Banca del Popolo di Trapani in odore di mafia: comprata da Banca Nuova (BPVi), poi scelta dai servizi

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Filiale di Banca Nuova a Taormina inaugurata da Gianni Zonin e Marino Breganze
Filiale di Banca Nuova a Taormina inaugurata da Gianni Zonin e Marino Breganze

Nel video sotto il titolo “Borzi da brividi su mafia, servizi, BPVi, Banca Nuova, Opa fake su Etruria: e VicenzaPiù fa un big 13!“,  Nicola Borzi, uno dei relatori di punta nel convegno “Libertà di stampa, la prima fake news. Il caso banche, tra blandizie e intimidazioni” organizzato da VicenzaPiù per il suo 13° compleanno, racconta la storia di banche tra mafia e servizi segreti in cui  Banca Popolare di Vicenza, con la sua Banca Nuova, è protagonista e che a lui, come all’altro nostro ospite Francesco Bonazzi, sta costando non poco.

A maggio del 2000 -dice Borzi – Banca Nuova viene costituita in Sicilia. A un certo punto qualcuno suggerisce a Banca Nuova e, per non parlare troppo per un girarci intorno, ai vertici del gruppo Banca Popolare di Vicenza di comprare una banca in Sicilia.

In quel periodo come scrivevano molti giornali grossa parte del settore bancario siciliano in vendita quindi ci sono banche che vengono comprate da istituti del Nord del Centro cioè il Banco di Sicilia che viene preso da Unicredit. Ci sono altre operazioni.

Su quale banca va a puntare gli occhi il gruppo Popolare di Vicenza con Banca Nuova? Sulla banca, scusate l’espressione, più sputtanata di tutta la Sicilia. La banca dove ci sono capitali mafiosi a bizzeffe da decenni, una banca nella quale l’otto per cento del patrimonio è in mano a un tizio che nel 96 si scopre che è il prestanome di Cosa nostra a Palermo e gli vengono sequestrati 1.600 miliardi di lire che amministra attraverso una rete di prestanome. La Banca Popolare di Vicenza sceglie di comprarsi la Banca del Popolo di Trapani

Un giovane Gianni Zonin sulla sfondo di una sua tenuta in Sicilia
Un giovane Gianni Zonin sulla sfondo di una sua tenuta in Sicilia

E parlo di Trapani non a caso perché è una provincia ad altissima concentrazione mafiosa, di una mafia che ha due o tre livelli: uno agricolo, e qui l’agricoltura non c’entra per caso, uno di produzione di eroina, la più grande raffineria di eroina di tutta Europa era in provincia di Trapani, e un livello di massoneria dove la mafia e la massoneria si parlavano…“.

Oltre a quanto ha scritto nel vicino passato Borzi e a quanto ha rivelato Report in pratica sempre su questa storia vediamo di dare un nostro contributo… tecnico.

Ebbene ci siamo letti, insieme a qualche esperto, il prospetto informativo dell’operazione di acquisto della Banca del Popolo di Trapani da Parte di Banca Nuova BPVi, il documento cercato e trovato (sul web e non in archivi segreti) da Borzi a Vicenza con chi scrive, qui ripreso dopo averlo già anticipato il 12 marzo nell’articolo di cui alla premessa e di cui vi riferiamo, cercando di essere comprensibili, alcune “caratteristiche” grazie all’aiuto dei suddetti esperti.

Senior Partner di Adacta Giacomo Cavalieri
Senior Partner di Adacta Giacomo Cavalieri

Il documento, firmato a ottobre 2000 dal presidente della BPVi, Gianni Zonin, e dal presidente del collegio dei sindaci, Giacomo Cavalieri, fondatore e partner storco dello studio Adacta di Vicenza, presente costantemente con i suoi professionisti, più volti sanzionati da Consob, nei collegi della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, riporta già molte informazioni di rilievo della sua “testata”:

Banca del Popolo di Trapani, le vecchie azioni
Banca del Popolo di Trapani, le vecchie azioni

OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO su azioni ordinarie della Banca del Popolo S.c.r.l. ai sensi dell’art. 102 del D.Lgs. n. 58/98 Intermediari incaricati: Banca del Popolo S.c.r.l. Banche del Gruppo Bancario Banca Popolare di Vicenza: – Banca Popolare di Vicenza S.c.p.a.r.l. – Banca Idea S.p.A. – Banca Nuova S.p.A. Azioni oggetto dell’offerta: n° 3.237.369 – god. 1/1/2000 Corrispettivo per azione: Lire 86.489 Durata: dal 2 novembre 2000 al 24 novembre 2000“.

Detto che l’operazione cash ammonta, quindi, a 279 miliardi 996 milioni e 807.441 delle vecchie lire (diciamo per semplicità 280 miliardi di lire tutti in tasca cash ai vecchi soci), viene da sorridere nel leggere questi prospetti d’altri tempi: 30 pagine di prospetto contro le mille e passa pagine dei prospetti “odierni”.

L’operazione, intanto, deve essere contestualizzata: siamo agli inizi degli anni 2000, prima ancora delle “torri gemelle”, prima della più grande crisi economico finanziaria che ha colpito il pianeta, scoppiata nel 2008 con Lehman Brothers.

Gli sportelli bancari valevano ancora e tanto. Le banche che volevano crescere, anche in fretta, sviluppavano piani industriali che puntavano alla crescita per mezzo di acquisizioni. La stessa Popolare di Vicenza è protagonista dell’acquisizione di 61 sportelli di Ubi nel 2007 a prezzi, anche qui, d’altri tempi (più di 10 milioni di euro a sportello).

