Trading e facili guadagni, Roberto Cappiello (Aduc) intervista psicologo Francesco Facchini: una volta dentro è quasi impossibile venirne fuori

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Trading e facili guadagni: la scena della vendita di Totò a a un incauto compratore di Fontana di Trevi anticipa i tempi
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Ci si ferma solo quando ormai il proprio patrimonio, e spesso anche quello di parenti e amici a cui si chiedono prestiti, è completamente svanito, polverizzato – di fatto è questa la premessa conclusione dell’intervista sul trading di Roberto Cappiello, responsabile Aduc Tutela del Risparmio (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) allo psicologo clinico Francesco Facchini –.

Sono frequenti anche casi di chi addirittura si indebita per finanziare l’illusione del guadagno facile. La cosa più intelligente da fare è certamente evitare di cadere vittima di quelli che sono veri e propri professionisti della truffa che conoscono molto bene i meccanismi della mente di quei soggetti che sono più facilmente predisposti a cadere nelle loro grinfie.

Esiste un vero e proprio mercato di nominativi di soggetti che in un modo o nell’altro hanno navigato su siti di trading su forex o di criptovalute, che sono molto sensibili alle sirene dei facili guadagni. Allora accade che si viene contattati da veri e propri professionisti che abilmente riescono a carpire la fiducia dei malcapitati e che piano piano riescono a tirarli dentro ad un vero e proprio vortice da cui poi diventa quasi impossibile tirarsi fuori.

Ne abbiamo scritto tante volte, basta digitare la parola “trading” o “forex” nella barra di ricerca per trovare decine e decine di articoli e centinaia di domande sul tema e di richieste di aiuto.

Anche se le autorità competenti si sforzano di informare invitando i risparmiatori a diffidare di chi propone investimenti online, ricordiamo il sito della Consob https://www.consob.it/web/area-pubblica/occhio-alle-truffe e quello di Banca D’Italia https://economiapertutti.bancaditalia.it/informazioni-di-base/occhio-truffe/, Purtroppo si tratta di un fenomeno che non accenna a diminuire, creando danni irrimediabili a chi si fa trascinare in questo gioco perverso con ricadute anche sulle famiglie.

In merito potrebbe essere utile descrivere i meccanismi della mente e le vere e proprie patologie che si celano dietro a certi comportamenti, sì da crearsi una barriera ed evitare di ascoltare le sirene ammaliatrici. Ne abbiamo parlato con il dott. Francesco Facchini, psicologo clinico e ricercatore psicoterapeuta, che conosce bene la tematica.

D. Perché la gente è attratta da facili guadagni?

R. L’idea centrale è quella di guadagnare senza fatica, ma anche di ottenere una grossa somma con un basso investimento iniziale, per assicurarsi uno stipendio mensile costante che possa essere accantonato affiancandolo a quello principale, che la persona ha già, come se fosse qualcosa a cui attingere per i minuti piaceri. Conta però anche la struttura di personalità ed il carattere. In genere nei ‘traders fai da te’ si riscontra ancora immaturità ed infantilismo psichico. Non c’è un controllo degli impulsi e vi è una certa dipendenza dalle suggestioni, un bisogno di stimoli molto forti. Queste persone sono caratterizzate in genere anche da un pensiero magico superstizioso ricorrente, quindi in molti di essi abbiamo riscontrato la credenza nella dea Fortuna (la Dea Tyché dei Greci), che equivale a credere agli Dei dell’Olimpo. Allora quando le cose vanno male, la sfortuna è il nome che viene dato all’alibi di chi ha commesso un errore. Contano anche gli ideali, i valori della società in cui il “trader” si trova ad operare, un mondo contemporaneo in cui sono stati capovolti gli scopi e i mezzi, nel senso che il mezzo è stato fatto divenire lo scopo ed in questo senso si spiega anche il disastro della Lehman Brothers. Per accrescere questa volontà di potenza, si può arrivare a trasformare quello che doveva essere un mezzo per far star bene il mondo intero, facendolo diventare invece lo strumento per avere più forza e potere sulle altre organizzazioni.

D. Perché è così facile per queste persone essere truffate?

R. Perché è già presente una debolezza di fondo, un bisogno di avere più soldi. Il trader spontaneo è un investitore improvvisato ed in genere privo di nozioni di finanza approfondita, mosso da una certa avidità di fondo perché vuol vivere sostanzialmente senza sudare, praticamente imitando le persone più abbienti con cui si confronta e che invidia perché vorrebbe essere come loro.

