All’ospedale universitario di Padova è stato trapiantato un rene superando la presenza di anticorpi contro gli antigeni del donatore, evitando quindi il rischio di rigetto. Il tutto, grazie all’utilizzo dell’Imlifidase, un farmaco che ha ricevuto il via libera dall’Aifa lo scorso 7 dicembre.
Si tratta della prima volta che ciò avviene in Italia. L’innovazione farmacologica è stata presentata dal direttore generale dell’azienda ospedaliera, Giuseppe Dal Ben, e dal direttore del Centro Nazionale Trapianti, Massimo Cardillo.
“In Italia ci sono circa 6 mila pazienti in lista d’attesa per il trapianto di rene – ha spiegato Cardillo -. Il 17% di queste persone presenta un alto livello di anticorpi contro gli antigeni di tutte le persone, quindi anche dei potenziali donatori. La presenza di questi anticorpi rende, dunque, difficile trovare donatori. Per la prima volta è stato trovato un farmaco che scinde questi anticorpi rendendoli inefficaci, consentendo così il trapianto”.
“Un risultato che conferma la sanità del Veneto ai vertici della chirurgia e della ricerca scientifica, a livello internazionale – ha commentato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia -. I miei complimenti vanno all’azienda Ospedale Università di Padova, dove è avvenuto nei giorni scorsi il trapianto, al Professor Paolo Rigotti e al suo staff ed al direttore generale, Giuseppe Dal Ben, oltre al centro nazionale trapianti”.
“Il nostro sistema ospedaliero – osserva la consigliera Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in consiglio Regionale – è ai vertici per numero di trapianti eseguiti, attrae moltissimi pazienti dalle altre regioni e può contare su straordinarie professionalità”.