Editoriale Elas – Editoriale L’Altra Stampa, che da Vicenza, dove è nata e da dove “cura” anche il “quindicenne” ViPiù.it (Vicenza Informa con la Vera Informazione) e la rinnovata testata LaltraVicenza.it (quartieri e località dell’area Berica), è appena sbarcata anche a Roma in via Venti Settembre e ora lancia un messaggio di fiducia in un momento in cui tutti ne hanno bisogno presentando il terzo libro della sua collana “Vicenza Popolare“, che affianca la collana “Vicenza Papers“, entrambe curate da Giovanni Coviello. Il libro, “Arte culi ‘n aria”, racconta la tradizione vicentina attraverso le sue ricette che Umberto Riva, un “maestro” (non in senso scolastico ma dantesco) giovane anche se nato a Vicenza l’8 ottobre 1932, illustra e insaporisce con passaggi della sua vita straordinaria, nel senso di “fuori dall’ordinario” (qui la recensione di Michele Lucivero).
Tra le librerie dove poter trovare “Arte culi ‘n aria” anche la CartoLibreria Veneta, che si trova all’incrocio tra via Cairoli, via Mercato Nuovo e via Legione Antonini. Si tratta di una cartoleria-libreria indipendente storica, che ha il record di essere gestita dalla stessa famiglia ininterrottamente dal 1960 ad oggi. Tommaso De Beni ha intervistato i titolari Stefano Passarella e la moglie Anna Maria Binato.
“L’anno scorso abbiamo festeggiato i 60 anni di attività, purtroppo in un anno funesto per il Covid. Fu fondata nel gennaio del 1960 da mio padre Filiberto, come libreria di testi di narrativa per adulti e bambini e testi scolastici. Negli anni successivi abbiamo deciso di introdurre materiali di cancelleria e articoli da regalo. Quando mio padre ha aperto il negozio era anche rappresentante di case editrici nelle scuole infatti il negozio all’inizio era un ufficio. Essendoci in zona gli istituti Fusinieri e Piovene, che erano molto più grandi di oggi, c’era un passaggio incredibile di ragazzi, e quasi ogni ragazzo si fermava a chiedere un quaderno, una penna. Allora mio padre ha aperto il negozio di libreria e cartoleria. Prima dell’informatizzazione faceva tutti gli ordini a mano. Veniva in negozio alle 4 del mattino ed era qui anche tutte le domeniche, per prepararsi tutti gli ordini e dividerli per tutti i magazzini”.
“A quel tempo c’erano pochissime librerie a Vicenza. Avevamo dei banconi massicci e grandissimi. A fine giornata noi li trovavamo quasi di un metro spostati in qua, da quante persone c’erano in negozio. Alle 20 dovevamo chiudere le porte per evitare di andare a casa alle 22. Eravamo in 10 e avevamo anche un magazzino da cui fornivamo le altre librerie, anche della provincia. Io sono entrato in società nel 1983 e da lì abbiamo dato un forte impulso all’informatizzazione. Siamo stati tra i primi ad avere un sito internet e un gestionale interno per poter prenotare libri di scuola e vendere libri di narrativa ai clienti per gestire la vendita e la prenotazione. I clienti infatti potevano prenotare i libri su internet e non solo venendo qua. Adesso i ragazzi o i genitori possono farlo anche direttamente da un’app del telefono: ADOZIONI APP. Sempre tramite app abbiamo dato la possibilità ai clienti di prenotare e venire in negozio, anche in tempi di lockdwon, per effettuare l’acquisto in stile take away. Nel gestionale che noi abbiamo creato negli anni ’90 c’era la possibilità di essere avvertiti con un sms quando arrivava il libro. Sono passati 30 anni e ancora oggi tantissimi clienti si stupiscono di questo servizio. Da sempre procuriamo libri dalle materne all’università, poi abbiamo anche romanzi, saggi, libri per concorsi. I più richiesti sono i libri per bambini e ragazzi. Ai nostri clienti diamo una carta vantaggi che non scade mai e che dà la possibilità di ottenere sconti. Il negozio è stato anche molto più grande di così – aggiunge la moglie – all’inizio il padre Filiberto aveva aperto il negozietto di fronte. Poi quando ci siamo ampliati avevamo molti più articoli per bambini, molti giocattoli, molti più zaini. Alla sera in questo quartiere non esce nessuno dopo cena e noi, quando eravamo più grandi, alla sera chiamavamo gli autori a presentare i loro libri”.