Esistono anche dei fattori facilitanti che in genere sono la noia e la frequentazione di ambienti dove si scommette. In genere queste persone amano frequentare luoghi che non hanno niente a che fare con la finanza e quindi scadono anche nel gioco: investono come se giocassero. Poi immaginare l’agio e la ricchezza spezza il filtro della ragione e la pubblicità truffaldina ha buon gioco nell’alimentare questo sogno di avere entrate automatiche in breve tempo. Personalmente ho avuto anche dei direttori d’ufficio che investivano di nascosto, addirittura durante l’orario di lavoro quotidiano, trascurando la loro attività facendola passare in secondo piano. Anche alcuni dipendenti che di nascosto facevano la stessa cosa con gli strumenti dell’ufficio.

Queste persone sono talmente preda di comportamenti ossessivo-compulsivi, che poi finiscono (dopo quella del trading esasperato, ndr) anche in una seconda truffa che viene artatamente elaborata e tesa per attirarli nuovamente nel baratro.

Questa fa leva sul bisogno forte di recuperare le perdite e si realizza attraverso nuovi contatti di sedicenti avvocati o ispettori che millantano azioni legali già in corso, attraverso cui poter arrivare a recuperare i soldi persi.

E’ talmente forte il grado di coinvolgimento delle vittime che non si pongono nemmeno minimamente alcune domande fondamentali: ‘come hanno fatto ad avere informazioni cosi precise sulle mie perdite?’ Come fanno ad essere a conoscenza del fatto che non mi stanno restituendo i soldi?’

Cosi facendo finiscono per versare nuovi acconti nella speranza di recuperare le somme perse.

D. Cosa scatta nella mente di queste persone?

R. Talvolta in alcune, senza che ne siano consapevoli, è già presente un disturbo ossessivo-compulsivo della personalità anche a prescindere dall’attività di trading. Questo emerge fino a sfociare in un disturbo conclamato come quello della ludopatia. Se l’inizio dell’attività è confortante grazie ad un iniziale guadagno, si attua quello che noi chiamiamo condizionamento classico stimolo-risposta, che a lungo andare porterà ad una seconda forma di condizionamento che si chiama condizionamento operante, per il quale l’azione viene continuamente ripetuta per avere il risultato premiante. Così si entra in un disturbo della personalità, in una nevrosi come meccanismo che incatena la persona a questo modo di operare. Così il trader passa dalla modalità ‘investimento in finanza’ alla modalità gioco d’azzardo (come può diventare il trading compulsivo, ndr) ed a quel punto comincia ad operare con la stessa logica di uno scommettitore sportivo: ecco quindi l’inizio della rovina. Questa non è più attività finanziaria e causa anche la spinta al recupero delle perdite, che è il secondo grande errore che i professionisti raccomandano di non fare. Sono ormai numerosi gli studi, come quelli che più volte avete citato nel vostro web, in cui si dimostra che il 90/95% dei trader perde sempre sistematicamente i propri soldi.

Questo accade proprio perché è molto facile che ad un certo punto l’investitore iniziale si trasformi in un giocatore d’azzardo, senza più alcun controllo tecnico della situazione e di sé stesso.

D. Che consiglio si potrebbe dare a chi si trova intrappolato in un simile meccanismo; come potrebbe uscirne?

R. Purtroppo una volta dentro, l’unico modo per uscirne è esserne convinto da un esperto serio professionista del settore o da un terapeuta in grado di cogliere lo stato nevrotico del soggetto. Infatti, anche se la persona si rende conto di trovarsi all’interno di un campo minato, probabilmente anche di una truffa, non ragiona più. Rendersi conto non lo frena dall’azione sbagliata, perché il pensiero di poter recuperare le perdite è paradossalmente più forte di quanto rischia continuando a cercare il recupero e quindi si trova all’interno di una contraddizione logica. Il ragionamento che egli compie è il seguente: ‘Io vorrei recuperare a tutti i costi ed anche se mi rendo conto che rischio, perché coloro a cui mi affido non sono affidabili, vado avanti lo stesso. C’è un margine di possibilità che mi consenta di recuperare i miei soldi. Solo dopo potrò ritirarmi.’ Quindi il trader nutre una speranza folle, che si mescola alla fiducia che si può avere anche per un truffatore. Questo è il paradosso, la contraddizione per cui il soggetto è terrorizzato dall’aver perso somme ingenti e proprio nel tentativo di recuperarle, si attaccherà a qualsiasi cosa che mantenga in vita questa speranza.

D. Torniamo all’inizio. Conviene con noi che l’unico modo per difendersi (dal trading compulsivo?, ndr) e non cadere vittime di questo genere di truffe è di acquisire massima consapevolezza del fatto che i facili guadagni possono essere una piacevole eccezione, ma non possono essere la regola?

R. Certamente è proprio così, ecco perché il vostro lavoro di informazione ed assistenza professionale è cosi importante.

Intervista sul trading di Roberto Cappiello, responsabile Aduc Tutela del Risparmio (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –