Tria in Cina “perché l’Italia cresca”. E subito Bankitalia comprerà titoli di Stato cinesi…

395

Oggi, 28 agosto, il Ministro Giovanni Tria, tra una minaccia e una smentita di dimissioni per contrasti all’interno del Governo sullo sforamento, da lui escluso, del 3% del rapporto deficit Pil, è in Cina accompagnato per l’occasione dal vice Direttore di Bankitalia Panetta e da lì torna a rassicurare sullo spread dopo i primi incontri con il suo omologo, il ministro delle Finanze Liu Kun, e con il governatore della banca centrale cinese, Yi Gang. Se Tria non sarebbe in Cina per aprire un nuovo mercato per i titoli di Stato italiani, come d’incanto in serata Bankitalia ha emesso l’allegato comunicato stampa in cui annuncia l’avvenuta costituzione di un portafoglio in renminbi (la valuta cinese nota anche come Yuan): di certo sarà, quindi, l’Italia a investire in titoli di Stato cinesi
La Banca d’Italia, nell’ambito della gestione delle proprie riserve valutarie, ha deciso di costituire un portafoglio in renminbi, i cui investimenti riguarderanno principalmente titoli di Stato cinesi. Tale modalità diretta di investimento si aggiunge a quella avviata negli anni recenti con la sottoscrizione di un fondo specializzato in renminbi gestito dalla Banca dei regolamenti internazionali.

La decisione è stata presa nell’ambito dell’aggiornamento annuale delle strategie di investimento delle riserve gestite dalla Banca. Essa riflette l’accresciuto ruolo del renminbi come valuta internazionale, testimoniato anche dal suo inserimento nel paniere delle valute di riserva del Fondo Monetario Internazionale nel 2016, e l’importanza della Cina quale partner commerciale del nostro Paese.

L’iniziativa risponde a obiettivi di diversificazione delle riserve valutarie della Banca d’Italia ed è in linea con analoghe decisioni adottate di recente dalla Banca centrale europea e da altre banche centrali dell’area dell’euro.

Le transazioni saranno intermediate dalla Banca centrale della Repubblica Popolare Cinese, con la quale è stato concluso un apposito accordo, in qualità di agente della Banca d’Italia sui mercati cinesi.