Si chiama continuità territoriale, è quella che dovrebbe garantire ai residenti in Sardegna di avere riduzione del costo del biglietto e servizi garantiti anche quando ci sono pochi passeggeri. Per accedervi c’è una gara tra i vettori che prevede uno o due vincitori, un regime quindi di monopolio o duopolio. Chi vince impone le sue tariffe e le sue frequenze tra Cagliari, Olbia, Alghero e il continente, altri non vi possono accedere. Tariffe che sono quelle e non altre, pur se scontate (ma con base di partenza non soggetta a concorrenza) e con priorità per i residenti. Frequenze che dipendono dai piani dello specifico vettore. La realtà è: prenotazioni bloccate, compagnie aeree che fanno ricorsi per non essere state scelte, viaggiatori esasperati e operatori turistici nell’incertezza (1).
E’ nei fatti quanto questo sia assurdo e lesivo degli interessi economici di chi offre e di chi riceve il servizio, nonchè di chi (Stato) paga per far sentire i sardi non discriminati rispetto agli altri italiani (2).
Come abolire monopolio/duopolio ed entrare nel mercato? C’è il metodo che usano in Portogallo, dove lo Stato rimborsa direttamente i passeggeri e non interviene sui vettori, che si fanno concorrenza fra di loro con le tariffe e le frequenze di un mercato concorrenziale e non monopolista. Vantaggi economici per residenti e non. Occorrerà, ovviamente, verificare e nel caso intervenire, che le frequenze, nei periodi di bassa stagione non penalizzino la mobilità da/per l’isola; le tariffe in bassa stagione, invece, sono per l’appunto basse…
Crediamo che il problema principale possa essere politico. Le autorità sono disposte a non sottomettere al loro potere questa determinante economia?
1 – qui un’intervista dell’agenzia Agi ad un docente di Trasporti Aerei dell’Università di Cagliari: https://www.agi.it/economia/news/2021-10-07/sardegna-continuita-territoriale-aerea-non-funziona-14097138/
2 – la Francia spende ogni anno per i 345.000 residenti della Corsica 80 milioni di euro mentre l’Italia 50 milioni per il milione 600 mila sardi