Banca Popolare di Vicenza nel 1998 aveva chiuso una “strategica” operazione di sistema: entrava nel capitale di Bnl, con Gianni Zonin che ne diventava vice presidente ingraziandosi, come ha detto l’11 marzo al nostro convegno Francesco Bonazzi, sistema e vigilanza (lì c’erano i conti dei servizi prima che la banca divenisse francese e che, quindi, i conti dovessero migrare lontano dagli stranieri e proprio verso… Banca Nuova by Zonin).

Banca del Popolo di Trapani può sicuramente rientrare nel catalogo delle operazioni di sistema quando la vigilanza di Bankitalia, mi dicono i miei interlocutori bancari (con la B maiuscola), sapeva “giocare a monopoli” con competenza.

Non a caso una delle pochissime risposte date con chiarezza, anche se “siculamente” senza nomi e cognomi, alla Commissione d’Inchiesta Parlamentare sulle Banche dal quasi sempre “smemorato” presidente, di rappresentanza?, della Popolare Vicentina fu “mi fu consigliato” quando chiesero come fosse nata l’operazione siciliana di Banca Nuova a chi faceva mettere sempre a verbale che mai era al corrente di cosa decidessero in BPVi i suoi uomini in 20 anni di suo governo

Tornando ai 280 miliardi di lire cash pagati nel 2000 per il 100% delle sue 3.237.369 azioni ognuna pagata 86.489 lire anche a soci, che, per i documenti citati da Borzi e presenti in vari archivi, sguazzavano tra mafia e massoneria, la Banca del Popolo di Trapani quasi sicuramente, dalle 30 scarne pagine di notizie ricavabili dal prospetto, soffriva di credito deteriorato pur essendo ben patrimonializzata: il totale delle partite anomale nette ammontava al 30 giugno 200 a 142.083.000.000 (142 miliardi), la somma dei Crediti in sofferenza (valore netto) per 99.604.000.000 (99 miliardi dopo rettifiche per 93.347.000.000) e di altri crediti dubbi (valore netto) per 42.479.000.000 (42 miliardi dopo rettifiche per 4.372.000.000).

La debolezza  è ben evidente da quanto riportato a fine pag 21 e pagina 22 del prospetto. Le sofferenze su crediti netti sono a un significativo 17,2% al 31 dicembre 1998, all’11,01% a giugno 1999, al 14,17% al 31/12/99 e al 14,38% al 30/6/2000 contro un sistema che si attestava a indici tra il 4 e il 5 % (per non parlare dei coefficienti ancora peggior considerando i crediti dubbi).

Nel prospetto, vien da sorridere (piangere?), si liquida la questione dicendo che il rapporto sofferenze/impieghi si mantiene su livelli superiori alla media di sistema: Rif pag 22 del prospetto.

E queste debolezze non potevano non essere note anche alla vigilanza…. talmente erano macroscopiche anche se la banca risultava ben patrimonializzata con indici di solvibilità alti rispetto ai minimi vigenti al tempo (tabella a pag 23 del prospetto).

Banca d’Italia sapeva, però, giocare a monopoli sicuramente orientando una banca in crescita (Popolare di vicenza) all’acquisizione strategica (?) della banca trapanese e Banca Popolare di Vicenza si è prestata ai saggi consigli della vigilanza visto che la strategia relazionale era da sempre nelle corde di Zonin, basti ricordare l’operazione Bnl del 1998.

Qualche credito “scadente” della banca del popolo non poteva sicuramente incidere, all’epoca (ma poi abbiamo visto cosa è successo con questo modo di procedere fin dall’inizio…), nel bilancio del gruppo bancario vicentino e l’operazione sulla Banca del Popolo viene fatta cash.

Quindi tutti i soci aderenti vengono liquidati con moneta sonante. Una volta si usava cosi’ … basti ricordare l’operazione Banca Popolare di Arzignano con la Popolare di Verona che rese ricchissimi gli arzignanesi…

Quindi niente più che una semplice, papale-papale operazione di sistema radiocomandata dalla vigilanza per una silente sistemazione di una banca scricchiolante.

O no?

Nulla di scandaloso per quanto riguarda il prezzo pattuito e le modalità di liquidazione cash, secondo le regole del tempo, ma sicuramente Trapani già allora impegnava sotto l’aspetto “relazioni” con un tessuto territoriale “mafioso” anche se, sicuramente, Zonin si sentiva a quel tempo forte e in grado di controllare questa “deviazione” (vedi ancora le dichiarazioni di Borzi)

Il presidente, di rappresentanza, aveva ben chiara la propria strategia di crescita dimensionale e relazionale e Trapani rispondeva bene a queste due cose…

Strategia ben descritta in poche righe a pag. 27 del prospetto dalla BPVi in nome di Banca Nuova ma così rappresentata, lo ricordiamo, dal collega Nicola Borzi l’11 marzo:

La Banca Popolare di Vicenza sceglie di comprarsi la Banca del Popolo di Trapani. E parlo di Trapani non a caso perché è una provincia ad altissima concentrazione mafiosa, di una mafia che ha due o tre livelli: uno agricolo, e qui l’agricoltura non c’entra per caso, uno di produzione di eroina, la più grande raffineria di eroina di tutta Europa era in provincia di Trapani, e un livello di massoneria dove la mafia e la massoneria si parlavano…“.

Alla prossima puntata, perché la storia non è tutta scritta o decrittata.