Il 41% dei giovani dipendenti tra i 20 e i 40 anni utilizzerà la tredicesima come per coprire, in emergenza, le spese arretrate. A dirlo è Adesso! che lancia l’ennesimo dato economico preoccupante rivolto alle nuove generazioni. Ma facciamo un passo indietro.
La tredicesima mensilità, volgarmente conosciuta con il semplice appellativo di tredicesima, è una mensilità retributiva aggiuntiva erogata prima del periodo natalizio come retribuzione ai lavoratori dipendenti non solo in Italia, ma anche in molti Stati del mondo, con l’Olanda, il Belgio, la Croazia o l’Austria. Viene erogata in busta paga nel mese di dicembre ai lavoratori dipendenti senza distinzioni sul contratto, a tempo determinato o indeterminato, che abbiano solitamente nel periodo antecedente alle festività natalizie. Il fatto che la sua somministrazione sia precedente al periodo natalizio riveste una grande importanza patrimoniale e di percezione del proprio patrimonio che di conseguenza si riflette dei sull’andamento dei consumi nel mese di dicembre e sulle spese per i regali.
Originariamente chiamata anche “gratifica natalizia”, la tredicesima nasce come un’elargizione del tutto volontaria senza alcun vincolo obbligatorio che il datore di lavoro riconosceva ai propri dipendenti, una sorta di regalo di Babbo Natale dal capo ai subordinati dato che avveniva, come ancora oggi, in occasione delle festività natalizie. Successivamente, per volontà del governo Mussolini, il 5 agosto 1937 venne varato il Contratto Collettivo Nazionale del lavoro, riassunto nella formula CCNL, con il fine di costituire una fonte normativa attraverso cui le organizzazioni sindacali dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro definissero di comune accordo le regole che disciplinano il rapporto di lavoro tra i due.
All’articolo 13 del CCNL, si introdusse l’obbligo di corrispondere una mensilità aggiuntiva, rispetto alle dodici annuali, nel mese di dicembre per i soli lavoratori impiegati nel settore industriale ma già nei piani della Repubblica Sociale Italiana vi era in programma di estenderla a tutte le categorie. Tale progetto non si realizzò tuttavia nel periodo fascista della Repubblica di Salò, ma qualche anno dopo l’accordo interconfederale per l’industria del 27 ottobre 1946, che comprese nel trattamento anche alle altre categorie.
Insomma la tredicesima nasce come un regalo aggiuntivo e del tutto volontario e si va a delineare negli anni come opportunità in più ma ad oggi la realtà si discosta in maniera sostanziale dai propositi iniziali, soprattutto in riferimento alla questione giovanile.
Quasi un giovane italiano su due, più precisamente si parla del 41% dei giovani fino ai 40 anni, userà l’entrata extra di dicembre per coprire le spese arretrate a loro carico, mentre solo uno su quattro, in dettaglio si parla del 26% dei giovani, la utilizzerà per comprare i regali di Natale data la vicinanza delle festività.
Il rimanente 33% invece non si porrà nemmeno il problema perché rientra in una forma contrattuale che non prevede la tredicesima: è il caso dei lavoratori parasubordinati, di quelli a progetto e dei lavoratori autonomi.
A tratteggiare lo scenario è la ricerca che Adesso!, un movimento di proposta nonché un progetto di media activism, ha realizzato tra i giovani fino ai 40 anni che lavorano in Italia. Se a questi dati poi si aggiunge la ricerca di Federconsumatori, secondo cui l’aumento medio dei prezzi è del 10,2% rispetto al 2022 e si prevedono stime di acquisto al ribasso, il quadro che si va a delineare mostra la situazione economica attuale incrinarsi anche durante le feste. +
Secondo la ricerca, quest’anno il problema più rilevante per i giovani italiani in tema di regali di Natale sono proprio i prezzi, che saranno vere e proprie guide all’acquisto anche a discapito degli ideali, prediligendo addirittura merce di dubbia fattura quanto a sfruttamento del lavoro o sostenibilità della produzione per il costo più accessibile. Solo il 13% dei giovani under 40, verosimilmente identificabile con coloro che ricevono uno stipendio da più tempo, si orienterà a uno shopping natalizio attento alla sostenibilità sociale e ambientale. Ma non c’è mai limite al peggio: lo dimostra il fatto che ben l’11% disporrà di un budget talmente esiguo da non potersi nemmeno permettere di fare alcun regalo.
Considerazioni amare che forse rovinano in parte la magia natalizia, ma che ci danno un dato di realtà preoccupante: ad oggi l’Italia non è un paese per giovani.