Tutto ciò che resta di Torre Moresca, sul promontorio del Circeo

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Rudere di Torre Moresca sul Circeo.
Il rudere di Torre Moresca sul Circeo. 1930/1. Credits: Archivio Luce.

L’antico insediamento musulmano che si stabilì a Traetto – l’attuale centro collinare di Minturno rimasto indipendente per oltre un millennio – risale all’883 e durò solo fino al 910, quando la lega di Papa Giovanni X riuscì a mettere fine a questa fase con la celebre battaglia del Garigliano. Eppure, nel Cinquecento le incursioni dei saraceni erano ancora così frequenti e pericolose da costituire un incubo per i residenti in Riviera di Ulisse. Al punto che Papa Pio IV obbligò il feudatario di San Felice Circeo e Sermoneta ad erigere quattro torri sul promontorio.

È così che sono arrivate le prime fortificazioni costiere locali: Torre Paola, l’unica a conservare l’assetto originario, Torre Fico, che compare in una strana leggenda riguardante un’eruzione vulcanica che sarebbe avvenuta intorno al 1750, Torre Cervia, sede di un piccolo faro che accompagna le grandi “luci” di Capo Circeo e Monte Orlando, e Torre Moresca. Tutte costruite a spese della nobile famiglia Caetani, originaria di Gaeta. In realtà, successivamente si è scoperto che doveva esistere già dalla fine del secolo precedente un’altra piccola costruzione similare a dominio del Circeo: Torre Olevola che, secondo un’interpretazione storica, apparirebbe in un documento del 1469 (turris Euole), oltre che in una mappa disegnata da Leonardo da Vinci (1515 circa) che indicava le zone interessate dalla bonifica – mai avvenuta – voluta da Papa Leone X. Anch’essa, perlaltro, costruita a spese della stessa casata, anche se le sue origini sono più fumose.

Macerie di Torre Moresca – Di Torre Moresca non resta che uno scheletro, un rudere che a fatica ha superato la prova del tempo raggiungendo l’era moderna soltanto in parte; ma non ha avuto vita facile.

La struttura, come anticipato, venne innalzata – insieme alle altre tre del blocco difensivo – per volere di Papa Pio IV che, attraverso un Breve, obbligò il feudatario locale a mettere in piedi l’intero assetto.

La storia, però, non è stata molto clemente nei suoi riguardi.

Torre Moresca nel 1691
Torre Moresca nel 1691. Fonte: circei.it.

Già pochi anni dopo, nel 1593, il contesto diventò incandescente: c’erano molti briganti che girovagavano in zona e le autorità pontificie incolparono proprio la guarnigione della torre di una insospettabile connivenza. Non è pervenuta, però, alcuna testimonianza concreta che possa chiarire questo scenario ambiguo.

Fatto sta che un tradimento importante c’è stato e ha portato alla distruzione di tre delle quattro torri del gruppo. È accaduto tutto nel 1809.

Protagonista di questa vicenda è il caporale di Torre Cervia, un palermitano che pare avesse stretto un patto con gli inglesi: siamo nell’epoca del Blocco Napoleonico che prevedeva il divieto di consentire l’attracco alle navi battenti bandiera inglese presso qualunque porto di dominio francese. Eppure, un’ottantina di marinai anglosassoni, suddivisi tra una fregata e una corvetta, sbarcarono nelle vicinanze di Torre Cervia chiamando il caporale per nome; caporale che qualificò l’equipaggio come “gente amica” e ordinò di calare il ponte per farli entrare. La torre fu presa.

L’impresa continuò: lo stesso iter fu riproposto a Torre Fico, ma qui il capo della guarnigione si insospettì; gli inglesi, però, riuscirono comunque nel loro intento introducendosi nella fortificazione attraverso una scala. Tutto quel trambusto mise in allarme le guarnigioni delle altre torri, che accorsero in soccorso dei colleghi. Prendere Torre Moresca fu uno scherzo, infatti, perché era vuota al momento della conquista. E, mentre tutte e tre le strutture vennero fatte saltare, Torre Paola si preparava alla resistenza e avrebbe fatto la differenza in questa vicenda: il caporale, Ubaldi Piemontese, aprì il fuoco; i marinai britannici furono costretti alla ritirata e, il giorno dopo, ci riprovarono spacciandosi per francesi. L’accoglienza fu a suon di cannonate, subirono gravi perdite e si dettero alla fuga. Torre Paola fu l’unica a salvarsi ed è per questo che, ancora oggi, possiamo ammirarla nella sua struttura originaria.

Inutile dire che ci fu un ultimo colpo di scena: gli inglesi tentarono un attacco last minute a Torre Vittoria il giorno ancora seguente ma, come si può evincere già dal nome della fortificazione, ebbero definitivamente la peggio.

Oggi – Mentre le altre fortificazioni distrutte dai bombardamenti inglesi sono state successivamente ricostruite (Torre Fico nel 1816, Torre Cervia nel 1947), Torre Moresca è rimasta nello stesso stato di abbandono che facilitò la presa da parte del nemico. Quello che oggi ne resta è il basamento, su cui è possibile fantasticare una ricostruzione 3D e immaginare come apparisse un tempo.

Il rudere di Torre Moresca
Il rudere di Torre Moresca. Credits: pagina FB “Circeo: l’incanto della Maga Circe, figlia del Sole”.