La CartoLibreria Veneta si trova praticamente in mezzo tra due quartieri: San Felice e Mercato Nuovo, ed è sempre nello stesso punto da 60 anni. Praticamente ha visto ‘crescere’ queste zone.
“Mio padre mi raccontava che in questa zona c’erano molti campi e si vedevano ancora le buche delle bombe della seconda guerra mondiale, non era ancora stato costruito niente. Qui davanti c’è la villa della famiglia Zuccato, una delle più antiche di Vicenza, che se la tramandava da generazioni già quando è nato il negozio, assieme alla villa di Dalla Fontana. Negli anni ’60 San Felice era la via più importante di Vicenza, più famosa anche di Corso Palladio. Ora moltissimi negozi storici hanno chiuso, non è più una zona appetibile dal punto di vista di chi deve aprire un negozio. Un tempo c’era il negozio storico di alimentari di Meneghini, che poi è stato il fondatore con Tecchio dei primi supermercati qui a Vicenza che erano i supermercati Berico. Qui c’è sempre stato un bar, poi c’era un ottico, Massignan, famoso fotografo che andava spesso in Africa, un fiorista, degli storici siamo rimasti solo noi. Con il passare degli anni si è moltiplicato il traffico ma si sono ridotti i parcheggi. La strada davanti al nostro negozio era a doppio senso, poi hanno deciso di fare il senso unico. Noi abbiamo avuto la fortuna di poter incontrare il Comune e farci mettere davanti un parcheggio per carico scarico, utilissimo per i corrieri e i clienti che a settembre devono caricarsi molti libri. Per quanti autobus ci siano i vicentini sono abituati ad andare in giro in macchina, per cui abbiamo bisogno di parcheggi comodi. Il Mercato Nuovo ci aiuta a far transitare per il nostro negozio parecchie persone, la sua presenza contribuisce a tener viva la zona. I centri commerciali e internet purtroppo oggi rendono la vita difficile a tutti i piccoli negozi indipendenti. Penso ad Amazon ma anche alle ditte a cui noi fornivamo materiale da ufficio e che oggi invece preferiscono servirsi direttamente in internet; nel giro di pochissimi anni di articoli che si vendevano a palate non si è più venduto niente”.
Un negozio utile per il quartiere, per chi va a scuola dalle elementari all’università, un punto di riferimento culturale e allo stesso tempo luogo di socializzazione.
“Un’altra fortuna per noi è essere a contatto ogni giorno con famiglie giovani, ragazzi, bambini. Ci sono molti immigrati, e sono tutti educatissimi, assolutamente integrati. Allo stesso tempo abbiamo una vasta schiera di aficionados più anziani che si fidano di più di venire da noi piuttosto che andare al supermercato o al centro commerciale. Preferiscono anche magari aspettare qualche giorno in più che arrivi il libro, ma da noi sono più seguiti, consigliati, e anche coccolati perché tante volte si sfogano, ci raccontano le loro cose. A volte – scherza la moglie – questo negozio sembra essere diventato un centro d’ascolto, dove la gente si sfoga, racconta i suoi problemi, e si fa quasi fatica a mandarla via. Ma del resto questo è il lato bello di questo lavoro, l’aspetto umano. Abbiamo molti clienti che ci dicono ‘mi raccomando non chiudete’, ‘tenete duro’, se no non sappiamo più dove andare. Anche perché ci sono gli scrittori locali che ci portano i loro libri, i pittori locali che ogni tanto ci fanno esporre i loro quadri. Un tempo facevamo anche presentazioni di libri con gli autori. Una vigilia di Natale – racconta Stefano – è venuto il sindaco di allora, Variati, che doveva mandare una cartolina alla madre. Ci ha chiesto come vanno le cose, quali possono essere le problematiche. Ma poi è venuto anche Rucco – precisa Anna Maria, aggiungendo che tra i clienti abituali c’è anche l’attrice Anna Valle – una mamma molto dolce, cerca le cose migliori per i figli, non chiede sconti. Ci sono anche molti medici famosi, stimati, che vengono a comprare libri da noi, e per noi è un’occasione di avere notizie sulla pandemia da parte di chi la vive ogni giorno. Quando abbiamo riaperto dopo il lockdown a maggio 2020, tutti ci chiedevano come stavamo e ci dicevano che erano contenti che avessimo riaperto. Le persone sono calate negli anni ma i nostri clienti riusciamo a tenerli stretti”.
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