Terza edizione del Questionario per la Festa dei Nonni, realizzato dalla Fnp Veneto tra i propri iscritti.
“Emerge ancora di più l’amarezza di sentirsi trattare come tappabuchi per la mancanza di servizi, fatto che mette in secondo piano quel ruolo motivazionale di trasmissione dei valori e della storia familiare che i nonni sentono l’esigenza di rafforzare”, afferma Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto, promotrice del sondaggio.
“Più che i numeri – continua la segretaria – sono state le risposte aperte a darci uno spaccato molto interessante su com’è davvero essere e fare i nonni, che chiedono più riconoscimento e chiedono di aiutare davvero le famiglie. Anche perché molti si rendono conto che per i nonni di domani la situazione sarà più difficile, tra invecchiamento della popolazione, allungamento dell’età per avere il primo figlio e regime interamente contributivo per le pensioni». Il 2 ottobre è la Festa dei Nonni ricorrenza stabilita per legge (n. 159/2005) per “celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”: «Se dal nostro sondaggio in famiglia questo riconoscimento c’è – conclude Cupani – la società ha un grande debito da colmare”.
Anche quest’anno la Fnp Veneto ha coinvolto per il questionario i propri iscritti, ricevendo 568 risposte valide da tutto il Veneto. Il campione è quindi composto da 300 nonni e 268 nonne, per la maggior parte nonni giovani (fascia d’età 60-69 anni, 52,5%) e un oltre un terzo nella fascia d’età dei 70enni (35,4%). Oltre un terzo dei nonni (34,7%) ha un nipote, mentre quasi un altro terzo (29,8%%) ne ha 2. Il dato è in linea con due fattori demografici noti: l’età in cui si ha il primo figlio (quindi nipote) si è spostata in là, e si fanno meno figli. Complessivamente i “nostri” sono nonni di 1.345 nipoti: il 33,1% in età prescolare 0-5 anni, il 26,4% nella fascia 6-10 anni, il 12,5% in quella 11-13 anni, il 13% nella fascia d’età 14-17 anni, il 12% in quella 18-29 anni e il 2,9% ha nipoti 30enni o più. Del resto, hanno risposto al questionario anche 9 bisnonni. L’83,5% dei rispondenti (474 risposte) ha dichiarato di occuparsi dei nipoti, il 9% ha detto di averlo fatto in passato, mentre il 7,6% non è coinvolto nella gestione dei nipoti.
Fra quanti si occupano dei nipoti, il 43% ne assiste uno, il 34,2% ne assiste due e il 22,8% di tre o più. Quanto alla frequenza, quasi un terzo dei nonni coinvolti dalla gestione dei nipoti (il 30,4%) lo è tutti i giorni, quasi la metà (il 47,3%) periodicamente: per due famiglie su tre, quindi, poter contare sui nonni è essenziale per la gestione ordinaria della famiglia stessa. E ciò è evidente da “cosa” fanno i nonni e “perché”.
Per il 52,3% delle famiglie, infatti, è necessario affidarsi ai nonni perché gli orari di lavoro non sono compatibili con gli orari garantiti dai servizi per l’infanzia e per i ragazzi, e con gli orari delle loro attività. Questa motivazione supera di gran lunga la fiducia nella figura dei nonni (34%). Ecco quindi che l’attività principale dei nonni (il 70%) riguarda accompagnare o ritirare i nipoti dall’asilo o dalla scuola, cosa che, ricordiamo, è obbligatoria fino alla scuola secondaria di primo grado (scuola media). Attività seguita dal preparare per loro i pasti (53%), ma anche accompagnarli o ritirarli nelle attività sportive o ricreative (46,4%). Anche il fattore economico “pesa” sui nonni: quasi il 37% segnala che affidarsi ai nonni è anche una questione finanziaria tra costi troppo elevati per avvalersi di baby sitter (30,6%) o degli stessi servizi per la prima infanzia (6,3%).