Ha destato sgomento in tutti e non poteva non essere per lo meno lo stesso per Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia, la tragedia consumatasi nei giorni scorsi sulla costa di Crotone: 67 vittime della disperazione e circa 100 naufraghi sopravvissuti.
Il presidente dell’associazione, che ha appena superato i 9.000 iscritti con tessera che si sommano alle molte centinaia di migliaia di contatti costanti con i simpatizzanti sui vari social – raggiunto telefonicamente nel suo ufficio di presidenza a Roma, in via IV novembre 107, ormai la sua seconda casa dopo lo studio legale di Avellino, ci ha detto: “Lo strazio dei corpi recuperati e degli oggetti disseminati in mare e sulla spiaggia di Steccato di Cutro in provincia di Crotone, la dimensione dell’evento colpisce, ma il problema non è nuovo. Non è più contingenza emergenziale da anni. Non si può più restare a guardare. Il fenomeno dell’attraversamento del mediterraneo sui barconi, con le conseguenti migliaia di vite perse in mare, espressione del deprecabile traffico illegale di esseri umani, deve essere messo al margine”.
Come vanno affrontati questi drammi ripetuti, presidente?
“Il problema è complesso e non può essere ridotto alla semplicistica alternativa tra ‘porti chiusi’ e ‘porti aperti’, ma le strategie di contrasto sono possibili.
Meritocrazia Italia sostiene da tempo che sia anzitutto necessario creare vie legali di accesso all’Europa, consentendo ai consolati e alle ambasciate italiane nei Paesi di partenza o di transito di vagliare le richieste di asilo dei migranti, in modo tale da permettere a chi ottiene l’autorizzazione di giungere in Europa legalmente e non da clandestini”.
Torna sempre più pressante, anche negli appelli della presidente del consiglio in carica, Giorgia Meloni, e di altri politici l’appello all’Europa a far suo un problema che non può essere solo italiano per una questione di pura vicinanza delle nostre coste ai moli di partenza.
“Certo e bisogna anche provvedere alla redistribuzione dei richiedenti asilo, ammessi nei programmi di protezione (che sono una piccolissima parte rispetto ai richiedenti asilo; meno del 4% delle richieste di asilo presentate vengono effettivamente accolte, essendo la stragrande maggioranza dei richiedenti costituita da migranti economici quindi non qualificata ad ottenere asilo e protezione internazionale), in quote proporzionali in tutti gli Stati aderenti agli accordi di Schengen.
Le procedure di valutazione delle richieste di asilo politico, che durano in media 18 mesi (il triplo del resto d’Europa) rappresentano costi per la collettività, e, nel frattempo, i richiedenti asilo, sono ospitati, quando non ammassati, nei vari centri, in condizioni spesso disumane, oppure ne fuggono via sparpagliandosi in modo incontrollato sul territorio con tutti i fenomeni successivi, di povertà indotta o criminalità che sono sotto gli occhi di tutti”.
Cosa fare allora, presidente Mauriello?
“Occorre velocizzare le procedure, implementando le strutture e l’organico delle Commissioni, e introducendo un termine massimo ìi 1 mese per la definizione; implementare sistemi di intelligenza artificiale a supporto, in conformità alle esperienze consolidate in alcuni Paesi europei”.
Meritocrazia, c’è da ricordarlo, ha già chiesto prima ancora dello strazio di Crotone ufficialmente di
– rivedere le procedure degli eventuali rimpatri, stipulando accordi europei con i Paesi d’origine dei migranti per consentire e facilitare i rientri;
– prevedere programmi di rimpatrio volontario assistito per chi accetta spontaneamente di rientrare nel Paese di origine;
– rifondare e implementare il numero dei Centri di permanenza per i rimpatri in non meno di 1 per ogni Regione e, contestualmente, prolungare il termine per il trattenimento almeno sino a 3 mesi, al fine di rendere eseguibile l’espulsione;
– trasferire le competenze (e i relativi costi) per il controllo e la gestione dei Centri di permanenza per i rimpatri all’Agenzia Frontex con il supporto delle forze dell’ordine sul territorio;
– prevedere il finanziamento dei CPR a totale carico del bilancio europeo e di tutti i Paesi che aderiscono all’Area Schengen, con costi da detrarre interamente e direttamente dal contributo italiano annuale al bilancio Comunitario;
– favorire azioni pro-attive per la formazione dei migranti per il periodo di permanenza nei CPR (con corsi di lingua italiana, e corsi professionali intensivi in relazione alle attitudini, ad esempio corsi per riparatori meccanici, riparatori di frigoriferi, elettricisti, idraulici, infermieri, etc., da finanziarsi con i programmi europei esistenti o sponsorizzati anche da industrie private che potranno beneficiare di detrazioni fiscali per gli investimenti effettuati).
Ma poi, anzi prima, ecco l’ultimo messaggio affidatoci da Walter Mauriello che da tempo lo ha “consegnato” a chi di dovere nelle Istituzioni – “Meritocrazia chiede che si attivino tutte le forme possibili di cooperazione transnazionale, a livello europeo ed extraeuropeo, per promuove gli scambi di esperienze e per aiutare i Paesi in via di sviluppo a non perdere le loro risorse umane migliori e avviarsi verso uno sviluppo sostenibile”.
Il nostro commento?
Amen, insieme all’auspicio che tragedie come quella di Crotone vengano evitate o contenute al massimo con i mezzi ad oggi disponbili e in attesa di quelli auspicati da MI e non solo.