Tribunale della Pedemontana, senatore vicentino Zanettin è contrario: “D’accordo con mie motivazioni anche avvocati di Vicenza, Padova e Treviso”

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Tribunale della Pedemontana Veneta
Tribunale della Pedemontana Veneta

La scorsa settimana è stato depositato al Senato un disegno di Legge per l’Istituzione del Tribunale della Pedemontana, ripristinando in un certo senso quello chiuso di Bassano. Il dl è stati firmato da tutti i senatori vicentini, tranne che da Pierantonio Zanettin, che è anche avvocato ed è stato membro del Csm, oltre che “frequentatore” assiduo delle Commissioni Giustizia delle Camere, e a cui di certo non si può rimproverare scarsa attenzione agli interessi reali del territorio. Lo abbiamo, quindi, interevisato per capire i perché del suo no.

Senatore Zanettin, ci vuole spiegare la sua posizione?

Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza
L’avv. on. Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza

Condivido totalmente la posizione espressa dai Presidenti dei Consigli dell’ordine degli Avvocati di Padova, Treviso e Vicenza. Oggi si deve puntare su una giustizia di qualità, piuttosto che di prossimità. In questa fase storica per il buon andamento della Giustizia non servono i “tribunalini”, ma uffici giudiziari di medie dimensioni.
La riapertura del Tribunale di Bassano, comporterebbe necessariamente il ridimensionamento degli organici di quelli di Padova, Vicenza e Treviso.
Vicenza in particolare tornerebbe alle dimensioni ante fusione e anche quello della Pedemontana resterebbe un piccolo tribunale di provincia.

Perché allora la proposta di un Tribunale della Pedemonatana trova un consenso così largo tra il sindaci e le associazioni di categoria del territorio?

Con tutto il rispetto, credo che non abbiano la minima cognizione delle problematiche tecniche.
Personalmente ho maturato una certa esperienza sulla organizzazione della giustizia, nel corso del mio mandato in seno al Consiglio Superiore della Magistratura.
Conosco le spaventose carenze a livello nazionale, sia di magistrati, che di personale di cancelleria.
Per quanto il ministro Nordio abbia disposto nuove assunzioni nei prossimi anni, il problema delle scoperture nel territorio nazionale non potrà essere risolto.
Tanto più se vengono riaperti una decina di “tribunalini”, in giro per l’Italia.

Il sottosegretario Ostellari garantisce però che il Tribunale della Pedemontana non sottrarrà risorse umane a quello di Vicenza.

Mi pare inverosimile. Se un ufficio giudiziario riduce il proprio bacino di utenza è logico che il suo organico venga anche ridimensionato.
Comunque in ogni caso Vicenza perderebbe la figura del Procuratore Aggiunto e di un presidente di sezione.
Il Tribunale di Vicenza, dopo la crisi del 2013, con la cura del dott. Rizzo, è passato da ultimo nella classifica del Sole 24 Ore, ad ufficio giudiziario di eccellenza, incubatore di best practices, poi replicate a livello nazionale.
Ai successi organizzativi sperimentati a Vicenza il Dott. Alberto Rizzo deve peraltro la chiamata a capo di gabinetto del Ministro.
Con il ridimensionamento, Vicenza rischia di tornare indietro, come un gambero.

Perchè sostiene che la qualità della giustizia scadrebbe?

Ormai il legislatore punta sulla specializzazione, per avere giudici che conoscono bene le diverse branche del diritto, che sono sempre più complesse, per garantire la certezza del diritto ed evitare pronunce fantasiose.
Per questo ad esempio la legge Cartabia ha introdotto il Tribunale della Famiglia, esclusivamente dedicato a questa materia.
Nel progetto di riforma del ministro Nordio, per l’emissione delle misure cautelari non sarà più competente il GIP, ma il collegio.
Per evitare le incompatibilità di legge occorrono quindi organici ampi, impossibili nei piccoli tribunali.

Il testo del DDL sul Tribunale della Pedemontana verrà discusso in Senato nella commissione Giustizia, di cui Lei è componente.
Come si comporterà quando si tratterà di votare?

La mia posizione sulla geografia giudiziaria è nota e l’ho già espressa anche al Senato in diverse occasioni.
Cercherò di spiegare ai colleghi che, se vogliamo ridurre i tempi dei processi, come l’Europa ci chiede con le risorse del PNRR, dobbiamo lasciar da parte il populismo giudiziario e puntare invece sulla ottimale organizzazione delle risorse e sull’efficienza degli uffici giudiziari.