Torna nelle città venete la pastasciutta antifascista. Spi Cgil: «I valori dell’antifascismo sono più attuali che mai»

345
pastasciutta antifascista
Torna nelle città venete la pastasciutta antifascista

Anche quest’anno il sindacato dei pensionati della Cgil – assieme ad altre realtà, come l’Anpi – celebra in tutto il Veneto la pastasciutta antifascista, in ricordo dei sette fratelli Cervi che il 25 luglio del 1943, a Campegine, in provincia di Reggio Emilia, offrirono agli abitanti del paese chili di pasta al burro e parmigiano per festeggiare l’arresto di Benito Mussolini e, dunque, la caduta del Fascismo. Un gesto che non ebbe un lieto fine perché i sette fratelli Cervi alla fine del 1943 furono catturati e fucilati dai nazifascisti.

Il primo appuntamento con l’edizione 2024 della pastasciutta antifascista sarà quello di sabato 20 luglio a Mirano (Venezia). Il 25 luglio, invece, a Busche (Belluno), a Vicenza e a Limena (Padova). Il 26, infine, a Bressane di Castelguglielmo (Rovigo).

Come ogni anno, oltre alla pastasciutta in ricordo dei fratelli Cervi, le giornate ospiteranno anche dibattiti e intrattenimenti musicali.

«Adesso più che mai – spiega Massimo Cestaro, segretario dello Spi Cgil del Veneto – riteniamo che questo appuntamento sia fondamentale per ribadire ancora una volta i valori dell’antifascismo, per noi sempre attualissimi. La pastasciutta antifascista è in primo luogo una festa in ricordo dei fratelli Cervi che salutarono in questo modo la destituzione e l’arresto di Mussolini. Ma, come detto, è anche l’occasione per ricordare che la nostra Repubblica si fonda sui valori dell’antifascismo. E l’enorme partecipazione che caratterizza da sempre questi appuntamenti, in Veneto e nel Paese, dimostra che per i cittadini questi principi sono più vivi e presenti che mai. Non ci preoccupano i commenti grotteschi e le offese gratuite comparse nei social a seguito dell’annuncio della pastasciutta di Bressane di Castelguglielmo. Segnali di intolleranza che ci auguriamo non sfocino in atti sgradevoli come l’incursione del gruppo neofascista Mis a Vicenza lo scorso anno. Potremmo anche provare a spiegarlo a questi personaggi che la loro libertà è il frutto della Resistenza, ma, come si dice, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire».