Tribunale Pedemontana Veneta, Governo preannuncia riapertura. Esulta la politica, critiche dagli avvocati

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Tribunale della Pedemontana Veneta
Tribunale della Pedemontana Veneta

Giovedì 9 gennaio 2024, durante una seduta in Senato, il senatore e Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove ha annunciato la possibilità di apertura del Tribunale della Pedemontana Veneta, con sede a Bassano del Grappa.

L’annuncio della possibilità è giunto in risposta a una interrogazione ed esposta come iniziativa contenuta nella volontà del Governo di presentare nei prossimi giorni il testo di uno schema di disegno di legge per la riapertura di alcune sedi giudiziarie soppresse in seguito alla riforma del 2012.

L’iniziativa, salutata come un passo importante per migliorare l’efficienza e la vicinanza della giustizia ai cittadini, punta a servire una vasta area del Nord Est caratterizzata da un’elevata densità abitativa e da un tessuto produttivo intenso.

Il senatore Delmastro ha sottolineato l’importanza di questo nuovo presidio giudiziario, che contribuirà a ridurre la pressione sugli altri tribunali della regione e a garantire tempi più rapidi nella gestione delle controversie civili e penali.

“Esprimo grande soddisfazione – ha detto in merito il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia -. Un altro impegno mantenuto da questo Esecutivo dopo che era stato previsto nel piano di una nuova geografia giudiziaria”.

Anche il sindaco del Comune di Bassano del Grappa, Nicola Finco, ha espresso ottimismo riguardo alla possibile istituzione del Tribunale della Pedemontana, per il quale la riapertura “rappresenterebbe un riconoscimento del ruolo cruciale che l’area Pedemontana svolge nello sviluppo futuro del Veneto. Un tribunale locale garantirebbe tempi certi nelle risposte alle aziende, fungendo da servizio essenziale per l’economia e da investimento strategico per il territorio. Già nelle prossime ore – continua il sindaco di Bassano del Grappa – scriverò ai parlamentari vicentini per sensibilizzarli sulla necessità di sostenere questa scelta del Governo che ha già raccolto il consenso di molti comuni del territorio”.

Tra quelli politici, si segnala l’intervento del consigliere regionale Giuseppe Pan (Lega-LV), il quale ha sottolineato l’importanza della sede di giustizia anche per il territorio del Cittadellese, per ovvia vicinanza geografica.

Non ci sono solo interventi entusiasti: critici – ad esempio – gli ordini degli avvocati di Padova, Vicenza e Treviso. “Si tratta di un’ipotesi che si colloca fuori dal tempo in cui viviamo, come già hanno sottolineato più volte tutti i Presidenti degli Ordini del Triveneto, l’Unione Trivenete dei Consigli dell’Ordine, l’Associazione Nazionale Magistrati, Il Presidente della Corte d’Appello e il Procuratore generale di Venezia, i Presidenti dei Tribunali di Padova, Vicenza e Treviso”, si legge in una nota congiunta.

Gli avvocati, dando per buone le esigenze di “prossimità” di una sede tanto per cittadini quanto per le imprese, ne fanno una questione di risorse umane: “È necessario essere chiari, perché si sente dire da più parti che con l’apertura del nuovo tribunale ci sarà un incremento del personale. L’affermazione non risponde alla realtà per una ragione assai semplice. Nel nostro paese, rispetto al personale presente in pianta organica, mancano fra 1200 e 1500 magistrati e circa 13.000 addetti a vario titolo alle funzioni di cancelleria. Nonostante gli sforzi profusi, non si riesce a coprire queste carenze, nel senso che i concorsi che pure vengono indetti con frequenza, non riescono a coprire questi posti che rimangono vacanti. E si tratta di una situazione endemica, non estemporanea, per cui anche ampliando le piante organiche ciò non avrebbe effetto, quanto meno nel medio periodo.

Il che significa che se il nuovo tribunale verrà aperto, ciò determinerà una redistribuzione delle risorse che già operano presso altre sedi. Sedi queste ultime che vedrebbero così accentuate le difficoltà in cui già versano per essere private di risorse oggi assolutamente indispensabili e già insufficienti ad assicurare un servizio dignitoso”.

Ma secondo gli avvocati sarebbe disatteso anche il principio della velocità e qualità del servizio giustizia. “A leggere gli interventi di sindaci e imprenditori ma anche di alcuni colleghi di Bassano si percepisce l’idea che il Tribunale più vicino sarà migliore perché la giustizia sarà più rapida e più funzionale alle esigenze delle imprese e del territorio.

Le cose non stanno affatto in questo modo. Va detto, anzitutto, come sia indubitabile che oggi la qualità del servizio giustizia sia legata anche alla specializzazione degli operatori, siano essi magistrati o avvocati. Solo dei magistrati e degli avvocati specializzati potranno garantire la qualità della giurisdizione e nel contempo la sua celerità. Poiché è evidente che tanto più un magistrato e un avvocato sono conoscitori della materia di cui trattano, tanto più rapidamente la controversia verrà definita. Ora, se c’è una circostanza su cui non vi sono dubbi è che nell’ipotetico nuovo tribunale della Pedemontana tale specializzazione non sarà possibile in alcun modo assicurare. Sarà un tribunale in cui – nel migliore dei casi – saranno addetti una decina di magistrati, che faticheranno a comporre i collegi in ragione delle incompatibilità e ai quali non sarà, nella sostanza, possibile assegnare la trattazione solo di alcune tipologie di controversie.

A tacere poi della difficoltà di coprire i posti assegnati a tale sede, visto che l’esperienza insegna come i posti vacanti presso i tribunali periferici siano sempre numerosi. L’ipotetico nuovo Tribunale di Bassano non sarà mai il “tribunale delle imprese”, come affermano gli slogan dei suoi sostenitori, non solo perché, tecnicamente, il Tribunale delle imprese si trova solo a Venezia e da lì non si muoverà di certo, ma perché se mai venisse aperto, il nuovo tribunale non sarà in alcun modo funzionale alle esigenze delle imprese stesse. Non sarà – perché non potrà esserlo – il luogo della giustizia rapida e di qualità”.

Ancora più duro il Comitato per una Giustizia di qualità a Vicenza. “Il Sottosegretario non ha risposto ad alcun quesito proposto dal senatore interrogante, preannunciando uno schema di disegno di legge che prevede una revisione della geografia giudiziaria che prevede la “riapertura di alcune sedi soppresse rispetto alla riforma del 2012.

Alcun cenno è stato fatto dal rappresentante del Governo alla costituzione di nuovi Tribunali quale vorrebbe essere quello Pedemontano, i cui costi sono evidentemente insostenibili e la cui inutilità è stata certificata delle massime cariche della magistratura e dell’avvocatura venete.

Ci troviamo per l’ennesima volta costretti a commentare vacue ed insignificanti promesse, quando, dopo anni di chiacchere riteniamo sia giunto il momento, anche per la politica, di mettere una definitiva parla fine al progetto pedemontano”.