Abbiamo intervistato il 19 novembre e già prima l’11 giugno Flavio Trinca, ex presidente di Veneto Banca, ora archiviato per il suo flop insieme a tutti gli altri indagati della popolare montebellunese meno Vincenzo Consoli per il quale il il Gip di Treviso si è riservato ogni decisione per il 17 marzo 2020.
Per il giudice Bruno Casciarri vive, quindi, l’ipotesi che Vincenzo Consoli abbia potuto gestire Veneto Banca da solo sia pure con un presidente proprio come Flavio Trinca, che dl banche e finanza apparirebbe a dir poco competente come dimostra il suo ricco curriculum politico e, soprattutto, professionale.
Ne accennavamo l’11 novembre, vediamo di chiarirlo come premessa a quanto ci ha dichiarato Trinca il 19 scorso dopo l’intervista a Il Gazzettino pubblicata il 14: “Trinca, Veneto Banca e BPVi: il 14 novembre Gazzettino lo intervista da “archiviato”, VicenzaPiù lo ha sentito il 19 novembre e… l’11 giugno“.
In questa intervista il collega Maurizio Crema lo definisce semplicemente come “commercialista di Montebelluna, figlio del capo dei pompieri della cittadina trevigiana” per cui vi dettagliamo l’imponente curriculum di Flavio Trinca, ricavato con semplici clic a partire da quello datato 11 aprile 2008 presente nel sito di Ascopiave di cui era membro indipendente del Cda per poi completarlo con alcune tra le cariche rivestite anche successivamente.
Solo così si potrà dare il giusto peso alle dichiarazioni dell’ex presidente della banca, che lì ha avuto incarico per circa 25 anni, e che, già più credibili perché rilasciate da chi è stato scagionato dalle accuse, diventano ancor più significative vista l’esperienza complessiva del professionista.
Dopo essersi laureato nel 1968 in Economia e Commercio presso l’Università di Perugia Trinca inizia ad esercitare dal 1970 la professione di Dottore Commercialista a Treviso. Dal 1977 è iscritto all’Albo dei Revisori Ufficiali dei Conti e dal 1995 anche a quello dei Revisori Contabili.
Dal 1981 al 1994, quindi, Flavio Trinca entra in Veneto Banca come sindaco effettivo per divenirne negli ultimi due anni di mandato, dal 1993 al 1994, presidente del Collegio Sindacale, ruolo che lascia per l’elezione a deputato.
Su proposta di Vincenzo Consoli, arrivato dal Credito Italiano alla popolare del trevigiano circa 7 anni dopo Trinca, nel 1988, come direttore di filiale a Torri di Quartesolo, il commercialista di Montebelluna diviene presidente del cda dal 1997 a rimane in carica fino al famoso 26 aprile 2014 quando, su pressioni di Banca d’Italia parallele alla mancata fusione non “con” ma “in” Banca Popolare di Vicenza, si dimise tutto il cda.
Sul fronte della conoscenza della banca, dei suoi meccanismi e dei suoi gangli di controllo, interni ed esterni, l’ex presidente, anche se “non operativo“, era, quindi, l’uomo più esperto di tutti e da più lungo tempo.
Sotto questa luce va riletta la frase raccolta da Crema sugli anni finali della Popolare: «nessuno mi ha mai avvertito o avvertito il cda (di cui Consoli faceva parte, ndr) dei problemi che potevano esserci: né il collegio sindacale, né la società di revisione e nemmeno gli organi di Vigilanza».
Sotto la stessa luce della conoscenza e della competenza professionale accumulate nella banca e negli altri numerosi incarichi di vertice ricoperti andranno valutate anche le frasi da noi raccolte nell’intervista a Trinca del 19 novembre che pubblicheremo integralmente a breve integrandola con quella dell’11 giugno.
