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Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, con il supporto di S.P.I.S.A.L., Ispettorato del Lavoro, A.R.P.A.V. e Vigili del Fuoco, hanno effettuato quattro controlli presso aziende manifatturiere del trevigiano, operanti nel settore tessile e del packaging.
I sopralluoghi hanno portato alla scoperta di condizioni di degrado e pericolo in tre laboratori tessili situati a Istrana, Quinto di Treviso, Roncade e Zero Branco, con conseguente sequestro di immobili e macchinari e segnalazione degli amministratori alla Procura della Repubblica di Treviso.
Le indagini hanno rivelato gravi violazioni delle norme di sicurezza e igiene sul lavoro, con lavoratori costretti a operare in ambienti insalubri e pericolosi. In particolare, sono state riscontrate uscite di sicurezza impraticabili, violazioni alla normativa antincendio e scarse condizioni igienico-sanitarie. Due lavoratori clandestini sono stati identificati e il loro datore di lavoro denunciato per impiego di manodopera irregolare, con conseguente espulsione dei dipendenti privi di permesso di soggiorno.
Dal punto di vista urbanistico, gli accertamenti condotti in collaborazione con gli uffici edilizi locali hanno evidenziato la presenza di strutture abusive. In un laboratorio di Quinto di Treviso, l’attività era svolta in un garage, mentre in un altro, a Zero Branco, sono state trovate camere da letto abusive. Analogamente, in un impianto di packaging a Istrana, gli ispettori hanno individuato tre stanze da letto e una cucina, realizzate senza autorizzazioni.
Le autorità hanno posto sotto sequestro tre immobili, del valore complessivo di 300 mila euro, insieme a 33 macchinari e 37 banchi da lavoro per un valore stimato di 50 mila euro. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato i provvedimenti, evidenziando la gravità delle violazioni accertate.
Ulteriori approfondimenti hanno portato alla scoperta di un sistema di evasione fiscale legato alla gestione dell’opificio tessile sequestrato. Dal 2013, tre aziende si sono succedute nella gestione della struttura senza adempiere agli obblighi fiscali per un totale di oltre 500 mila euro. Questo modus operandi, noto come “apri e chiudi”, ha permesso ai titolari di mantenere attivi rapporti commerciali con clienti e fornitori, eludendo i controlli fiscali.
L’operazione della Guardia di Finanza rientra in una strategia di tutela del “Made in Italy” e della sicurezza sul lavoro, mirata a contrastare fenomeni di sfruttamento e illegalità nel tessile trevigiano. Le indagini proseguono per individuare eventuali ulteriori responsabilità e connessioni con altre realtà produttive del territorio.