ci fanno sapere che dalla base di Vicenza e dalle altre basi statunitensi in territorio italiano partiranno militari per “difendere” gli interessi dell’impero statunitense in medio-oriente. Possiamo renderci complici del disastro che si preannuncia? No di certo. Possiamo negare qualsiasi appoggio (tattico o strategico) alle forze armate statunitensi? Certamente, basta avere un minimo di dignità e attuare la nostra costituzione che ripudia la guerra e privilegia la diplomazia. Ne abbiamo le capacità come governo? Chiaramente bisogna dubitare. È comunque venuto il momento di opporsi alla politica imperialista e coloniale statunitense. È venuto il momento di uscire dalla NATO e di dimostrare la nostra sovranità (che è cosa ben diversa dal sovranismo) nei riguardi degli USA (vero e proprio stato canaglia globale).

Non possiamo essere complici. Lasciamo questo ruolo a chi, come Salvini, è stato prontissimo ad affermare la sua totale sudditanza nei confronti di Trump (reo confesso dell’assassinio che può innescare un conflitto globale) o a chi non fa sentire nessuna voce o, al massimo, un tremolante e inutile sussurro (e qua sono tutti coinvolti, “sardine” comprese). Condanniamo nella maniera più ferma e assoluta l’assassinio del generale Soleimani, vero e proprio atto di terrorismo.

Se ci fosse un minimo di giustizia il tribunale dell’Aia dovrebbe processare (e condannare) Trump e la sua cricca… ma forse, in questo caso, l’esercito statunitense raderebbe al suolo anche parte dell’Europa.

Infine, è di queste ultime ore sia la richiesta del governo iracheno agli Stati Uniti e agli altri paesi suoi alleati di abbandonare il paese, sia l’ulteriore minaccia di Trump che si dice pronto a colpire anche i siti culturali dell’Iran dimostrando l’arroganza propria di chi odia l’intelligenza. Come e peggio di quei terroristi che dice di voler combattere.

Allora, chi è il terrorista?

Giorgio Langella, segretario Pci – federazione regionale del Veneto

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.