Di questa intervista che, abbiamo riferito, allora decidemmo di non pubblicare perché “pur se da lui invitati a scrivere i fatti e la nostra lettura che coincideva con la sua (Veneto Banca sacrificata sull’altare di BPVi senza, per giunta, alla fine salvare neanche una delle due), non volevamo fargli rischiare una ipotetica rappresaglia di un sistema che lui randellò quell’11 giugno, senza farsi, per giunta, scudo di Consoli o di altri dirigenti della sua banca come pare fare ora che dovrebbe essere più libero o più… liberato“.
In fondo* riportiamo, quindi, le esperienze professionali di Trinca all’11 aprile 2008 anche in società esterne a Veneto Banca come la quotata Ascopiave (alcuni ruoli nel tempo vennero meno) male stesse furono arricchite da altri incarichi, di cui vari in società controllate o partecipate da Veneto Banca.
Il presidente apicale è stato, infatti, anche presidente del Comitato esecutivo (l’organo che fino al 2008 valutava ed autorizzava gli affidamenti più importanti), presidente di BIM Banca Intermobiliare S.p.A., Veneto Ireland F.S. Ltd. (finanziaria di diritto irlandese), Veneto Banka Albania, (nota ai nostri lettori per le sue vicissitudini che stiamo raccontando, ndr), Ipibi S.p.A. (la rete dei promotori finanziari), consigliere di Banca Apulia S.p.A., membro del Comitato esecutivo dell’Abi (Associazione delle banche Italiane) e consigliere dell’Associazione delle Banche Popolari, da cui tuonò contro la riforma Renzi.
A completare il cursus honorum di Flavio Trinca, di cui comunque mancano o ci sono sfuggiti incarichi minori, c’è la sua carriera politica: il 21 aprile 1994 entra alla Camera dei Deputati come eletto nel CCD, Centro Cristiano Democratico, di Clemente Mastella in cui già avanzava Pierluigi Casini, noto di recente anche ai risparmiatori azzerati come presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche.
In quella legislatura, la XII, durata fino all’8 maggio 1996, la sua esperienza tecnica gli valse la nomina proprio nella Commissione Finanze oltre che in quella per le Questioni regionali.
Per tutti gli incarichi e le relative responsabilità nel perimetro di Veneto Banca, chiudiamo così questa presentazione prima di passare al resto, Flavio Trinca ha percepito annualmente, per lo meno nell’ultimo quinquennio di attività, circa un milione di euro, l’unico fatto, insieme alla… delega di responsabilità, che lo rende simile al suo collega-competitor-avversario Gianni Zonin.
Se pure concordiamo con molte considerazioni da lui esternate a Crema e, prima e dopo come vedremo, a noi stessi, al suo posto avremmo, quindi, evitato, di fronte al dramma di chi ha perso tutto e magari percepiva retribuzioni o pensioni cento volte più basse dei suoi emolumenti, queste due frasi: «in azioni di Veneto Banca ho investito tutti i miei risparmi, un milione e settecentomila euro. E ora non ho più nulla e devo ipotecare i miei beni per pagare le multe di Banca d’Italia e Consob… Mi dispiace per tutta quella gente che ha perso tutto come me, sono vicino a quelle persone: è stato un disastro sociale. Ma non mi sento responsabile personalmente…».
Quest’ultima frase, in particolare, stride col fatto che l’ex presidente non volle lasciare la sua carica di vertice e le connesse responsabilità, di certo solo etiche e non giuridiche, per due volte.
Nel 2009-2010, secondo alcuni testimoni del fatto, rifiutò, rischiando di spaccare il cda, di rispettare l’alternanza concordata con Antiga per questioni di immagine personale, avrebbe sostenuto l’ex politico. A fine 2013 non accolse, poi, l’invito del vice presidente Antiga oltre che dell’Ad Consoli e dei consiglieri del cda Perissinotto, Gallina e Biasia (una sorta di comitato dei saggi, di cui ovviamente Trinca faceva parte, che si incontrava varie volte prima dei cda) a farsi da parte insieme all’amministratore delegato per percorrere quella che sembrava una via d’uscita alle pressioni di Via Nazionale.
