Terzo mandato, Salvini vuole Zaia ma la Lega in Veneto affossa il Fine vita. Ci guadagnano FdI e De Carlo

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Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia

Terzo mandato e Fine vita: due fatti politici che hanno caratterizzato la giornata di ieri e che offrono una lettura per le elezioni regionali del Veneto 2025. Dentro c’è la regione, certo, ma c’è anche Roma. E la Basilicata, il Piemonte e la Sardegna. Come è noto, i big del centrodestra trattano per i candidati di queste regioni.

Intanto, Giorgia Meloni ha posto un “No” al terzo mandato per i governatori. Quando la Lega e Salvini hanno tentato di inserire anche le regioni nel decreto sull’Election day (per l’accorpamento in unica data, 9 giugno 2024, delle elezioni europee e regionali, ndr) e non solo i comuni sotto i 15mila abitanti, come da intesa con FdI, la premier ha fatto arenare il provvedimento.

Questa mattina, ospite a Agorà, Matteo Salvini ha parlato della legge sul Fine Vita votata ieri dal Consiglio della Regione Veneto (leggi qui): “La mia posizione è assolutamente chiara: la vita va tutelata dalla culla alla fine, bisogna garantire tutte le cure necessarie alle future mamme e a coloro che sono in difficoltà alla fine dei loro giorni però senza arrivare ai livelli olandesi. Il Consiglio Regionale Veneto ha votato, hanno vinto i no, dal mio punto di vista avrei votato anch’io in quel senso lì“.

Sarà pur vero che quel “25 a 25” possa bruciare, ma sostenere che sia solo “colpa” dell’astensione di Anna Maria Bigon, consigliera cattolica del Pd, è riduttivo se si pensa che la Lega, a Palazzo ferro Fini, si è divisa: solo 16 leghisti su trenta hanno votato sì e due si sono astenuti.

Ok, è la libertà di pensiero. Su un tema etico come questo, ben venga. Ma da un punto di vista politico lo scenario è questo: Salvini “lotta” a Roma per il terzo mandato di Zaia ma, contemporaneamente, lo affossa a Venezia. Il governatore, infatti, sempre più voglioso del terzo-quarto mandato si era speso in prima persona per questa legge regionale.

Il voto di ieri in consiglio, condizionato sì dalla Bigon, ma seriamente compromesso dagli uomini di Salvini, consegna uno Zaia che ne esce indebolito. A tutto vantaggio di chi?

Ovviamente di Fratelli d’Italia che, forte anche degli ultimi sondaggi, gonfiati dall’ottimismo circa la possibile candidatura alle europee della Meloni, tira dritto per Luca De Carlo governatore veneto nel 2025.

Oggi su La Repubblica in edicola, Concetto Vecchio regala ai lettori un bel parallelo tra i due aspiranti governatori, dal quale ne escono personalità, umane e politiche, divergenti. Ma soprattutto, ben ricorda e sottolinea: “Zaia è per il fine vita, De Carlo ha spiegato che non trascriverà mai i bambini di coppie omogenitoriali. A Belluno dicono che da quando è salito nel cuore di ‘Giorgia’ si fa pure vedere pochino. Mesi fa però ha inaugurato l’Espresso Cadore, il velocissimo che da Roma Termini arriva a Calalzo. Il tempo dirà se è il treno giusto”.