“Il Consiglio regionale del veneto vota a favore delle trivellazioni di idrocarburi nell’alto Adriatico ed è uno schiaffo ai sindaci polesani e all’incontro di alto livello scientifico promosso dai vescovi”. Ad affermarlo è Erika Baldin, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, per commentare “la bocciatura in Aula della mia mozione che, se fosse stata approvata, avrebbe impegnato la Regione a farsi portavoce con il governo Meloni della contrarietà al provvedimento.
La maggioranza – aggiunge la consigliera – ha preferito andare ancora una volta contro gli interessi ambientali ed economici della popolazione locale, pur di accodarsi alla posizione del proprio governo centrale di filiera.
Eppure lo stesso presidente Zaia aveva dichiarato pubblicamente ai media che dare legittimazione alle trivellazioni in mare è pura follia, e aveva impugnato il decreto Sblocca Italia in tal senso. E nel 2016 Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia invitarono a votare sì al referendum per fermarle in tutto il territorio nazionale. Si vede che nel centrodestra le posizioni politiche cambiano a differenza di dove ci si siede, se al governo o all’opposizione.
Non mi sfugge il tema dell’emergenza energetica – sottolinea Baldin -, ma bisogna investire seriamente nelle fonti rinnovabili anziché aumentare l’inquinamento da sostanze fossili come gli idrocarburi, che tra l’altro causano ulteriore subsidenza lungo i litorali coinvolti. I consigli comunali del Polesine, di ogni colore politico, hanno deliberato contro questa prospettiva, e le tre Diocesi hanno fatto ciò che dovrebbero fare le istituzioni, ovvero fornire contributi scientifici nel dibattito pubblico. Solo a palazzo Ferro Fini non giunge l’eco di quel che succede nella società veneta”.