Trivelle in Adriatico, Roberto Ciambetti: “lo sblocco del Consiglio di Stato per le ricerche petrolifere con l’air gun lascia perplessi e il rischio di danni ambientali è più concreto”

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Eravamo stati facili profeti e del resto la lobby petrolifera è una potenza. Lascia una sensazione amara la notizia del pronunciamento negativo del Consiglio di Stato sui ricorsi di Abruzzo e Puglia che avevano chiesto l’annullamento del parere di compatibilità ambientale rilasciato dal Ministero per l’Ambiente sulle ricerche petrolifere in Adriatico.Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto che fu tra i promotori del referendum anti-trivelle non nasconde le sue preoccupazioni: “Ora la società Spectrum Geo Lfd riprenderà le ricerche di giacimenti di idrocarburi con la tecnica classica delle società petrolifere, l’air gun – ha spiegato Ciambetti – sistema oltremodo controverso che inizialmente era stato messo al bando nella prima versione della legge italiana sugli ecoreati, proprio per i suoi rischi ambientali accertati. 

E’ vero che l’air gun rientra tra gli strumenti scientifici di studio nel campo di ricerca geologica tettonica e geodinamica, come aveva a suo tempo ricordato lo stesso Cnr, ma un conto è la ricerca scientifica, in cui siamo rassicurati dall’approccio soft start nella fase iniziale e dall’attivazione di ogni cautela che un organismo scientifico può mettere in campo, un altro è la ricerca di giacimenti petroliferi per lo sfruttamento economico. Sappiamo bene che per le imprese del settore time is money per cui non c’è approccio soft e progressivo che tenga e anche le cautele sono ridotte al minimo. Ora, con la sentenza del Consiglio di Stato investe un’area di circa 30 mila chilometri quadrati da Rimini verso sud con tanti punti interrogativi su eventuali danni ambientali e sulla fauna marina. Il rischio di danni è concreto.”

Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto