Trivellazioni petrolio e metano nel Delta del Po, Ciambetti (Lega): “Franceschini dica no”

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Ciambetti a Strasburgo Conferenza Futuro Europa
Ciambetti a Strasburgo alla Conferenza sul Futuro dell'Europa (foto d'acrhivio)

“Il ministro Franceschini si dice molto soddisfatto per l’approvazione unanime dei 32 punti del Documento di Roma che non solo introduce la cultura nei lavori del G20, ma anche la tutela del clima e dell’ambiente: saremo tutti un po’ più soddisfatti, e tranquilli, se il ministro della Cultura italiano rivedesse, alla luce del Documento di Roma, le autorizzazioni date anche con la sua firma e approvazione al decreto ministeriale del 29 marzo scorso con cui si autorizza la perforazione di almeno 20 pozzi, undici dei quali nuovi, per estrarre petrolio e metano al largo del Delta del Po”. Così in un comunicato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, “per apprezzare appieno la svolta del G20 dalle parole bisognerebbe passare ai fatti e i fatti, purtroppo, dicono che il ministro della Cultura assieme al suo collega della Transizione ecologica, un tempo ministro dell’Ambiente, stanno mettendo a rischio una vasta e delicatissima area tra Veneto ed Emilia-Romagna, il Delta del Po riconosciuto come sito Unesco, Riserva di Biosfera, sito Sic di rilevanza comunitaria e inserito nella Rete Natura 2000 dell’Unione – ha detto Ciambetti – Nei giorni scorsi, il Consiglio regionale ha approvato con voto unanime su proposta della collega Laura Cestari una mozione che chiede alla Giunta regionale di intervenire per salvaguardare questo patrimonio inestimabile. Come ha segnalato la collega Cestari, si parla di transizione ecologica, di passaggio a nuove fonti energetiche rispettose dell’ambiente, ma si dà il via libera alle trivelle. Purtroppo, il fenomeno della subsidenza e i rischi che esso comporta evidentemente non sono conosciuti nei meandri ministeriali, anche se in Veneto hanno creato danni e problemi devastanti non solo in Polesine, dove si sono raggiunti livelli record nell’abbassamento del suolo a seguito delle estrazioni di gas naturale, ma anche a Venezia e nell’intera laguna veneta. Se proprio vogliamo celebrare il passo avanti del G20 in materia di cultura e transizione ecologica – conclude Ciambetti – si difenda un sito Unesco, si blocchino per sempre le trivelle nell’Alto Adriatico.”