Baldin (M5S): “Il governo Meloni avvia trivellazioni in Alto Adriatico, ma il Consiglio è contrario”

531
trivellazioni in alto adriatico Suicidio in carcere a Padova
Erika Baldin

Tra Consiglio regionale e governo Meloni ora è braccio di ferro per le trivellazioni nell’Alto Adriatico”. Così la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Veneto Erika Baldin, nel commentare l’approvazione da parte dell’assemblea di palazzo Ferro Fini, all’unanimità, di un suo emendamento al Documento di Economia e Finanza Regionale che impegna l’ente a esprimere la propria contrarietà alle estrazioni di idrocarburi, anche a fronte di modifiche del quadro normativo.

“Modifiche puntualmente avvenute con la recentissima approvazione – spiega la pentastellata -, da parte dell’esecutivo nazionale, del decreto-legge Energia che contiene anche il via libera alle nuove concessioni per estrarre gas a sud del 45° parallelo, a nove miglia dalla costa polesana.

Il DEFR già riportava la contrarietà della Regione alla ripresa delle trivellazioni, ‘ove siano acquisite evidenze scientifiche in ordine a ricadute ambientali pregiudizievoli per il territorio e l’ecosistema’. Bene, ora queste evidenze ci sono e c’è pure il decreto del governo che le snobba.

Faccio riferimento – ricorda la capogruppo – al parere espresso dal Comitato scientifico regionale, che aveva bocciato le estrazioni in quanto pericolose per la subsidenza nel Delta del Po, fino alla parte meridionale della laguna di Venezia: i dati raccolti confermano quanto fossero fondate le reiterate proteste degli amministratori rodigini e i convegni organizzati dalle Diocesi.

Con il voto unanime a favore del mio emendamento, per il quale ringrazio la compattezza del Consiglio, ora è un’intera regione, compresa la maggioranza di centrodestra, a dire no alla sbagliata politica energetica fossile del governo Meloni. Non siamo più in una situazione ipotetica, ma ci sono rischi concreti: il duplice terremoto di ottobre è un elemento di ulteriore preoccupazione.

Adesso la palla passerà al Parlamento – conclude Erika Baldin – che ha poco meno di 60 giorni di tempo per trasformare in legge il decreto Energia: se il governo Meloni tira diritto, i parlamentari veneti non possono non tener conto del pronunciamento del Consiglio regionale. A Roma cosa sceglieranno, tra la bandiera politica e il proprio territorio? Staremo a vedere se anche il presidente Zaia terrà fede ai suoi propositi e si opporrà ufficialmente nelle sedi competenti, come aveva dichiarato lo scorso 31 ottobre nei media. Mi aspetto che dimostri la sua coerenza anche nei confronti di un governo dove la Lega partecipa in forze, così come ha fatto ieri il Consiglio regionale”.