Tribunali e diritto alla difesa, Aduc: Come un giudice lo compromette

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Il giudice limita a mezz’ora il tempo di durata di un controesame dell’avvocato ed al trentunesimo minuto gli toglie la parola. L’avvocato ricorre alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) (1).

Un piccolo esempio di malcostume? Meglio lasciar correre? Le gocce d’acqua fanno gli oceani e questa non è neppure una piccola goccia – afferma nel comunicato che pubblichiamo Elisabetta Bavasso, legale, consulente  Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.

Questi episodi sono allarmanti intanto perché non isolati, ma soprattutto perché si collocano in una più estesa e grave riduzione dell’esercizio del diritto di difesa anche in ambito normativo che finisce per dare adito ad ulteriori abusi.

Intanto ci chiediamo se qualche giudice si sia mai rivolto con tale autoritarismo nei confronti dell’esercizio della funzione del Pubblico Ministero, non ci risulta, al contrario ad alcune inadempienze dei PM come ad esempio non aver inoltrato le citazioni a comparire ai propri testimoni, con conseguente possibile decadenza, si sostituisce il Giudice con ammissione d’ufficio e ciò accade sistematicamente.

Insomma la famosa parità tra accusa e difesa guadagnata sulla carta addirittura quella Costituzionale, non è rispettata nelle aule.

L’audizione a distanza di imputati detenuti per ovviare a traduzioni complesse, e soprattutto difficili o impossibili in tempi di pandemia, si è trasformata da opportunità a limitazione.

E cosa dire della trattazione scritta dell’appello penale, salva espressa comunicazione per la scelta orale?

Che il valore della comunicazione orale ed in presenza si sia sensibilmente ridotta sia per l’introduzione della comunicazione online sia per le precauzioni dovute alla pandemia, è un fatto in tutti i settori, era quindi inevitabile una ricaduta anche nel settore giudiziario.

Ogni tempo ha le sue novità ed ogni progresso ha anche possibili effetti contrari, ma proprio per questo la riorganizzazione deve trovare una sistematicità che salvi i principi di diritto e non leda i diritti già riconosciuti.

A fronte di queste limitazioni, l’imputato, l’indagato, il cittadino hanno guadagnato un’estensione nell’esercizio dei propri diritti attraverso l’uso del mezzo telematico… sembra di no, dunque le modifiche non possono andare nella sola direzione delle restrizioni.

Il comportamento del giudice in oggetto è l’espressione dell’arroganza con la quale spesso i magistrati interpretano il proprio ruolo: quella che fa ritenere loro che la difesa non concorra alla conoscenza della causa, ma sia spesso uno sterile rito che rallenta l’esercizio della giurisdizione cui devono obtorto collo sottostare. Prova di tale atteggiamento è stato l’aver rinvenuto nei fascicoli penali la “ minuta” della sentenza, prima che si fosse tenuta l’ultima discussione orale, in più occasioni.

Che gli avvocati percepiscano l’assenza di attenzione da parte dei giudici di un collegio durante la loro arringa è esperienza comune. Pietro Calamandrei in un passo del bellissimo libro “L’elogio dei Giudici”, affermava che questo fosse il motivo per cui spesso i giudici portano occhiali scuri.

Attendiamo lumi dalla CEDU

1 – https://www.aduc.it/articolo/giudice+disse+avvocato+ha+solo+mezz+ora+tempo_33831.php

 

Elisabetta Bavasso, legale, consulente