Torna l’inflazione. La concorrenza che deve arrivare

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  A fine anno, il tasso di inflazione dovrebbe attestarsi intorno al 6%, percentuale sconosciuta da almeno 20 anni. Oltre a cause esterne, ci sono quelle interne, come, ad esempio, quelle che riguardano i prodotti energetici gravati da un pesante carico fiscale o i farmaci soggetti alla vendita limitata al circuito delle farmacie il cui numero è strettamente controllato. Altri settori hanno beneficiato della concorrenza, si veda quello delle telecomunicazioni o delle ferrovie, ma la resistenza alla concorrenza è fortissima: quella dei balneari ha bloccato per settimane la discussione parlamentare sul testo legislativo Concorrenza.
Nella capitale d’Italia il settore “rifiuti” continua ad essere operato da una società, l’AMA, il cui capitale è posseduto al 100% dal Comune; nonostante un tasso di assenteismo del 18% su 7000 dipendenti, l’attuale sindaco ne vuole assumere altri 600. Continueremo ad avere un città sporca, come succede da decenni. Facciamo una proposta al sindaco Gualtieri: indica una gara europea per la gestione dei rifiuti romani o, se proprio non se la sente di affrontare i sindacati, lo faccia per un singolo Municipio (a Roma sono 15). Sarebbe interessante conoscere i risultati.

L’inflazione si combatte anche con la razionalizzazione di settori pubblici i cui costi gravano sulle tasche del cittadino contribuente.
 

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