Cantautore, poeta, scrittore, artista, Leonard Cohen ha scritto canzoni memorabili di altissimo livello, con testi meravigliosi. Ha cantato la vita e l’amore, il dolore e l’oscurità dei nostri tempi, la bellezza e la necessità della pace … sempre in maniera educata e sincera. Dura e dolcemente romantica quando necessario. Senza fronzoli. Senza smancerie. Quando se ne è andato ha lasciato la parte recitata e cantata di alcune canzoni che erano rimaste incompiute con la sua voce profonda e ruvida e, insieme, morbida come il velluto. La voce di un vecchio, certo, ma quale bellezza, quanta emozione provoca all’ascoltarla. Leonard Cohen era troppo debole per finire le registrazioni.
Oggi è uscito il suo disco postumo (in copertina il primo estratto The Goal) che contiene i suoi “ultimi versi”. L’ha concluso, in tre anni, suo figlio Adam che ha coinvolto musicisti noti e meno noti. Il risultato è un’opera composta da nove brani, breve (una trentina di minuti) ma talmente intensa da risultare definitiva, intitolata “Thank for the Dance”. Signori, siamo di fronte a un capolavoro. I brani si susseguono con una malinconia tenera e calma. Si parla di esperienze, idee, ricordi. Una poesia pura che descrive la vita di tutti i giorni, i pensieri di un vecchio che sa che tutto può e deve finire. La sua voce pur essendo, se possibile, ancora più profonda e roca del solito esprime una dolcezza e una consapevolezza sconvolgenti. Si sente che Leonard Cohen ha il corpo stanco, i versi sono quasi sussurrati, ma l’anima (se esiste) e l’intelligenza, la sensibilità e la bellezza sono ancora lì, presenti. E ci abbagliano ancora.
Con questo lavoro Leonard Cohen ci regala un’altra gemma della sua creatività. Lo possiamo immaginare, alla fine di tutto, mentre si toglie il cappello e con un leggero inchino saluta chi lo ha saputo ascoltare e che, magari, è cresciuto con la sua poesia e la sua musica. Sorridendo come sanno fare i vecchi che sono riusciti ad essere in pace con la loro vita e la loro storia. Per loro la morte non vuol dire rassegnazione, ma soltanto qualcosa che ha a che fare con l’esistenza stessa.
Queste alcune altre canzoni di Leonard Cohen
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