Chiaramente questi nostri appunti all’ex presidente valgono solo a livello etico, perché anche noi siamo convinti che l’archiviazione di Flavio Trinca e di altri 9 indagati sia ampiamente giustificata e che le responsabilità del crac montebellunese, se non altro quelle maggiori, andrebbero cercate non nel capro espiatorio unico, Consoli, dietro di cui, però, anche Trinca si cela, ma in filoni di indagine ad oggi assenti.
Riferendosi, ad esempio, a Banca d’Italia, lo stesso Trinca, infatti, ha detto che «certi atteggiamenti, modi di fare, erano delle forzature, un’ingiustizia…» anche se, poi, ha svilito questo rialzarsi di schiena rispondendo a Crema, che gli dava atto che “in quell’occasione (l’imposizione del matrimonio combinato con BPVi, ndr) denunciò pubblicamente le pressioni della Banca d’Italia…“, che «quel discorso me l’hanno scritto altri».
Su molti di questi passaggi e sulle azioni e interferenze di Bankitalia sono concentrate le due nostre interviste (in arrivo), quella dell’11 giugno (sui contenuti riportati in “Barbagallo bifronte, last news: il 19 febbraio ’14 incontrò Zonin e Trinca in Bankitalia per “Veneto Banca in BPVi subito!”, in audizione negò”) e l’altra del 19 novembre a completamento, chiarificazione e commento delle dichiarazioni a Il Gazzettino di Trinca assistito dal suo avvocato, Fabio Pinelli.
*Esperienze Professionali (ad oggi significa alla data dell’11 aprile 2008)
Dal 1981 al 1994 – Veneto Banca – Sindaco effettivo
Dal 1989 al 1997 – Immobiliare Servizi S.p.A. – Sindaco effettivo Dal 1993 al 1994 -AM Factor S.p. A. – Sindaco effettivo
Dal 1993 al 1994 – Veneto Banca- Presidente del Collegio Sindacale
Dal 1994 al 1997 – AM Factor S.pA – Sindaco supplente
Dal 1997 al 2001 – Immobiliare Servizi S.p.A. – Presidente del Consiglio di Amministrazione
Dal 1997 al 2002 – Claris Facror S.pA – Presidente del Consiglio di Amministrazione
Dal 1997 al 2007 – Veneto Banca – Presidente del Consiglio di Amministrazione
Dal 1998 al 2002 – Claris Assicurazioni S.r.l – Presidente del Consiglio di Amministrazione
Dal 1999 al 2004 – Veneto Ireland F.S. Ltd. – Presidente del Consiglio di Amministrazione
Dal 2001 al 2002 – Claris Leasing S.pA – Presidente del Consiglio di Amministrazione
Dal 2001 al 2004 – Claris Vita S.pA – Presidente del Consiglio di Amministrazione
Dal 2001 ad oggi – Banca di Bergamo S.pA – Membro del Consiglio di Amministrazione
Dal 2002 ad oggi – Banca Meridiana S.p.A – Presidente del Consiglio di Amministrazione
Dal 2004 a marzo 2008 – Veneto Ireland F.S. Ltd. – Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione
Dal marzo 2008 ad oggi – Veneto Ireland F.S. Ltd. – Presidente del Consiglio di Amministrazione
Dal 2004 ad oggi – Claris Vita S.p.A- Membro del C.Onsiglio di Sovergliaimi.
Dal 2005 a settembre 2007 – Banca del Garda S.p.A. – Membro del Consiglio di Amministrazione
Dal 2006 ad oggi – Ascopiave S.pA – Membro del Consiglio di Amministrazione
Dal 2006 ad oggi – Ascopiave S.pA – Membro del Comitato per il Controllo Interno
Dal 2006 ad oggi – Ascopiave S.pA – Membro del Comitato per la Remunerazione