Test per magistrati, La Repubblica: “Tornano alla ribalta. Giudici sotto schiaffo: in minoranza Nordio, vincono Mantovano-Bongiorno-Zanettin”

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Tornano d’attualità i test psico attitudinali per diventare magistrati che mettono in imbarazzo il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il Guardasigilli vi si era opposto un mese fa, quando furono proposti dal sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano.

Ora, sono stati riproposti dalla senatrice Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia al Senato per la Lega e sono stati licenziati dalla maggioranza sull’asse Lega-Forza Italia, grazie all’alleanza tra la stessa Bongiorno e il capogruppo di Forza Italia, il senatore vicentino Pierantonio Zanettin, entrambi avvocati.

Dopo il voto della sola commissione Giustizia i futuri test saranno eventualmente introdotti con il decreto legislativo che attua la legge sull’ordinamento giudiziario di Marta Cartabia, all’intenro del quale sono stati appunto inseriti. Più indecisione, invece tra le fila di Fratelli d’Italia, non convinti del tutto dall’idea di introdurre i test per diventare magistrati.

Ma alla fine dicono sì in cambio di altri appoggi“, ha scritto nelle scorse ore La Repubblica che oggi ritorna sull’argomento, analizzando meglio le posizioni dei due promotori, Bongiorno e Zanettin.

Partendo dalla prima, Liana Milella scrive: “Senatrice che non muove palla senza esser certa di andare incontro a una vittoria. Le toghe, ormai intimidite da un clima politico avverso e da un’opinione pubblica che non le sostiene più come prima, non gridano forte la loro collera come dovrebbero. Forse non credono che l’attacco vada a segno. Magari si fidano ancora dell’ex collega Nordio, che bada più a conservare la sua poltrona traballante piuttosto che far salvi i suoi principi. È in difficoltà perfino sul nuovo capo di gabinetto, la sua candidata è la “zarina” Giusi Bartolozzi, ahimè invisa a Mantovano”.

Poi, il senatore vicentino: “Al capogruppo forzista Pierantonio Zanettin che esibisce la smilza pagina del via libera al decreto legislativo sulla riforma Cartabia. E lì dentro ecco non solo i test obbligatori per poter entrare in magistratura – vedremo poi come e quando dovranno sostenerli, e quali potranno essere i parametri per stabilire se sono sani di mente oppure no… – ma pure un’altra misura capestro, il “fascicolo della toga”, il dossier che contiene tutto il suo lavoro, ogni misura e provvedimento presi, ogni arresto chiesto, tutti i processi vinti o persi. Quel fascicolo, per cui si è battuto il super garantista Enrico Costa che certo non è un amico dei giudici, ora ottiene il pieno assenso dell’asse Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia, per mano del suo esponente di maggior peso, appunto il sottosegretario Mantovano”.

E infine: “Perché questa è la nuova fotografia dei “poteri” della giustizia, Mantovano detta legge, Bongiorno e Zanettin condividono in pieno ed eseguono, il Quirinale vigila e tenta di bloccare gli svarioni più clamorosi, ovviamente nei limiti dei suoi poteri. Ma dai test, destinati a umiliare i magistrati facendoli apparire dei potenziali pazzi da sottoporre alla verifica mentale prima di vestire la toga, potrà salvarli solo la Corte costituzionale. Se resisterà anch’essa allo spoil system sfrenato di questa maggioranza”.

Fonte: La Repubblica