Trasporti: slitta di due anni l’alta velocità Venezia – Trieste. La notizia divulgata da RFI ha messo in allarme la categoria dell’autotrasporto di Confartigianato Imprese Veneto che con il Presidente Michele Varotto esprime tutta la preoccupazione.
“La tratta è la stessa di quella stradale Venezia-Trieste che sale tristemente e quasi quotidianamente alle cronache per incidenti mortali a causa degli infiniti cantieri. In questo caso il completamento della terza corsia si attende da anni. C’è bisogno di alleggerire dal traffico stradale quella direttrice e la ferrovia potrebbe essere una soluzione, quantomeno per i passeggeri. Una tratta ferroviaria efficace decongestionerebbe la rete stradale”.
Anche se i trasporti in genere e in particolare l’autotrasporto artigiano veneto è coinvolto di riflesso il segnale è chiaro. In Veneto la domanda di trasporto non può che essere condizionata dal fatto che la nostra regione è attraversata da tre dei principali corridoi TEN-T europei, Scandinavo-Mediterraneo, Baltico-Adriatico e Mediterraneo, direttrici prioritarie e strategiche per lo sviluppo della mobilità. Il nostro Paese non ha certo una grande vocazione “ferroviaria”, complice le caratteristiche geomorfologiche del nostro territorio.
Proprio la conformazione territoriale suggerisce come la parte più carente del nostro sistema infrastrutturale sia rappresentata dagli sbocchi a Nord e Nord-Est, con riferimento ai flussi da e per i Paesi del Centro/Nord Europa e Est Europa.
Secondo le più recenti stime pubblicate nel Rapporto Nazionale per Infrastrutture Sostenibili e Mobilità del MIMS, il 94% di passeggeri-km registrati nel 2020 sono percorsi su strada, il che è sicuramente un indicatore rispetto a quelle che debbano essere le priorità in ambito infrastrutturale per i trasporti.
Tuttavia le politiche che puntano all’incentivazione della mobilità su ferro e all’intermodalità continuano a registrare ritardi nella loro attuazione, come conferma il cambio di cronoprogramma sulla tratta Venezia-Trieste.
“L’autotrasporto – afferma Varotto – e il trasporto su gomma continuano a ricoprire una quota modale decisamente prevalente nel nostro territorio e le infrastrutture di collegamento esistenti sembrano non essere in grado di assorbire la domanda, in termini di capacità e di standard di sicurezza.
Spostare su ferro quota parte dei flussi di traffico di pendolari alleggerirebbe le arterie stradali oltre che a portare benefici in termini ambientali. Gli artigiani si muovono su strada, sia coloro che usufruiscono di mezzi in conto proprio per le loro attività sia coloro che svolgono attività di autotrasporto professionale. Dal confine di Trieste passano milioni di tonnellate di merci e di passeggeri”.
Gli interventi infrastrutturali realizzati e da realizzare, come il Passante di Mestre hanno certamente dato una boccata d’ossigeno negli ultimi anni, la speranza è che la Pedemontana possa fare altrettanto a condizione che venga completata il prima possibile e vengano attivate adeguate politiche tariffarie, prestando adeguata attenzione alla viabilità di adduzione.
“La politica deve dare la giusta priorità alle scelte infrastrutturali che sono il metro di giudizio della modernità e l’efficienza di un Paese – conclude Varotto -. Per le nostre imprese quello che conta è fare bene e in fretta tutto ciò che sulla carta c’è già, evitando sprechi di risorse e fenomeni di cantierizzazione selvaggia che hanno ripercussioni importanti sulla qualità del lavoro, dell’abitare e soprattutto sulla sicurezza stradale”.