Si terrà domani (venerdì 22 marzo) il terzo appuntamento della rassegna culturale “Il Sentiero della Fede – Conversazioni e musica”, una produzione realizzata dal Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza in collaborazione con l’Istituto Diocesano di Musica Sacra e Liturgica di Vicenza e Ardea Associazione per la didattica museale, con il patrocinio del Comune di Vicenza.
L’incontro è in programma alle ore 20.30 presso la Sala Concerti “Marcella Pobbe”dell’istituto musicale (in Contra’ S. Domenico, 33) ed è suddiviso, come viene spiegato nel sottotitolo, in una parte di “conversazione”, su temi di fede e spiritualità, e in una di “musica”. La nuova data riveste poi una certa importanza, perché “apre” la rassegna ai riti e alle musiche sacre dell’India.
Ci sarà dunque la conversazionecon la prof.ssa Monia Marchetto “L’asceta Baba Kinaram: benevolenza e disciplina presso le vie yogiche indiane che conducono all’unione con la Divinità Suprema” e a seguire l’esecuzione, a cura delle classi di Canto, Bansuri e Tabla del Dipartimento di Musica indiana del “Pedrollo”, di “Tilak Kamod”, raga serale (il raga è un nucleo di suoni tipico della cultura indiana) del Maestro Ustad Ali Akbar Khan, articolato in: Preludio (Alap e Jhor), Canto devozionale del poeta Kabir (XV secolo), Tarana per voci, bansuri e tabla nel ciclo ritmico Tintal.
Monia Marchetto è docente di lingua hindi presso il Conservatorio; è stata anche docente di lingua e letteratura hindi presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. È membro del consiglio direttivo della Venetian Academy of Indian Studies. Si occupa di letteratura contemporanea hindi e di letteratura tantrica e pur?nica, argomenti sui quali ha pubblicato vari articoli. Circa l’argomento trattato nella relazione, Baba Kinaram fu un celebre asceta appartenente all’aghora marga, una particolare via yogica tantrica, diffusa nell’India centro-settentrionale e con una sede storica presso l’antica città di Benares.
Gli aghori sono temuti e rispettati per la loro ascesi molto severa e il loro profondo distacco dalle cose del mondo. L’aghora marga accoglie al suo interno persone appartenenti a qualsiasi casta e tradizione rivelandosi, in una terra fortemente conservatrice quale l’India, come una via rivoluzionaria ed universale.