Dopo anni di progressivo miglioramento, il numero di morti per l’inquinamento è tornato a crescere, superando di nuovo la soglia di nove milioni l’anno a livello globale. Non accadeva dal 2015. Secondo uno studio dell’organizzazione no profit Pure Earth, tra il 2015 e il 2019 il numero di decessi dovuti all’inquinamento urbano e industriale è aumentato del 7%.
Questo è dovuto in parte, secondo l’organizzazione, al fatto che le priorità di governi e opinione pubblica si sono concentrate su altre emergenze come cambiamento climatico, malaria e Hiv, tralasciando i danni dell’inquinamento ambientale.
Una criticità che oltre a causare circa nove milioni di morti l’anno, arreca un danno all’economia mondiale di 4,6 trilioni di dollari, rendendola la più importante causa di morte a livello globale a pari merito con il fumo.
Lo studio di Pure Earth, pubblicato sulla rivista online Lancet Planetary Health, si è basato sui dati del 2019 del Global Burden of Disease, uno studio in corso dell’Università di Washington che valuta l’esposizione complessiva all’inquinamento e calcola il rischio correlato di mortalità.
Secondo i dati disponibili, a pagare il prezzo più alto per l’inquinamento atmosferico sono soprattutto i Paesi africani. Tra i primi dieci Stati per numero di morti legati all’inquinamento sette si trovano in Africa, e si tratta di Ciad, Repubblica Centrafricana, Niger, Isole Salomone, Somalia, Sud Africa, Corea del Nord, Lesotho, Bulgaria e Burkina Faso.
Fonte The Vision