Deve ancora uscire in edicola ma fa già discutere l’inchiesta de L’Espresso secondo cui il professor Crisanti sarebbe stato screditato per ordine di alcuni primari veneti che a loro volta rispondevano a una volontà politica, per fare in modo che il suo studio sui test rapidi non venisse preso in considerazione, anche perché, sostiene L’Espresso, dietro l’ordine dei test, che per Crisanti non sono efficaci, c’è un appalto che vale soldi. L’ex Direttore generale della Azienda Ospedaliera di Padova e attuale Direttore generale della Sanità del Veneto Luciano Flor risponde così, in un comunicato, a L’Espresso: “Screditare? Mi sembra sicuramente impossibile screditare uno scienziato in base a uno studio che, in effetti, non esiste. Il tema di cui si parla è insomma uno studio che non c’è. Io stesso chiesi formalmente, per iscritto, al professor Crisanti di consegnarmelo. Per tutta risposta ricevetti una nota che non mi sento proprio di qualificare alla stregua di uno studio scientifico”.
“Su questo tema non solo non ho conoscenza di uno studio pubblicato o reso pubblico, ma nemmeno della stessa richiesta a condurre lo studio. Non mi risulta inoltre nessun parere del comitato etico su questo studio fantasma. E nemmeno un finanziamento a condurre la ricerca. I due medici citati dall’articolo dell’Espresso, a suo tempo precisarono di non aver partecipato a nessuno studio. E la successiva nota, citata dal settimanale, era per chiarire che l’attività cui avevano partecipato consisteva in attività clinica di routine e non uno studio scientifico”.
Ovvio che mi riservo ogni azione a tutela della correttezza dell’operato dell’Azienda Ospedaliera. Se il prof Crisanti nottetempo avesse nel frattempo elaborato tale studio- conclude Flor in maniera sarcastica – saremo lieti di poterlo esaminare e commentare”.